Furto e ricettazione d'auto | Ordinanza per 10 persone - Live Sicilia

Furto e ricettazione d’auto | Ordinanza per 10 persone

La Squadra Mobile ha sgominato una banda di 10 persone che operava tra Catania e Agrigento. Il capoluogo etneo si era trasformato in una sorta di autosalone dove i criminali sceglievano le auto da rubare direttamente su commissione. (Nella foto, il capo della Mobile, Antonio Salvago)

OPERAZIONE SHOWROOM
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Due degli arrestati

Due degli arrestati

CATANIA. La città di Catania era divenuta una sorta di autosalone all’aperto. “L’ordinazione” partiva direttamente da Agrigento mentre nel capoluogo etneo si faceva man bassa di vetture: venivano rubate, rivendute ed infine spedite verso il centro della Sicilia. E c’era anche la top ten delle auto più richieste. Su tutte le Fiat: 500 e Nuova Panda. Un giro d’affari, economicamente ancora tutto da valutare, sgominato dagli agenti della Squadra Mobile guidata da Antonio Salvago. L’operazione è stata denominata “Showroom” con il provvedimento cautelare che è stato emesso dal Gip etneo ipotizzando i reati di associazione per delinquere, furti furti d’auto e ricettazione. Gli arrestati sono Orazio Puglisi, 39 anni, e Agatino Zammataro, di 35. I domiciliari sono stati disposti, invece, per Domenico Parisi, 43 anni, Salvatore Nicotra, 40, e Luigi Tornambè, di 41. Il Gip ha poi disposto l’obbligo di dimora per altri cinque indagati: Andrea Biffi, di 24 anni, Massimiliano Consoli, di 35, Giuseppe Dainotti, di 20, Innocenzo Iacona, di 48, e Maurizio La Marca, di 30.

Il resto della squadra

Il resto della squadra

Per ogni furto di macchina c’era un compenso di 4 mila euro per gli aguzzini. Il gruppo criminale era organizzatissimo: con sofisticate centraline in loro dotazione riuscivano a beffare i sistemi di sicurezza satellitari: segno che la malavita organizzata sa organizzarsi anche tecnologicamente. Una storia che è andata avanti almeno sei mesi per un totale almeno quindici macchine rubate. “Non ci fermiamo qua l’attività prosegue – spiega Salvago -. In tutto questo contesto non va sottovalutato il fenomeno dei cavalli di ritorno con il quale ci troviamo a fare i conti e per il quale vengono chiesti almeno 500 euro a restituzione. Mi preme anche evidenziare come, nell’operazione Showroom, sia stata decisiva la denuncia dei cittadini derubati: e questo è un buon segnale”.


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