Avanti non si arrende: | "La legge è incostituzionale" - Live Sicilia

Avanti non si arrende: | “La legge è incostituzionale”

Il presidente dell'Urps: “Presenteremo una memoria al Commissario dello Stato contro una legge truffa e anticostituzionale”.

L'abolizione delle Province
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PALERMO – “Quella di Crocetta è un’operazione demagogica e ipocrita. Forse crede di potersi ingraziare il Movimento cinque stelle in vista della discussione della legge finanziaria”. L’Urps non ci sta e per bocca del suo presidente Giovanni Avanti torna all’attacco del disegno di legge approvato ieri dall’Ars che prevede l’abolizione delle Province. Avanti annuncia: “Presenteremo una memoria al Commissario dello Stato contro una legge truffa e anticostituzionale”. L’Unione Province regionali siciliane torna dunque a ribadire l’incostituzionalità del disegno di legge che ieri Sala d’Ercole ha approvato con 51 voti favorevoli e 22 contrari.

“Oggi l’abolizione delle Province non è possibile. A prevederle è la Costituzione, sia all’articolo 5 che all’articolo 114. La stessa Corte Costituzionale ha ribadito come la potestà della Regione siciliana debba essere strettamente conforme ai principi della legislazione statale. La Sicilia potrebbe istituire nuove Province, ma non certo sopprimere così l’Ente Provincia”. Si conferma serrata anche la posizione politica di opposizione alla riforma da parte dell’Urps. “Per dovere di verità dobbiamo confermare il nostro ‘no’ al proclama truffa presentato dal governatore Crocetta – dice Avanti -, è una operazione da vecchia politica che non innova nulla. Il presidente parla di un risparmio da 100 milioni di euro? Spara cifre a casaccio. Bisogna calcolare che le Province hanno un personale che andrà trasferito e tutta una serie di servizi che qualcun altro dovrà fornire. Questa operazione demagogica serve solo a distrarre i siciliani dai vari sprechi che riguardano la Regione”.

Nel mirino di Avanti sono dunque tutti gli esterni a carico della Regione Sicilia. “Crocetta elimini piuttosto i dirigenti esterni, gli assessori esterni e gli oltre 200 enti collegati”. Parlando dei costi della politica invece il presidente della Provincia di Palermo sottolinea come questi ammontino ad “appena 17 milioni di euro, che sarebbero stati dimezzati qualora fosse stata approvata la nostra legge di riordino”. Nel complesso invece le nove Province siciliane spendono poco più di 600 milioni di euro, di cui il 23 per cento in investimenti. Gli oltre 5.600 dipendenti invece costano 200 milioni di euro, con un contratto medio di poco inferiore a quello dei dipendenti comunali.


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