"Pd strumento di Lombardo| Ferrandelli? E' dopato..." - Live Sicilia

“Pd strumento di Lombardo| Ferrandelli? E’ dopato…”

ORLANDO: "MI CANDIDO A SINDACO DI PALERMO"
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“Mi candido a sindaco di Palermo”. L’aramaico, del resto, è una lingua morta. Leoluca Orlando scende in campo, come si usa dire. Un campo minato, “inquinato” da primarie-truffa, dalla presenza di un presidente della Regione indagato per mafia, da un vertice siciliano del Pd che ha accettato il compromesso, da avversari “dopati”. “Le storie belle non devono ripetersi”, aveva detto due mesi fa. “Giù le mani da Palermo”, dice invece oggi, combattivo e convinto.

L’atteggiamento non sarà quello del redentore o del problem solver, ma l’intento sembra lo stesso: “Restituire la libertà ai palermitani di scegliere il proprio candidato”. Di dare inizio a una nuova primavera, in una giornata che sembra persino virare verso l’estate. “Lombardo si convinca: Palermo non sarà il suo scalpo”. Il “nemico” è chiaro. Anche se il portavoce di Idv precisa: “Lombardo non è solo un uomo, è un sistema. Dobbiamo sconfiggere quel sistema, condizionato da un presidente indagato per mafia”. Un sistema nel quale Orlando tira dentro anche il Pd, che ha deciso di sposare il sostegno al governatore alla Regione: “Come fa il Pd ad allearsi con un indagato per mafia come Lombardo? Lo chiedo a Veltroni, perché non esprime il suo dissenso per un’alleanza tra il suo partito e un presidente gravato da accuse così pesanti? La Sicilia paga la scelta scellerata dei vertici regionali del Pd di mettersi a servizio di Lombardo”.

Lombardo, la mafia, le indagini, gli inciuci, il Pd. Argomenti stringenti, secondo Orlando, che però deve, anche oggi, rispondere di una sconfitta, quella alla primarie, vinte da Fabrizio Ferrandelli: “Intanto, è bene precisare che io non ero uno dei candidati delle primarie. Ma certamente ho messo la mia faccia e il mio nome a disposizione di Rita Borsellino”. Che però, quelle primarie non le ha vinte: “A Palermo è successa una cosa molto semplice: le primarie sono state truccate. La mia è una battaglia di civiltà, per affermare la libertà di voto. Non possiamo certamente arrenderci a una sconfitta contro un avversario dopato”.

E l’avversario dopato, in questo caso, è Fabrizio Ferrandelli. Un avversario che fino a pochi mesi fa rappresentava, invece, una delle maggiori risorse di Idv a Palermo: “Allora – dice Orlando – vi svelo una cosa: l’accordo tra Ferrandelli, Cracolici e Lumia non è stato ‘last minute’. Già ad ottobre, a un’assemblea cittadina di Ferrandelli, Cracolici era seduto in prima fila. A questo accordo lavorano da diverso tempo. Ora, forse, vi sono più chiare tante cose riguardanti il rapporto di Fabrizio con l’Idv”. Un rapporto che, fino a ottobre, quindi, era di assoluta armonia: “Ferrandelli, fino a un certo punto – spiega Orlando – ha portato avanti un percorso virtuoso. Ma a un certo punto ha deciso di abbandonarlo, legandosi ai due compari di Lombardo: Cracolici e Lumia di cui è diventato un semplice strumento. Il problema, però, – aggiunge – è che il suo cammino è diventato addirittura vizioso, nel momento in cui ha deciso di minimizzare le irregolarità delle primarie e, addirittura, di esprimere solidarietà alla persona indagata per aver tenuto in casa propria decine di schede elettorali di partecipanti alle primarie”.

Insomma, riecco le “primarie inquinate”, nonostante i garanti abbiano dato l’ok definitivo alla vittoria di Ferrandelli: “Ma il compito dei garanti – spiega Orlando – così come ha detto chiaramente il presidente Di Lello, non era quello di annullare o convalidare le primarie. Il loro ruolo era quello di fornire elementi per valutazioni etiche sulla consultazione. E gli stessi garanti hanno messo nero su bianco che le primarie palermitane non hanno rispettato lo spirito di questa consultazione”.

E quei dubbi sulla regolarità, del resto, erano sorti fin da subito: “Già il 4 febbraio, rappresentanti di Idv hanno presentato denunce alla Digos e alla Dia. E proprio io, il giorno dopo ho considerato inattendibile il risultato di quelle primarie, anche considerato ciò che è successo al gazebo di Piazza Indipendenza”. Una storia che si ripete. Già in occasione delle scorse amministrative, Orlando urlò ai brogli: “Proprio così. E i tribunali mi daranno ragione, dimostrando che dal 2007 Palermo ha avuto un sindaco abusivo. Direi, però, – prosegue – che una volta basti. Il vincitore delle primarie è un vincitore dopato. Non può essere lui il candidato unico del centrosinistra”.

Già, intanto, negli stessi minuti, Sinistra ecologia e libertà annunciava il proprio sostegno proprio a Ferrandelli. Orlando correrà col suo partito, la Federazione della sinistra, e alcune liste civiche: “Sel ha sempre parlato di primarie truccate. Ha sempre sottoscritto quello che dicevamo noi di Idv. Stamattina la segreteria nazionale ha cambiato idea. Ne prendiamo atto, andiamo avanti comunque”.

Anche perché, spiega Orlando, Palermo necessita di gente come lui: “I palermitani hanno bisogno oggi di un sindaco che sia uno scalatore di montagna, non certo di un passista di pianura”. Nessuna paura che i palermitani seguano le mode del “sindaco giovane”: “Palermo oggi – spiega è un’azienda sull’orlo del fallimento. Servono anche esperienze, gente che sappia cosa fare e che sia capace di avere un’interlocuzione a livello sia nazionale che europeo”. E qualche idea su cosa fare per Palermo, emerge già nella conferenza di oggi: “Basta grandi centri commerciali, che distruggono la città. Servono i centri commerciali di territorio, di quartiere. Serve una svolta nella raccolta differenziata, bisogna puntare sulle nuove tecnologie, sulla scuola, sulla Formazione, sulla cultura. Il segno della crisi di Palermo sono i 30 taxi fermi in piazza Massimo e in piazza Politeama. Nelle città europee non esistono i parcheggi per i taxi”.

E non manca un passaggio sulla Gesip. E in questo caso, Orlando, è nettissimo: “La Gesip va chiusa. E vanno mandati a casa i gli amministratori della società che sono i veri responsabili del disastro. Ma chiedo ai lavoratori della Gesip di avere rispetto per i palermitani. La mia amministrazione ascolterà le loro richieste e troveremo una soluzione insieme, garantendo i lavoratori ma rendendoli finalmente utili e produttivi”. Orlando è già al lavoro. “Le belle storie non si ripetono mai”, diceva due mesi fa. “Quasi mai”, sembra dire oggi.


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