Omicidio Salamone, colpo di scena |Mancuso fuori dal carcere - Live Sicilia

Omicidio Salamone, colpo di scena |Mancuso fuori dal carcere

Il Riesame di Catania, accogliendo il ricorso dei difensori del 30enne adranita, ha disposto la scarcerazione dell'indagato, accusato di essere uno degli assassini di Valentina Salamone. Mancuso è uscito da Piazza Lanza intorno alle 17.30.

 

Il Tribunale della Libertà
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CATANIA – Nicola Mancuso questa notte dormirà nella sua casa di Adrano dopo sette mesi di carcere. Il 30enne indagato per l’omicidio di Valentina Salamone è tornato libero. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Catania, presieduto da Maria Grazia Vagliasindi, che ha accolto il ricorso dei due difensori contro la decisione del Gip che aveva rigettato la richiesta di scarcerazione, presentata alla fine dell’incidente probatorio che si era svolto a fine settembre. A dare la notizia a LiveSiciliaCatania è stato l’avvocato Rosario Pennisi, uno dei difensori del 30enne accusato del delitto della giovane.

Nicola Mancuso

Un vero colpo di scena per l’inchiesta che aveva portato all’arresto di Mancuso. Una nuova pagina per un caso, quello della morte di Valentina Salamone, che ha destato l’attenzione di tutta l’opinione pubblica nazionale. La Procura Generale aveva chiesto e ottenuto a marzo dal Giudice per le Indagini Preliminari la custodia cautelare in carcere per Nicola Mancuso. Il Riesame ha disposto attraverso un’ordinanza l’immediata scarcerazione. Non si conoscono ancora le motivazioni. Ma si pensa che le ragioni siano da imputare all’esito della perizia dei tre super consulenti nominati dal Gip e illustrata nel corso di incidente probatorio. I professori Vittorio Fineschi, Cristoforo Pomara e Adriano Tagliabracci hanno analizzato le tracce sulla scarpa di Valentina e su una calzatura di Mancuso. L’esito degli accertamenti non collima però con gli esami effettuati dal Ris di Messina. In poche parole secondo la perizia genetico-forense il materiale biologico sulla scarpa di Valentina è si costituito da sangue, ma non si è in grado in maniera scientifica di stabilire se sia misto, e quindi appartenente o alla vittima o all’indagato.

Il 7 novembre era stata fissata l’altra udienza del Tribunale della Libertà, quella programmata dopo l’annullamento con rinvio da parte della Cassazione alla prima decisione del Riesame che aveva rigettato la richesta di scarcerazione dei due legali di Mancuso, l’avvocato Rosario Pennisi e Salvo Burzillà. Un ricorso a cui i due difensori, visto quanto accaduto oggi al Palazzo di Giustizia, rinunceranno.

A questo punto si aspetta il prossimo passo della Procura Generale titolare dell’inchiesta sull’omicidio della 19enne biancavillese, trovata morta impiccata in una villetta di Adrano nel luglio del 2010, che in un primo momento, lo ricordiamo, era stata archiviata come suicidio. Poi la pressione dei familiari e anche dei mass media avevano riportato all’apertura del fascicolo, con la decisione di avocare le indagini, condotte dai carabinieri, alla Procura Generale. Ad inchiodare Mancuso era stata soprattutto la traccia di sangue trovata sotto la scarpa di Valentina che secondo le analisi del Ris, altro non era che il Dna dell’indagato.


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