Contrordinanza sulla movida| "Incontreremo Di Marco" - Live Sicilia

Contrordinanza sulla movida| “Incontreremo Di Marco”

I gestori contrari all’ordinanza sulla movida si recheranno in assessorato per protocollare la loro proposta di modifica.

i gestori dei locali
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PALERMO – Giunge la prima contromossa ufficiale dal fronte dei commercianti avversi all’ordinanza sulla movida emanata dalla Giunta Orlando. Fin da quando è entrato in vigore lo scorso 1 giugno, il provvedimento è stato investito da un vespaio di polemiche, fra le furibonde contestazioni dei gestori da un lato, e, dall’altro, il plauso dei residenti delle zone interessate, che anzi hanno chiesto norme ancora più stringenti. A nulla sono valsi finora i tentativi di mediazione con il Comune, al contrario nel corso delle settimane lo scontro ha assunto toni sempre più accesi.

Ebbene domani una rappresentanza degli esercenti, guidata dai due portavoce della protesta, il presidente dell’associazione Efatà Antonio Ferrante e il consigliere della Settima Circoscrizione Eduardo De Filippis, si recherà presso la sede dell’assessorato alle Attività Produttive per protocollare una proposta di ‘contrordinanza’, già firmata da una settantina di gestori, e presentarla così ufficialmente all’assessore Marco Di Marco, tra i fautori dell’ordinanza.

Tra le proposte di modifica avanzate dagli esercenti ci sono una nuova modulazione dei decibel (“dato che il limite di 60 decibel è quello di una normale conversazione”, dice Ferrante); la possibilità che la musica in filodiffusione non abbia orari stabiliti e quindi sia distinta rispetto alla musica dal vivo; e l’avvio di una zonizzazione acustica con una prima sommaria partizione tra borgate marinare e centro storico.

“Se non avremo risposta quantomeno sulla fattibilità di queste proposte – afferma Ferrante –, la prossima settimana presenteremo ricorso al Tar. Alcuni gestori hanno già registrato perdite economiche importanti. Il problema non sono i controlli effettuati o meno in tutta la città. La verità è che per combattere l’abusivismo in certe zone bastava applicare il codice penale e non certo elaborare un’ordinanza del genere”.


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