PALERMO – La Regione è pronta a fare la banca. Quella che era nata come società finanziaria specializzata nell’erogazione di Fondi regionali, durante il suo percorso ha aggiustato il tiro. E adesso l’Irfis-FinSicilia vuole stare sul mercato, trasformandosi in holding finanziaria. Il piano strategico 2012-2014, che “S” nel nuovo numero in edicola da sabato 2 febbraio è in grado di anticiparvi nel dettaglio, parla chiaro: l’attività primaria di quello che fu il mediocredito del Banco di Sicilia-Unicredit prima che la Regione ne rilevasse le quote, deve essere ricondotta all’erogazione del credito.
Un progetto, quello messo a punto da Francesco Maiolini (nella foto) ed Enzo Emanuele, che passa dall’acquisizione di Sviluppo Italia Sicilia che opererebbe esclusivamente per la Regione e Finsicilia (ossia Cape Regione Siciliana, la società di private equity attualmente in amministrazione straordinaria e per questo non ancora acquisibile) che potrebbe, in prospettiva, gestire nuovi fondi chiusi. Una nuova organizzazione che prevede anche l’immissione di nuovo personale: con la cessione del ramo crediti a Unicredit, infatti, l’istituto ha lasciato “in eredità” un pacchetto di dipendenti alla banca. E intanto scoppia la guerra con Gaetano Armao: l’ex assessore ha presentato un esposto alla Corte dei conti su presunte irregolarità legate all’uso di 183 milioni. Ma la Regione si difende: “Tutto in regola”.
Questi signori non sanno di cosa straparlano. E’ mai possibile che nessuno sappia che il ramo d’azienda bancario è stato ceduto in modo poco trasparente e a mio giudizio illegittimo a Unicredit senza alcun corrispettivo? Posso chiedere al giornalista che ha curato questo servizio di fare una accurata indagine ? Può star certo che qualora si dedicasse a questa vicenda con passione e professionalità gli varrà il pulitzer.
Complimenti per la voglia di fare, quando ci si prodiga per la crescita sociale, con la prospettiva di creare anche posti di lavoro, non ci si può che complimentare.
Sono convinto, che qualcuno, e non parlo dei lettori, non abbia capito niente di quello che sta succedendo.
Speriamo che possa rappresentare un’opportunitá per la Sicilia.
Che bello sarebbe un moderno Banco di Sicilia e mi fa piacere che Crocetta non pensi solo a trasferire funzionari…..
prima la regione ha ucciso non solo il fu banco di Sicilia ma tutte le banche siciliane e adesso si fa la banca. PER QUALE RECONDITO SCOPO??????????????????????? NON CERTO PER I SICILIANI PERCHE’ ALTRIMENTI NON AVREBBERO FATTO CHIUDERE LE BANCHE GIA’ PRESENTI SUL NOSTRO TERRITORIO.
I CITTADINI NON SOLO NON HANNO PIU’ FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI MA SOPRATTUTTO NELLE BANCHE. ORMAI GLI USURAI LEGALIZZATI HANNO TRASFERITO LE LIQUIDITA’ IN ALTRI “LIDI” .
E, POI PERCHE’ APRIRE IN SICILIA ALTRA BANCA LOCALE ?????? ORMAI NON PIU’ NIENTE DA TOGLIERCI……… RESTANO SOLO LE MUTANDE!!!!!!
Cara Antonella speriamo che possa rappresentare un’opportunitá per la Sicilia e senza creare posti per i figli di personaggi che contano come fatto in banca nuova.
Un altro carrozzone per il quale, fra non più di dieci anni, verrà presentato il conto ai cittadini. In Sicilia tutto ciò in cui ha avuto mano la politica ha generato solo disastri. È l’Irfis ne sarà l’ennesima dimostrazione.
Ragazzi ma scherziamo, in un momento di crisi nera come questo se c’é qualcuno in Sicilia che fa qualcosa, beh, va incoraggiato, prescindendo da ogni altra considerazione. Ma avete letto che a Palermo hanno chiuso 8000 imprese?
per Andrea e i vari commenti entusiastici: Irfis è la finanziaria regionale che garantisce per le aziende che accedono ai finanziamenti. Il suo Capitale sociale (€18,5mln) attualmente non gli permette di far circolare la sua ingente liquidità perchè limitata a soli 25mln€ per controparte. Significa che il suo patrimonio mobiliare può essere allocato in ogni banca commerciale in tranches da 25mln. Il resto è presso la cassa regionale e fa montare interessi che vengono trattenuti dalla Regione. Cioè la liquidità che servirebbe a garantire investimenti sottoforma di fidejussioni in favore della PMI non può essere usata.
La trasformazione in Banca Commerciale non farebbe altro che cambiare la gestione caratteristica dell’istituzione dirottando la tesoreria al reddito d’impresa. E di Banche commerciali ce n’è a iosa in Italia…e come noto alcune in gravissima difficoltà come MPS. Si insomma la creazione di qualche centinaio di posti di lavoro in più non vale quanto il rilancio dell’economia sottoforma di iniezioni di finanza a supporto delle PMI…lì si gioca il destino della Sicilia perchè significa creare migliaia di posti di lavoro e tanto reddito in più ad uso della popolazione siciliana.
Intanto a Siena è terremoto vero, con la nuova linea investigativa di quella Procura che porta dritto all’associazione a delinquere. Dato che , anche a non masticare niente di politica né di politici né della ferrea legge che non fa muovere foglia che il politico, o per meglio intendersi il capobranco della situazione, non voglia, è lapalissiano che una ipotesi di “associazione a delinquere” che non comprenda almeno i massimi esponenti locali del Pd è monca. E siccome è altrettanto lapalissiano che quei vertici politici locali, senza l’avallo degli esponenti nazionali del già Pci/Pds/Ds/Pd, non avrebbero mai dato il via ad una macchina cacadenaro del genere, Bersani & Co. possono cominciare tranquillamente a sbranarsi. In attesa che lo facciano gli elettori nel segreto dell’urna. Per quando riguarda poi il venticello che spira sull’Irfis, da sempre un carrozzone a servizio della politica e, in modo particolare, dei vari Presidenti della regione, come ha ben detto Pizzino, la regione ha già regalato. E forse non sarebbe male se quel cadeau venisse messo sotto la lente d’ingrandimento dalla Procura palermitana.
Non vorrei peró che con l’acquisto di Sviluppo Sicilia lsi appesantisca l’Irfis che credo sia l’unica partecipata regionale efficiente e che comincia finalmente a fare utili.
@continuo a vomitare
hai le idee un pò confuse, le informazioni però le hai ricevute corrette!
è tutto vero tranne che la destinazione dei fondi non può che essere a favore delle imprese, viceversa servirebbe una legge.
i fondi si mettono in conti per renderli fruttiferi, viceversa ad impiegarli sarebbe la banca tesoriera (meglio se gli interessi se li pappa l’Irfis e, attraverso la distribuzione degli utili, il socio unico Regione – è uno dei rari casi di partecipate che distribuiscono utili).
Hai ragione che sono destinati alle aziende….ma con la crisi nessuno chiede soldi da restituire (i fondi regionali, in massima parte, servono per erogare finanziamenti) così si rendono fruttiferi….in altri casi si sperperano.
se poi tutto il problema è che Lombardo a preferito dare la presidenza a Maiolini piuttosto che ad Armao…beh mi sembra tutto molto riduttivo…mi preoccuperei di incalzare Crocetta su quale politica industriale e territoriale si intende fare e useri i soldi dell’Irfis per attuarla (e cioè tutti i soldi da destinare alle aziende nei vari settori!).
ma a che gioco giochiamo? Prima la Regione fa azzerare le Banche siciliane per salvare l’ex Banca di Roma (senza neanche riuscirci !), rottamando migliaia di dipendenti ,adesso la Regione con ‘maestranze dubbie’ ripropone una Banca Commerciale Regionale , ma dobbiamo per forza impelagarci anche noi in vicende strane come quelle di MPS? Poi mi chiedo non sarebbe opportuno far fare a banchieri non discussi eventualmente, non dimentichiamo che conoscere il passato delle persone aiuta a difendersi da loro in futuro.
@honhil
il solito qualunquismo becero…ma di che carrozzone parli se da 1992 l’Irfis è stata una società PRIVATA, si PRIVATA appartenente, nell’ordine, al guppo bancario BdS, Mediocredito Centrale, Banca di Roma, Capitalia (tutti falliti l’Irfis NO) e UniCredit fino al 2011….al servizio di chi?…la regione non ha scuscito una lira per acquisire l’Irfis e negli hanni ha raschiato, per le spese correnti della Regione stessa, i fondi destinati agli investimenti delle imprese siciliane….ma di che cosa parlate….!
Armao ha progettato la nuova irfis e qualcuno l’ha fregato….da qui carica e infamia contro l’unica realtà che in sicilia chiude con 4 o 5 milioni di utile….e non di perdite….come i vostri amati privati che delocalizzano le produzioni sfruttando i lavoratori e qui chiudono….o come i gioiellieri che non pagano gli stipendi da mesi e poi evadono il fisco…per favore.
Irfis presta garanzie non impiega direttamente i fondi, tranne in alcuni casi dove viene stipulata una convenzione ben precisa. Ok non è semplice descrivere in un post la struttura “commerciale” di Irfis e tutto il resto…e lo ammetto il post è scritto in maniera un pò convulsa.
Vedi il problema vero è che la gran parte dei fondi di Irfis sono presso il tesoriere regionale, udite udite Unicredit, e il fatto che è stato discusso, criticato e poi sospeso l’aumento di capitale (che libererebbe irfis dal vincolo dei 25mln di € per controparte) mi puzza un pò….a te no?
Poi per quel che riguarda la poltrona di Presidente beh io non ho mai detto che sarebbe stato meglio darla ad Armao ho detto che il progetto di Armao era pensato in maniera completamente diversa. Hanno sbagliato a nominare Maiolini, questo secondo me è certo. Ma non per le professionalità e le competenze commerciali di questa persona, che non discuto (anche se i metodi sono da galera) ma perchè questa istituzione pubblica deve trovare in un magistrato della corte dei conti la sua guida, è un’opinione personale chiaramente.
E’ chiaro che mi trovo assolutamente d’accordo con te soprattutto sull’ultima parte…ma sembra che l’indirizzo “montiano” sia quello prevalente: rastrellare liquidità per produrre finanza netta senza creare sviluppo, un pò come ha fatto con la riconduzione in tesoreria unica di tutti quei servizi di cassa le cui giacenze erano gestite direttamente dalle banche tesoriere, potendo di fatto lucrare sugli interessi attivi. Si insomma il denaro pubblico non è più pubblico ma serve a creare valore utile a mantenere la soglia di spesa pubblica a 800mld di € l’anno (altissima e assurda). Così non si va da nessuna parte.
Scusatemi…….. Il signor Emanuele…….. non ha una condanna? come ex Ragioniere generale….. (credo stia restituendo qualche centinaio di migliaio di euro)…..allora che fa la burocrazia? Gli affida una Banca………. scusate ma stiamo scherzando?
sono d’accordo, infatti ti ho quotato.
scusa se ti rispondo qui al tuo post successivo!
guarda che irfis non presta garanzie (non è un confidi), l’Irfis da sempre gestisce fondi della regione per finanziamenti diretti e contributi, alcuni di questi per abbattere gli interessi che le pmi devono restituire alle banche per aver contratto dei mutui.
a parte l’operatività….quel passaggio è servito per consentire il miglior investimento dei fondi in conti di deposito (rendimenti circa 3 o 4 %) piuttosto che 0.5% che riconosceva Unicredit.
ma sono fondi che hanno PER LEGGE destinazione PMI, quindi a richiesta delle stesse PMI vengono erogati finanziamenti, in attesa di richieste i soldi vengono impiegati al meglio, mi sembra una buona cosa. ma non lo diciamo a voce alta perchè se lo sente la Regione se li pappa tutti per finanziare le spese correnti….allora si che griderei allo scandalo! (è già avvenuto! si sono più volte presi le disponibilità dei fondi per le spese correnti, senza restituirle.)
aspetto con moderazione ma non troppo
Se riscende in campo questo sono dolori per le altre banche, poco ma sicuro…..
…si Rino sarà un successo come la gestione di Banca Nuova……..Le banche devono essere morali, perchè fanno un mestiere difficile, e se cominciano a rispondere a forze politiche e professionali soltanto è la fine!
Di tutto ha bisogno l’economia siciliana tranne che di un altro carrozzone che distribuisce soldi pubblici (cioè nostri) e fa nuove assunzioni.
Mi pare un programma studiato apposta per gli amici e per gli amici degli amici da Maiolini, guarda caso nominato da Lombardo all’Irfis..
Chi ha veramente bisogno di mutui e crediti sa che ci sono mille banche pronte ad affrontare il rischio commerciale.
Crocetta, ripensaci.
ma se siamo di fronete ad una stretta creditizia indecente, hanno dato alle banche miliardi di euro per darli alle imprese ed invece hanno comprato titoli di stato al 5 e 6 per cento…vergogna.