CARACAS – E’ finita in un bagno di sangue la rivolta scoppiata venerdì nel carcere di Uribana, nel nord-ovest del Venezuela. E’ di 55 morti e 120 feriti il pesante bilancio delle vittime di una rivolta scoppiata nel carcere della città venezuelana. A renderlo noto è stato Ruy Medina, direttore dell’ospedale di Barquisimeto, che ha dichiarato alla stampa che l’ospedale ha accolto “circa 88 feriti, dei quali una trentina sono ancor ricoverati”. Iris Varela, ministro per il servizio penitenziario, ha dichiarato che nella prigione “c’è stata una rivolta, durante la quale leader di bande criminali hanno aggredito gli agenti della Guardia nazionale” e che “ha lasciato un triste bilancio di vittime, tanto nella popolazione penitenziaria come fra gli agenti”.
Secondo quanto riferito, ad aprire il fuoco sui detenuti che si erano ribellati a una perquisizione delle celle, sarebbero state le guardie che cercavano armi nascoste. Una soffiata aveva infatti dato notizia di regolamento dei conti tra gang rivali. Il maldestro tentativo di penetrare nel recinto carcerario si è concluso al prezzo di un numero troppo alto di vittime. I morti sarebbero tutti detenuti del penitenziario, ad esclusione di un agente della guardia nazionale e un pastore evangelico. L’opposizione ha accusato intanto il governo di aver permesso il massacro di decine di detenuti non avendo attuato i controlli necessari nelle carceri.
