Nell’ultimo giorno utile di campagna elettorale prima del ballottaggio, Leoluca Orlando ha salutato un’ultima volta i suoi elettori con un incontro alla Cavallerizza di Palazzo Sambuca, nel cuore del centro Storico di Palermo. L’incontro, organizzato dal comitato “Quelli che votano Leoluca Orlando” e dalla Fondazione Sambuca, ha permesso lo scambio di idee fra operatori culturali, artisti, imprenditori, creativi, e gli assessori designati dal professore, su cultura impresa, innovazione e territorio.
La fondazione Sambuca, infatti, si è sempre occupata di sviluppare rapporti sinergici con istituzioni, fondazioni e aziende, per valorizzare patrimonio storico-artistico locale e promuovere un nuovo sistema integrato economico e culturale per Palermo. “L’obiettivo dell’incontro, come della nostra fondazione, è far incontrare e dialogare i cittadini con gli assessori e il sindaco, in questo caso Leoluca Orlando, in cui noi crediamo tantissimo per il rilancio della cultura e dell’impresa in questa città. E’ necessario creare un ponte fra cultura e impresa, esse devono camminare insieme. Questo contribuirà a creare sviluppo, e Palerrmo ne ha estremo bisogno”, ha spiegato il direttore artistico della fondazione Sambuca, Paolo Falcone.
Recupero dei siti storici, del centro storico, apertura di musei e attività legate alla cultura che possano creare lavoro: questi alcuni dei temi trattati durante la serata. “In passato le istituzioni ci hanno abbandonato. La precedente amministrazione ha abbandonato la cultura. Ci auspichiamo che Orlando possa riportare l’attenzione dell’Europa, come fece in precedenza, su Palermo” ha aggiunto Marco Giammona, l’ ingegnere che ha recuperato lo spazio, la cavallerizza di Palazzo Sambuca, e cofondatore della fondazione.
“Tutti abbiamo un progetto per questa città – dice il candidato sindaco alla chiusura dell’incontro – tutti auspichiamo il cambiamento e il recupero di Palermo. Dicono che Monti abbia commentato i risultati elettorali di Palermo dicendo: dovremo fare i conti con Orlando. Io rispondo: no, Presidente, dovrà fare i conti con Palermo”.
