Tutte le "grane" di Avanti| E su Gesap è scontro - Live Sicilia

Tutte le “grane” di Avanti| E su Gesap è scontro

E' ormai scontro tra Giovanni Avanti (nella foto) e il Pdl. Previsto un incontro per questa settimana, anche se dietro le quinte il presidente della Provincia pensa alle prossime Regionali. E su Gesap è scontro con Enac e industriali.

“Mi auguro che le ultime mosse del presidente della Provincia di Palermo, Giovanni Avanti, siano state dettate da scarsa attenzione, magari dovuta alle roventi temperature di questi giorni”. La stoccata del coordinatore provinciale del Pdl, Francesco Scoma, la dice tutta sullo stato “incandescente” dei rapporti all’interno della maggioranza di Palazzo Comitini.

Una maggioranza che, a onor del vero, non è più tale dopo la rottura con l’Mpa. A sostenere la giunta sono rimasti il Cantiere popolare, che non conta più di quattro consiglieri, Grande Sud e, fino ad oggi, anche il Pdl. Ma la richiesta di un incontro chiarificatore tra alleati, chiesto da Scoma per evitare di “considerare conclusa l’esperienza politica che ci ha visto governare insieme a Palazzo Comitini”, segna un punto di rottura fra due partiti sulla carta alleati ma che, almeno alla Provincia, non si sono mai amati. “Al Pdl non ha mai dato nulla, in tutti i posti ha sempre messo suoi uomini”, dice un berlusconiano a denti stretti dopo che il gruppo consiliare, la scorsa settimana, ha abbandonato l’Aula minacciando di non entrarvi più fino a un chiarimento. E proprio queste tensioni fra alleati avrebbero provocato le ultime decisioni del presidente Avanti.

Sono almeno due i motivi dello scontro senza precedenti che sta facendo traballare la poltrona del primo inquilino di Palazzo Comitini. Il primo riguarda il rimpasto di giunta, annunciato un mese fa e mai compiuto. Dopo le dimissioni di Carola Vincenzi, fedelissima di Carlo Vizzini che ha deciso di lasciare in seguito al passaggio del suo big sponsor al Psi, Avanti ha nominato in piena campagna elettorale Silvia Giordano, sua fedelissima a cui però non sono state ancora attribuite deleghe. Una decisione che non è per niente piaciuta agli alleati, che hanno mal digerito il fatto di non essere stati consultati. “Noi in giunta contiamo quattro assessori – dice un dirigente del Pdl – e abbiamo nove consiglieri. Rispetto al Cantiere popolare, non mi sembra ci sia proporzione”.

Il secondo casus belli è invece rappresentato dal caso Gesap. La Provincia, che è socio di maggioranza, grazie all’anomala intesa col comune di Palermo ha modificato lo Statuto silurando, di fatto, il direttore generale Carmelo Scelta. Una diminutio di tutto rispetto, visto che il direttore da adesso dipenderà in tutto e per tutto dal cda. Una mossa che, quando a Palazzo delle Aquile c’era il pidiellino Cammarata, non era stata possibile e che si è “stranamente” concretizzata solo ora che alla guida del comune c’è un Leoluca Orlando che non può certo essere annoverato fra gli alleati del Pid. Cosa che ha mandato il Pdl su tutte le furie. Ma la Gesap ha provocato uno scontro anche con l’Enac e Confindustria, con Vito Riggio che ha chiesto conto e ragione della mancata ricapitalizzazione dell’azienda e gli industriali che chiedono a gran voce la privatizzazione. “E’ sacrosanto – ha detto Avanti – che Enac svolga correttamente il suo ruolo di controllo ma non certo minacciando di chiedere al ministro Passera di non firmare il contratto di programmazione che garantirà nuove entrate necessarie per nuovi investimenti. Un’azione a dir poco inopportuna considerato che gli Enti pubblici, ancor più e ancor prima di Riggio, pretendono qualità ed efficienza dei servizi”. E Orlando ha anche rincarato la dose: “Ora basta. Il Comune di Palermo non rimarrà in silenzio davanti al comportamento di chi continua a rilasciare dichiarazioni che cozzano con il suo ruolo. Valuteremo se certi comportamenti e certe dichiarazioni non costituiscano un danno all’immagine e al valore dell’azienda”.

Ma, secondo i beninformati, il recente attivismo di Avanti sarebbe dovuto alla necessità di un riposizionamento politico in vista delle regionali. La performance elettorale del segretario di Avanti, Riccardo Sanlorenzo, candidato alle ultime comunali di Palermo col Cantiere popolare e capace di totalizzare meno di 800 preferenze, ha fatto scattare più di un campanello d’allarme nello staff del presidente, deciso a giocarsi bene le sue carte in vista dei prossimi mesi. La riforma delle Province voluta da Monti ha infatti eliminato l’elezione diretta del presidente e ridotto, di molto, il potere dell’ente. E se è vero che la riforma non è direttamente applicabile in Sicilia, è altrettanto vero che il prossimo presidente della Regione avrebbe qualche difficoltà nel non recepirla.

Ma se anche le Province non venissero toccate, non è detto che Avanti sia il candidato della coalizione anche alle prossime elezioni previste per il 2013. Sono in molti, nel Pdl, a guardare con interesse all’incarico, specie tra i parlamentari nazionali e regionali che, a causa del tracollo di consensi del partito, resteranno fuori dai palazzi del potere e vorrebbero potersi accomodare su una poltrona comunque prestigiosa. Disegno che potrebbe saltare qualora ai berlusconiani toccasse la candidatura a Palazzo d’Orleans.

E anche i rapporti all’interno del Pid non sarebbero serenissimi. Qualcuno parla del tentativo di Avanti di prendere le distanze da Saverio Romano, o quantomeno di rendersi maggiormente indipendente dall’ex ministro, se non addirittura di cercare un’altra sistemazione per la paura che il partito non raggiunga la soglia di sbarramento. Tutte voci, ovviamente, ma che descrivono bene quanto elettrizzante sia l’aria che si respira dalle parti di via Maqueda.

Per oggi è previsto un incontro del gruppo consiliare del Pdl con i dirigenti locali del partito, che sarà seguito da un secondo con la delegazione assessoriale. Una sorta di ricompattamento dei ranghi berlusconiani in vista del vertice chiarificatore con Avanti. E a quel punto la temperatura potrebbe veramente salire vertiginosamente.


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