"Il Muos è anticostituzionale |e le procedure illegittime" - Live Sicilia

“Il Muos è anticostituzionale |e le procedure illegittime”

Alla base ci sarebbe la violazione degli articoli 80, 87 e 11 della Costituzione, operate mediante i trattati internazionali per la concessione di basi militari. La posta in gioco, secondo il Comitato, è altissima: “L’installazione dell’impianto implicherebbe la perdita dell’esercizio della Sovranità territoriale”

CATANIA. “Non è conforme alla Costituzione e quindi è illegittimo”. E’ il duro attacco lanciato ancora una volta dal Comitato etneo NO-MUOS contro l’eventuale installazione a Niscemi del moderno sistema di radio-telecomunicazioni satellitari ad altissima frequenza ( Mobile User Objective System) delle Forze Statunitensi.

La presenza militare degli Stati Uniti sul territorio Italiano è solitamente associata alla presenza della Nato, e pertanto giustificata dall’adesione dell’Italia al Patto Atlantico che disciplina, appunto, in materia di difesa, i rapporti fra i paesi firmatari. In parole pavore, secondo il Coordinamento, alla base ci sarebbe un’idea viziata da una percezione erronea della fonte Internazionale. In merito, infatti, il comitato No-Muos sottoscrive un’importante precisazione. “ Il trattato NATO, – spiega l’avvocato Sebastiano Papandrea, storico consulente legale del Coordinamento – essendo anche bilaterale non prevede in alcun modo l’obbligo di concedere basi ad altri Stati aderenti ( tale obbligo non può essere desunto né dal patto di reciproca difesa – art. 5; né dagli obblighi di rafforzamento strategico – art.3).

Ma il comitato No-Muos, si scaglia soprattutto contro le “procedure informali” che sarebbero state adottate nella fase di concessione territoriale della Base di Trasmissione a Niscemi. Trattandosi, infatti, di una accordo di una rilevanza politica non indifferente, varrebbero le procedure disposte dagli articoli 80 e 87 della Costituzione, secondo cui si renderebbe necessaria la ratifica da parte del Presidente della Repubblica, previa autorizzazione del Parlamento. “ La realizzazione della base – incalza Papandrea – prevede l’insediamento di armamenti e truppe, dunque costituisce una questione di rilevanza politica cruciale. La prassi adottata non può essere ritenuta valida, perché sottoscritta solo dal rappresentante del Ministero della Difesa, dunque non ratificata dal Capo dello Stato e non approvata dalle Camere”.

In ogni caso, la cessione territoriale non dovrebbe in alcun caso compromette la Sovranità territoriale. Tuttavia, secondo il comitato, le cose non starebbero così. L’installazione delle 46 antenne (NRTF), infatti, implicherebbe per il territorio la perdita di una prerogativa fondamentale, ovvero proprio quella dell’esercizio della Sovranità. Nei giorni scorsi nel Dipartimento di Scienze di Politiche si è tenuto un seminario a cui hanno preso parte importanti docenti del Dipartimento di Giurisprudenza di Catania, fra cui Rosario Sapienza, professore di Diritto Internazionale e Agatino Cariola, professore di Diritto Costituzionale. “ Entrambi i docenti – continua l’avvocato – sono stati concordi sul fatto che la procedura seguita sia stata anticostituzionale. Sottolineando, poi che i trattati debbano sempre essere stipulati secondo condizioni di reciprocità. Condizioni, quest’ultime, assenti, giacché – dice ancora – a seguito della concessione della base non si potrebbe poi in alcun modo intervenire. Per gli americani, infatti, la realizzazione dell’impianto rappresenterebbe da un punto di vista militare – precisa – una mossa strategica non indifferente, e rispetto alla quale sarebbe poi impossibile tornare indietro, perdendo così la totale sovranità”.

Il 23 ottobre scorso , nella Sala della Sacrestia a Roma, si è tenuto anche un incontro dal titolo: “Muos: Sicilia tra ponte di pace e avamposto militare. L’iniziativa è stata promossa dall’Intergruppo dei Parlamentari per la Pace in collaborazione con il Coordinamento Regionale dei Comitati NO MUOS. L’incontro è stato occasione per presentare il testo di una possibile proposta di mozione parlamentare in cui si dimostra l’incostituzionalità del MUOS e si denuncia l’illegittimità dei trattati. Il Coordinamento, di fatto, ha invitato i Parlamentari a chiedere al Governo di risolvere gli accordi con il Governo Statunitense, procedendo a richiedere le necessarie autorizzazioni parlamentari.

“I parlamentari – aggiunge ancora Papandrea – hanno preso atto della mozione e delle nostre motivazioni. Abbiamo convenuto poi che dall’installazione dell’impianto Muos, ne conseguirebbe, uno sviluppo sociale e culturale che sarebbe nettamente in contrasto con la naturale vocazione turistica di questa terra”. Ma non è tutto, “dall’altra parte – sottolinea – striderebbe anche con le aspirazioni di pace e di accoglienza che da sempre caratterizzano il nostro territorio. Tutte condizioni – conclude Papandrea – che hanno davvero poco di che spartire con un’eventuale presenza massiccia di militari”.

 


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