"La meravigliosa fragilità del Papa" - Live Sicilia

“La meravigliosa fragilità del Papa”

Fulmini su San Pietro

Lo storico Miguel Gotor ha affrontato già in un libro i misteri del caso Moro. Ora si misura con i misteri del caso Ratzinger. Per Livesicilia.

Intervista a Miguel Gotor
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2 min di lettura

Miguel Gotor, che cosa pensa delle interpretazioni ‘complottistiche’ delle dimissioni del Papa? Che sembrerebbero avvalorate dalla modalità con cui le dimissioni sono state presentate, all’insaputa di molti all’interno del Vaticano?
“In base alle mie conoscenze tenderei a escludere una lettura complottista della vicenda, un antico vizio italiano che spesso impedisce di apprezzare con equilibrio la realtà nel suo farsi. Certo la riservatezza di una decisione così importante non mi sembra, sul piano logico e preso da solo, un elemento a sostegno dell’intrigo: credo piuttosto che il Papa abbia preso un pronunciamento tanto impegnativo per se stesso e per la storia della Chiesa in modo autonomo e riservato”.

Che conseguenze avrà il gesto sull’istituzione stessa del Pontificato? E sull’idea occidentale di ‘potere’?
“E’ difficile dirlo nell’immediato. Il papa è il vicario di Cristo e la sua elezione per i credenti rientra in un disegno provvidenziale. La decisione di dimettersi è impegnativa non solo rispetto alla storia, ma anche rispetto alla teologia e non a caso è stata accompagnata da un dibattito giuridico plurisecolare. Direi che è un gesto che va inserito all’interno del dialogo con la modernità avviato con il Concilio Vaticano II, ai lavori del quale il teologo Ratzinger partecipò: rivela il compimento raggiunto dal processo di secolarizzazione dall’autorità pontificia, un fenomeno che inizia con il Concilio di Trento nel Cinquecento e che negli ultimi 50 anni ha subito un’indubbia accelerazione”.

Joseph Ratzinger resterà Pontefice di diritto?
“Fino al momento delle sue dimissioni sì, poi no”.

In che modo le dimissioni di un Papa possono costituire il bene della Chiesa?
“Il messaggio forte e nobile è quello di una spoliazione volontaria di un potere assoluto perché temporale e spirituale al tempo. Il gesto è profondamente umano e democratico. Esso viene annunciato nella Giornata internazionale del malato e mi sembra anche questo significativo perché testimonia una speciale attenzione alla fragilità della persona. La convergenza di questi aspetti può rafforzare la Chiesa in un momento difficile per l’economia e la politica”.

 

 


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