Il cocktail della discordia| all'ex Noviziato dei Crociferi - Live Sicilia

Il cocktail della discordia| all’ex Noviziato dei Crociferi

Alcuni consiglieri di maggioranza restano alla porta la sera del Festino mentre nella sede dell'assessorato al Centro storico si tiene un rinfresco con alcuni tra assessori, consiglieri e dipendenti comunali per ammirare i fuochi d'artificio. Scoppia la polemica e le opposizioni chiedono le dimissioni dell'assessore Agata Bazzi.

IL CASO durante il festino
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PALERMO – Un rinfresco pagato da sponsor privati e ristretto a un centinaio di invitati ma non ai consiglieri comunali, il tutto per la notte del Festino e nella sede dell’assessorato al Centro storico con tanto di personale comunale: scoppia un nuovo caso al comune di Palermo, con le opposizioni che chiedono le dimissioni dell’assessore Agata Bazzi e si interrogano sui costi del cocktail e sul perché del rinfresco.

Non si placano le polemiche sul Festino di Santa Rosalia. Anche se, questa volta, non c’entrano né i simboli del Gay Pride, né il botta e risposta con la Curia: casus belli è un piccolo ricevimento, se così si può chiamare, tenutosi al terzo piano dell’ex Noviziato dei Crociferi, sede dell’assessorato al Centro storico. Edificio che si trova proprio sul Foro Umberto I, il che lo rende la postazione ideale per poter ammirare i fuochi d’artificio della notte del 14 luglio.

Una serata, con rinfresco annesso, organizzata dall’assessore al ramo Agata Bazzi e alla quale hanno partecipato alcuni assessori, alcuni addetti di una radio che trasmetteva un programma sul Festino, i dipendenti del Centro storico con annessi accompagnatori (con nominativi comunicati preventivamente) e qualche consigliere comunale: in tutto un centinaio di persone, non di più viste le norme di sicurezza. Ma, quando nel corso della serata due consiglieri di maggioranza (si vocifera di Maurizio Lombardo e Orazio La Corte) si sono presentati con consorti al seguito per salire fin sopra la terrazza, si sarebbe sentiti rispondere di non essere in lista e che, per questo, non potevano entrare. Una risposta che ha provocato malumori che ieri sono circolati, come un tam-tam, tra gli inquilini di Sala delle Lapidi scatenando un vero e proprio vespaio.

“Abbiamo il diritto di sapere quello che è successo – tuona il capogruppo del Pdl, Giulio Tantillo – chiederemo che se ne occupi la conferenza dei capigruppo”. E Tantillo ha anche presentato un’apposita interrogazione, con risposta scritta, per chiedere a Orlando se è stato organizzato un ricevimento ma soprattutto per capire da chi sia stato organizzato, quali fossero i nominativi in lista, se e da chi è stato offerto il cocktail e se erano presenti assessori, consiglieri o personale comunale, visto che qualcuno ha dovuto aprire il palazzo e svolgere la funzione di portineria. “E’ una vicenda che lascia di stucco e con l’amaro in bocca – continua Tantillo – dal punto di vista istituzionale la città non ne esce bene. Il signor sindaco deve una risposta alla città e la Bazzi dovrebbe trarne le dovute conseguenze. Voglio capire come sono andate le cose e, nel caso in cui qualcosa non ci convinca, chiederemo le dimissioni dell’assessore”.

Una voce, quella di Tantillo, che non è di certo isolata. Nel corso di tutta la giornata di ieri, infatti, si è scatenato il passa-parola, specie tra i consiglieri orlandiani, alcuni dei quali sono rimasti stupiti non solo per non essere stati invitati, ma anche per l’utilizzo di un palazzo pubblico per un evento ristretto solo ad alcuni. E, tra questi alcuni, anche il capogruppo di maggioranza Aurelio Scavone. “Io avevo chiesto di partecipare solo per i miei problemi di deambulazione – dice Scavone – e ho saputo del non invito ai consiglieri solo a fine serata”.
Dalla maggioranza, per il resto, bocche cucite ma è innegabile che la notizia abbia creato parecchi malumori anche perché, sul finire della serata, ad altri consiglieri di maggioranza invece sarebbe stato concesso l’ingresso. Il presidente del consiglio, Totò Orlando, dice invece di non essere stato messo al corrente della vicenda.

Sta di fatto, però, che ormai le voci hanno fatto il giro di piazza Pretoria scatenando un vespaio. “L’utilizzo, da parte del sindaco Orlando, di un edificio comunale per scopi privati è un gesto deprecabile che sottolinea ancora una volta la distanza dell’amministrazione da quei principi di trasparenza di cui pubblicamente si fregia – dice Giuseppe Federico di Grande Sud – l’Ufficio del Centro Storico del comune di Palermo non è a disposizione dei vezzi del primo cittadino e dei suoi sodali, è un edificio comunale che ospita gli addetti ad uno specifico servizio al cittadino. La Bazzi farebbe bene a dimettersi”.

Richiesta di dimissioni ribadita anche da Giovanni Lo Cascio di Nuovi orizzonti: “Se ci sono delle responsabilità politiche, l’assessore ne prenda atto. E comunque venga a riferire in conferenza dei capigruppo”. “Chiedo a gran voce chiarezza – dice Francesco Scarpinato, capogruppo di Nuovi orizzonti – anche in Aula. Queste vicende aumentano la distanza tra i cittadini e la politica. Peccato che la commissione di Garanzia e trasparenza non si sia già insediata per occuparsi di quanto successo”. “Vedere consiglieri della maggioranza e assessori litigare per il mancato accesso a una festa riservata mi indigna come consigliere ma soprattutto come cittadino – dice Fabrizio Ferrara di Ora Palermo – un episodio spiacevole, che nella situazione giorno dopo giorno sempre più drammatica che vive la nostra città, la dice lunga sullo strano modo di intendere il senso delle istituzioni: non viste come nobile servizio alla cittadinanza, ma come carica privilegiata per perdere tempo ad organizzare feste esclusive o per rivendicarne l’accesso. L’assessore Bazzi ci spieghi quanto è costata la serata e perché gli sponsor avrebbero dovuto pagare: cosa c’è sotto? Che interesse hanno gli sponsor a omaggiare all’assessore una festa privata?”.

Dal Comune replicano che la serata, per le casse di piazza Pretoria, è stata a costo zero: le spese sarebbero state sostenute dagli sponsor privati del Festino e, inoltre, gli inviti sarebbero stati limitati a pochi proprio per non superare il centinaio di persone ammesse per motivi di sicurezza: tant’è che assessori e dipendenti comunali hanno dovuto comunicare in anticipo quante persone avrebbero portato con sé. Inoltre il servizio di portineria sarebbe stato svolto a titolo gratuito. “L’ufficio dell’assessore Bazzi ha invitato gli assessori e i dipendenti del palazzo – replica l’ufficio stampa di Palazzo delle Aquile – gli inviti non sono stati estesi ai consiglieri comunali perché, se accompagnati, avrebbero fatto superare il numero consentito. L’assessore Bazzi si scusa però per il non invito alla presidenza del consiglio comunale. Il cerimoniale non aveva fornito altri nominativi”. E l’assessore avrebbe anche presentato le proprie scuse ai consiglieri lasciati alla porta, mediante una riservata. Dichiarazioni concilianti anche se, i ben informati, riferiscono che perfino il sindaco, tempestato di segnalazioni da parte dei consiglieri, non abbia preso affatto bene la vicenda. E così l’assessore Bazzi si ritrova per la seconda volta, dopo l’affaire Di Peri, al centro di una polemica che promette scintille.


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