Caro sindaco, all'anagrafe | c'è davvero da piangere... - Live Sicilia

Caro sindaco, all’anagrafe | c’è davvero da piangere…

Registrare un figlio che nasce a Palermo. Facile, no? Invece, forse, no. Un papà ci manda una gustosa lettera per raccontare le peripezie che ha dovuto risolvere.

La storia
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7 min di lettura

13 agosto 2012. Una giornata da …. ricordare! Come tradizione vuole, il neo papà si reca il giorno dopo la nascita del nascituro presso l’ufficio anagrafe per registrarne la nascita. Francesco è nato sabato sera scorso. Per ovvi motivi mi sono recato all’ufficio anagrafe di competenza del distretto in cui vivo. Da diversi giorni ero preparato a questo evento. Per non sbagliare ufficio, considerato che vivo a Palermo da 3 anni e non conosco ancora bene tutte le vie, mi sono preventivamente informato per arrivare puntuale all’evento. Alle 9,30 circa mi sono presentato alla postazione decentrata dell’Ufficio Anagrafe “Noce”, in via Bevignani 74. Un tale all’ingresso, senza farsi riconoscere da un cartellino, una divisa, una maglietta, insomma un segno distintivo che riconducesse al fatto che lavora presso il Comune di Palermo  (ho dedotto che si trattasse di un usciere), mi ha chiesto direttamente “cosa volessi”. Spiegata la motivazione della mia visita, mi chiede il luogo di nascita di mio figlio. “All’ospedale Civico!”,  gli rispondo prontamente, esibendo anche il documento che mi è stato rilasciato sabato sera scorso, quando ero ancora nei pressi della sala parto. “Allora deve andare al all’ufficio di via Tricomi, vicino all’ospedale Civico!”.

“Mi sembra strano – gli rispondo – so di certo che questa registrazione la potrei fare anche in questo ufficio, considerato che abito qui vicino, a circa 300 metri!” “Forse non mi sono spiegato bene …. , gli atti di nascita si effettuano presso la sede di via Tricomi, perché di pertinenza, visto che il bambino è nato all’ospedale Civico… anche perché legga… lì è scritto…” e mi indicava un documento appeso sul muro situato alle mie spalle. Perplesso, mi sono rassegnato all’evidenza forte del fatto che ‘sta via Tricomi è vicina all’ospedale. Tanto poi sarei andato a vedere Francesco! Mi sono avviato prontamente. Devo ammetterlo. Dopo 3 anni che vivo a Palermo non conosco ancora le vie, tranne quelle principali. Guidare in città è sempre un’impresa. Il traffico, la vera piaga di questa città, come diceva lo “zio” di Jonny Stecchino. Se poi consideriamo le montagne di spazzatura che rendono l’aria irrespirabile in alcune zone, è inevitabile tenere i finestrini dell’auto chiusi.

Arrivo, pago l’ennesimo pedaggio all’ennesimo parcheggiatore abusivo, ed entro nell’ufficio, aspettando il mio turno. “Ma noi non facciamo Stato Civile! Guardi, legga sulla vetrata…” “Ma come, mi hanno mandato qui appositamente!” “E chi l’ha mandata?”. E qui inizia l’avventura! Apriti cielo. N.b: Venerdì scorso, mente guidavo con mooooooolta calma e sangue freddo, a circa 80 km da  Palermo per arrivare subito in ospedale perché a mia moglie si erano rotte le acque, le ho fatto solenne promessa che non avrei mai più bestemmiato in vita mia se tutto fosse andato bene, come è poi successo …. Vi lascio immaginare cosa è passato in un attimo nel profondo del mio IO, ma forte della promessa, ho espresso civilmente le mie rimostranze, “minacciando” di comunicare il tutto alle Iene o a Striscia la Notizia o addirittura al sindaco Orlando. Immediatamente la gentilissima signora responsabile dell’ufficio mi ha fatto accomodare, cercando di capire l’avvenuto, e prontamente abbiamo contattato l’ufficio di provenienza, causa della errata indicazione.

Tra il chi è stato e le comunicazioni interne di servizio, nonostante la gentilissima (e lo sottolineo) e squisita responsabile chiedesse di effettuare comunque la registrazione nel suddetto ufficio (il Noce) per ovviare torto e non creare un disservizio, vedendo che comunque perdevo tempo, e ne stavo facendo perdere anche alla signora, ho chiesto di avere indicazioni “chiare” circa la sede cui andare, e prontamente mi è stata indicata una circolare appesa sulla vetrata dello sportello su cui sono indicate 3 sedi in cui è attivo il servizio di Stato Civile: via Termini Imerese 3, via Pietro Micca 26, viale Regione Siciliana 95. Voi quale avreste scelto? Io, che da 3 anni …. non conosco molto bene le vie… bla bla bla ho chiesto ad un tale, e la via Termini Imerese era probabilmente la più vicina, nonostante fosse anche la prima della lista. …Cavolo, sono già le 11 e ancora nulla!

Strada facendo mi viene in mente che devo ancora andare a comprare i confetti da portare in ospedale (qui a Palermo si usa la confettata della nascita), che ieri era domenica e i negozi erano chiusi. Non sto a raccontare le mille peripezie che ho dovuto affrontare tra viuzze, perché ho sbagliato strada, rendendomi conto che ad un certo punto in poi mi conveniva andare a piedi. Ok, finalmente sono arrivato nella sede di via Termini. Aspetto tranquillamente il mio turno mentre mi disseto con una bottiglietta d’acqua fresca, senza fretta. Ormai ci siamo! “Noi non possiamo effettuare atti di stato civile perché l’ufficiale di stato civile è in ferie. Lo abbiamo anche comunicato! Guardi, legga…” Aiuto, ho fatto una promessa solenne! Capisco la situazione mentre penso al mio piccino. Giusto il tempo di contare fino a 10. “Ok, signora, dei due uffici restanti, potrebbe accertarsi a quale rivolgermi per risolvere OGGI il problema?”. Ancora una volta devo ammettere che le persone presenti dietro lo sportello si sono adoperate prontamente, chiedendo indicazioni certe via telefonata. Dopo l’assicurazione che avrei avuto la certezza di aver risolto il problema in giornata, mi è stato indicato l’ufficio di viale Regione siciliana che, tra l’altro, non era molto distante da dove ero. Finalmente ce l’ho fatta, mi sono detto.

Ok, nuovamente traffico, caldo, parcheggio, ci sono. Il tempo di arrivare e prontamente individuo l’ingresso dell’ufficio, considerato che fuori ci sono persone che fumano, sicuramente è lì (l’ufficio è situato al piano terra di un complesso condominiale). Noto che ci sono persone in attesa con in mano un numerino segna turno. Chiedo ai presenti. Attendo. Sono le 12:15 circa, se mi sbrigo faccio in tempo a vedere Francesco. Che bello, mi viene voglia di sbaciucchiarmelo tutto! E’ solo questione di minuti. Mentre aspetto mi rendo conto che quelle persone che fumavano fuori non erano cittadini che aspettavano, fumando, il loro turno. C’era addirittura un tale che è sceso dal piano di sopra con un paio di cuffie di color bianco che ascoltava musica, ballicchiando il motivo. Alle ore 13:00 in punto tutti davanti alla macchinetta per timbrare il cartellino, a sancire la fine di una giornata di lavoro. Alle ore 13:00 in punto ho finalmente capito perché quelle persone non indossano un cartellino di riconoscimento: è chiaro, lavorano in incognito!!!! Mentre imponevo a me stesso di mantenere vivo il lume della ragione davanti a tanto sperpero di denaro pubblico, alla faccia di chi è abituato , male, a sgobbare per portare il pane a casa, forte di una promessa (sempre la stessa di prima) fatta a mia moglie e a me stesso decido ancora una volta di andare oltre natura (la mia) e proiettato ormai verso la risoluzione del mio problema, mentre mi viene in mente la proposta fatta pubblicamente dal sindaco Orlando a quei cittadini palermitani che avessero voglia di entrare a far parte di un albo professionale al fine di offrire, gratuitamente perché non ci sono soldi, la loro professionalità e consulenza o di proporre idee al fine di aiutare l’Amministrazione a migliorare i propri servizi ecc ecc….. .

Finalmente è arrivato il mio turno. Mi sento fortunato. Stavolta è quella giusta! E così è stato. La gentilissima signora Sgroi, che si è soffermata oltre il suo normale orario di lavoro per risolvermi il problema, affiancata da altri due gentilissimi collaboratori, mi fa accomodare nel suo ufficio fino alle 14:15. Onore all’impegno e complimenti per il senso del dovere sono doverosi verso queste persone e verso quelle tante che, consapevoli di cosa accade intorno (ogni riferimento è senza ogni ombra di dubbio puramente di fantasia, e scusate l’eufemismo!), comunque svolgono con serietà e professionalità il proprio lavoro fino in fondo. Francesco arrivo!!! … e, strada facendo, mi sovviene anche una soluzione per il recupero di fondi, e quindi rimpinguare le casse del comune di Palermo, che credo offrirò gratis … senza pretesa di diritti sul copyright. Giunto finalmente all’ospedale Civico, dopo aver mandato a quel paese il solito tacchegg… , pardon, parcheggiatore, rigorosamente abusivo, che mi chiede sempre il solito caffè dopo avermi inseguito per augurarmi una buona giornata …

Fuori Tempo Massimo (anche in questo caso promessa mantenuta!!!!) Però, stavolta, ho trovato persone ragionevoli all’ingresso, quindi… anche solo per 15 minuti! Che bel piccino che ho. Domanda lecita: “e i confetti???” Tutto questo ambaradan solo perché un “tale”, preposto a svolgere un compito semplice, stipendiato fino al giorno del pensionamento, non è stato in grado, nel dubbio, di informarsi e dare una risposta certa, perché sicuro sul da farsi. Quello che a me dispiace è che di queste situazioni se ne vivono tante, quotidianamente. Credo che faccia parte del costume, visto che nessuno si lamenta a dovere, dando però sempre e puntualmente la colpa alla pubblica Amministrazione. La mancanza di senso civico non è colpa degli altri. Se ognuno facesse il proprio dovere vivremmo tutti meglio. Concludo ricordando le prime due parole che ho imparato qui a Palermo : sono “Futtitinni” (fregatene…) e “Niente ci fa…”. Non so se mi sono spiegato bene!

Michele Carella

 


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