Tagli ai teatri, esplode la protesta |I lavoratori occupano il Bellini di Catania - Live Sicilia

Tagli ai teatri, esplode la protesta |I lavoratori occupano il Bellini di Catania

E' un'occupazione simbolica quella del teatro Bellini, la programmazione degli spettacoli infatti non subirà cambiamenti. Lo stato di agitazione indetto da tutte le sigle sindacali vuole accendere i riflettori sui paventati tagli della Regione ai fondi destinati alla cultura. "Se il taglio diventasse definitivo - avvertono - pronti alla protesta durissima".  La protesta ha provocato alcune reazioni politiche.

TAGLI AI TEATRI
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CATANIA – Aria di battaglia si respira oggi sul palco del Bellini di Catania: maestranze, cantanti, maestri d’orchestra e musicisti supportati da tutte le sigle sindacali hanno deciso di occupare “simbolicamente” i locali del Teatro Massimo per contestare i tagli alla cultura previsti nella finanziaria varata dal Governo Crocetta. Il futuro del Bellini sembra appeso alle decisioni che vengono da Palermo. La riunione di ieri con i rappresentanti sindacali e l’assessore Michela Stancheris sembrava aver lasciato un velo di ottimismo, almeno alla Cgil e alla Uil. Gli esponenti delle due sigle erano tornati a Catania soddisfatti di aver portato a casa uno spiraglio dal tunnel che proiettava all’orizzonte una lapide con impressa la foto dell’ente lirico dedicato al Cigno. La Cisl, invece, già durante l’incontro aveva storto il muso.

“Alla fine hanno confermato i tagli a tutti i teatri – dichiara a LiveSiciliaCatania Antonio D’Amico della Fistel Cisl, uno dei promotori dell’occupazione di oggi – e questa risposta a noi non è piaciuta. Ci sono stati dei buoni intenti e un buon dialogo, ma noi pensiamo che questo dialogo sia per una programmazione a lungo termine. Ma – sottolinea il professore d’orchestra – tagliare ora per programmare a lungo termini per noi è impossibile significa chiudere”. Sull’occupazione del teatro D’Amico precisa: “Questa è una protesta artistica. Noi non chiuderemo il teatro. anzi chiunque vuole venirci a trovare noi suoneremo e faremo concerti. Questa è un’occupazione per la città , per evitare che il teatro chiuda e i primi a pagarne sarebbero proprio i nostri abbonati e tutti i cittadini”. Il nodo della questione è la forbice del taglio ai fondi destinato all’ente: il sindacalista della Cisl per far capire in termini numerici fa un raffronto sulla stagione 2012 e quella attuale. “Nel 2102 avevamo 16 milioni e 280 mila euro – spiega D’Amico e ora si paventa un taglio del 22% che significherebbe tagliare risorse alla produzione e per pagare gli stipendi ai lavoratori”.

Su questo punto si sofferma anche Rocco Vitaliano della Uil. “Le proposte di ieri sono state molto positive – dichiara – ma siamo allarmati per questo taglio che porterebbe i fondi al di sotto della soglia di sopravvivenza del teatro. Nonostante la gestione del Bellini sia chiara e trasparente, e senza sprechi, ci viene inflitta questa spada di Damocle che non ci permette di svolgere alcuna attività”. E l’eco di una diversità di trattamento da parte della Regione tra le due città arriva nella bocca del sindacalista della Uil. “C’è il famoso dualismo – incalza Vitaliano – tra Catania e Palermo, perché mentre il capoluogo siciliano viene trattato in un modo, noi siamo trattati in un altro. Noi oggi siamo in assemblea perché ci sono arrivate notizie che dalla Commissione Bilancio sia uscita una cifra pari a 14 milioni e 500 mila euro, quando noi abbiamo sempre sostenuto che la soglia di sopravvivenza di questo teatro è 16 milioni”.

Simone Paradiso, rappresentante della Slc Cgil smorza un po’ i toni. In continuo contatto con alcuni deputati regionali per la Camera del Lavoro etnea è necessario attendere la conferma dei tagli. “Io questa non la chiamerei un’occupazione – dichiara a LiveSiciliaCatania – ma uno stato di agitazione che serva a sensibilizzare la politica affinché con l’intervento di alcuni parlamentari si riesca a reintegrare quella parte di fondi che è stato tagliato. Questa forma di protesta non farà saltare gli spettacoli ma – promette  Paradiso – se il taglio diventerà definitivo siamo pronti a battaglie più dure e eclatanti”.Questa sera l’orchesta del Bellini in occasione del Concerto sinfonico ha deciso che suonerà in borghese.

Reazioni. Sul paventato taglio ai fondi per i teatri interviene Fabio Granata, già assessore regionale alla cultura: “I tagli alla cultura e in particolar modo ai Teatri Siciliani, iniziando da quelli al Bellini, rappresentano una vergognosa mortificazione delle maestranze e degli artisti che a prezzo di enormi sacrifici hanno prodotto livelli di eccellenza sia alla produzione lirica che a quella sinfonica e teatrale. Piena solidarietà alle maestranze del Bellini, Teatro che in tempi recenti aveva rappresentato l’eccellenza sui grandi palcoscenici mondiali”

Enzo Bianco ha lanciato un appello al presidente della Regione Rosario Crocetta e a tutti i gruppi parlamentari dell’Ars “perché vengano riconsiderate le cifre del bilancio regionale da destinare ai teatri catanesi”. “Tagliare i fondi ai teatri, esporli alla mortificazione delle stagioni ridotte o addirittura al rischio della chiusura, sarebbe come ferire l’anima stessa di questa città. Ecco perché lancio un appello al presidente Crocetta, sempre molto sensibile ai problemi di una cultura impastata di socialità com’è quella del teatro, e a tutti i gruppi parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana, a ridefinire le cifre previste in favore di quelli catanesi e in particolare di Massimo Bellini e Stabile. Considerato peraltro che al Bellini di Catania si pensa di tagliare il 20% contro il 10% del teatro lirico di Palermo che pure ha finanziamenti dello Stato. Lo Stabile, poi, ha subito lo scorso anno un taglio che ha rischiato di affondarlo”.

Il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli dichiara: “Non possono bastare ai lavoratori del Teatro Massimo Bellini e dello Stabile le rassicuranti parole di circostanza del governo Crocetta, peraltro smentite dai fatti come si apprende da palazzo dei Normanni. A dispetto delle chiacchere, ulteriori tagli stanno per abbattersi sulle massime espressioni della cultura catanese nonostante le stagioni degli spettacoli siano prossime alla conclusione e gli impegni contrattuali già definiti. Siamo solidali coi lavoratori che giustamente denunziano lo stato di abbandono della loro professionalità, oggi come ieri, da chi ha la responsabilità del governo della Regione. Si cambi rotta e si diano garanzie effettive alla vita di queste prestigiose istituzioni che non possono subire ancora le disattenzioni di parolai in servizio permanente effettivo”.

Aggiornamento 28/04. Maurizio Caserta, candidato sindaco interviene sulla vicenda dei tagli alla cultura.

“I tagli -ha detto Caserta – effettuati per volontà del governatore Crocetta e dei suoi alleati di coalizione, segnano la fine della cultura a Catania. I tagli preventivati per il Teatro Bellini e il Teatro Stabile sono inaccettabili e fatti, a nostro modo di vedere, senza alcun criterio. Tagli che non solo mettono a rischio la stagione in corso per la quale, con precedenti impegni da parte della Regione, erano già stati firmati accordi e contratti che i teatri dovranno comunque rispettare, ma soprattutto sanciscono la certezza che molti, se non tutti, dei lavoratori che sono impegnati in queste strutture non avranno più il posto di lavoro garantito”.


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