Protesta dei sindaci all'Ars | "Comuni ormai al collasso" - Live Sicilia

Protesta dei sindaci all’Ars | “Comuni ormai al collasso”

La protesta dei sindaci all'Ars (foto facebook, Marco Benanti)

Gli amministratori locali in piazza contro i tagli, chiedono la ricostituzione del Fondo per le autonomie. (foto facebook Marco Benanti)

La manifestazione dell'anci
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PALERMO – I sindaci dei comuni siciliani si sono dati appuntamento oggi a Palermo per protestare contro i tagli agli Enti locali che “sono ormai al collasso”. Una ‘sfilata’ con tanto di gonfaloni partita da Piazza Marina e diretta a Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento regionale, dove il corteo si è fermato per chiedere un incontro con il governatore Crocetta e con il presidente dell’Assemblea regionale Giovanni Ardizzone.

“Chiediamo una variazione di Bilancio che ricostituisca il fondo per le autonomie – spiega Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni e reggente di Anci Sicilia da quando Giacomo Scala ha rassegnato le sue dimissioni – che dal 2009 è stato ridotto all’osso, passando da 914 a 540 milioni di euro”. Ma lo svuotamento del fondo non è stato l’unico fattore che ha mandato in crisi i comuni. Hanno giocato la loro parte, infatti, anche i tanti interventi dello Stato, mirati alla revisione della spesa, e l’abolizione dell’Imu. Tutte cose che hanno determinato “un’assoluta assenza di servizi – lamentano i sindaci – dalle mense, ai trasporti e passando per le politiche sociali”.

E la denuncia arriva dai tantissimi sindaci presenti alla manifestazione, ci sono quasi tutti quelli dei 390 comuni siciliani: il renziano Marco Zambuto, sindaco di Agrigento e il sindaco di Enna Paolo Garofalo per citare soltanto qualcuno dei primi cittadini dei comuni più grandi, ma la maggioranza è rappresentata da sindaci di piccoli comuni come Erice, Castellana Sicula, Petralia Sottana, e di tantissimi altri piccoli centri sparsi per tutta l’Isola. I comuni con meno di 5 mila abitanti, infatti, sono tra quelli che hanno più sofferto visto che, in un anno, la Regione ha ridotto i finanziamenti da 140 a soli 56 milioni. Per loro, “il rapporto tra Regione e Comuni va rilanciato” e Scala avverte: “Non scherziamo, siamo l’unico baluardo di democrazia rimasto nei territori”.

Ieri, a sostegno della protesta era arrivata anche la lettera del presidente nazionale dell’Anci Piero Fassino, che aveva manifestato “piena adesione e solidarietà ai contenuti e alle finalità della vostra iniziativa – aveva scritto ieri pomeriggio il sindaco di Torino – che serve a ribadire con forza la drammatica situazione economico-finanziaria degli Enti locali e riportare al centro del dibattito politico regionale il bisogno dei cittadini di avere servizi efficienti e interventi concreti in favore del lavoro e dello sviluppo”. Oggi, invece, parole a sostegno dei sindaci siciliani arrivano da quasi tutto il mondo politico siciliano.

Aderiscono alla protesta anche i deputati regionali del Partito democratico Anthony Barbagallo, anche sindaco di Pedara, e Fabrizio Ferrandelli, che scrive: “Credo che Rosario Crocetta più che il presidente della Regione oggi debba innanzitutto fare il sindaco di tutti i sindaci siciliani. Ripartire dai territori e dai bisogni delle comunità locali significa ridare centralità all’azione degli amministratori”. Ma il sostegno alla protesta arriva anche dal capogruppo del Popolo delle Libertà all’Ars Nino D’Asero, che punta il dito contro l’immobilismo del governo regionale, e da Nino Leanza (Articolo 4) che fa eco ad Amenta. “In Sicilia – afferma Leanza – occorre rilanciare le autonomie locali, che sono il vero baluardo della politica e dell’amministrazione della cosa pubblica”. Vicina alla causa dei comuni anche l’europarlamentare Rita Borsellino, che scrive: “Il peso dei tagli agli Enti locali è un grave danno per il bene comune”.


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