"Basta con la mia vita privata | Orlando, rispondimi al telefono" - Live Sicilia

“Basta con la mia vita privata | Orlando, rispondimi al telefono”

Il candidato di Pd, Udc e Api: "Adesso basta. Nessuno ha diritto di giudicarmi e io non ho nulla di cui vergognarmi". Al sindaco di Palermo dice: "Lo cerco da due mesi. Vorrei chiedergli di superare le preclusioni ideologiche nei confronti dell'Udc".

Rosario Crocetta
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“Adesso mi lascino in pace. Ho diritto di vivere la mia vita privata come voglio. Senza essere giudicato e senza dovermi vergognare di nulla”. Alla fine della conferenza stampa nella sede della Cia, insieme al “Movimento più”, ecco lo sfogo. Aveva provato, Rosario Crocetta, a dribblare le polemiche sorte attorno alla sua omosessualità, diventata tema politico nelle dichiarazioni di Gianfranco Micciché: “Come fa un partito di cattolici come l’Udc – ha detto ieri il leader di Grande Sud – a sostenere un uomo beatamente omosessuale?”. “L’uomo è fatto a immagine di Dio – replica Crocetta, non a caso pescando in ambito religioso – e non mi risulta che Micciché sia o sia mai stato una vestale della moralità. A dire il vero, lui mi ha giurato di non aver detto quelle cose su di me. Ma forse dovrebbe smentirlo pubblicamente. Adesso, però, basta. La mia vita è stata costellata dai sacrifici, anche a livello personale. Io non ho mai avuto un legame sentimentale – aggiunge Crocetta – perché la mia attività antimafia avrebbe costretto quella persona a vivere una vita ‘blindata’, come la mia. E non penso, tra l’altro, che avrei fatto quello che ho fatto se avessi avuto una persona accanto. Ma credo di avere diritto a vivere come gli altri. E credo – conclude – di possedere una ricchezza interiore maggiore di altri”.

Già che c’è, poi, una risposta Crocetta la riserva all’altro candidato di centrodestra: Nello Musumeci che aveva definito la propria come “l’unica candidatura nata davvero in Sicilia”. “La mia designazione – replica – è frutto di una spinta giunta dal basso. I partiti nazionali, anzi, credo l’abbiano subita”. Poco di più è dedicato agli altri. A cominciare da Claudio Fava: “Credo che quella che si sta aprendo sia una ‘corsa a tre’. Fava? Non credo sia competitivo per vincere. Sta solo facendo un grande favore al centrodestra. Pazienza. Lui continua ad offendermi ogni giorno, ma a me non interessa”. A Crocetta interessano di più, semmai, le mosse di Leoluca Orlando, al quale lancia un messaggio che somiglia a un appello. “Lo cerco da mesi. L’ho chiamato anche stamattina, ma non mi risponde. Ho parlato però – prosegue – con Antonio Di Pietro, che mi ha spiegato che l’unico ostacolo è rappresentato dall’Udc. Ma io mi chiedo, e chiedo all’Idv: se è un partito non ideologico, perché ha preclusioni ideologiche nei confronti di un partito?”.

Un partito che, secondo Crocetta, “ha deciso di voltare pagina. Di cambiare radicalmente. Vogliamo sempre pensare al passato? Può succedere in tutti i partiti che una persona sbagli, che sia responsabile di reati. Ciò che fa la differenza, però, è lo sforzo compiuto da quel partito per la selezione e soprattutto, la certezza che, chiunque sbagli, paghi”. E in questo senso, Crocetta ha auspicato che all’Ars venga ripescata la norma “blocca-indagati” presentata dal presidente della commissione antimafia Lillo Speziale e bocciata da Sala d’Ercole.

E una mano Crocetta la tende anche ai grillini, ai quali però dice: “Pensano di non candidare chi ha già fatto politica in passato. Questa è pura demagogia. Che faranno tra qualche anno, quando avranno amministratori sparsi in tutta Italia, magari giovani. Gli chiederanno di non ripresentarsi?”.

Crocetta va avanti per la sua strada, intanto. E andrà avanti comunque, anche nel caso di una discesa in campo di Antonio Ingroia: “Ho sperato e spero ancora che Ingroia faccia parte della mia squadra – ha detto – ma non vedo perché dovrei fare un passo indietro. Ho detto che lo avrei fatto solo nel caso in cui si fosse candidato Piero Grasso, ma non è stato necessario”. E almeno su questo punto, in un certo senso, Crocetta la pensa come Micciché.


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