Cuffaro, primo sì per i servizi sociali | Parere favorevole dal pg - Live Sicilia

Cuffaro, primo sì per i servizi sociali | Parere favorevole dal pg

Primo risultato positivo per l'ex presidente della Regione. La Procura generale ha indicato l'Istituto dei Ciechi di Roma come l'ente presso il quale Cuffaro, potrebbe finire di scontare la propria pena. La decisione del Tribunale di Sorveglianza è invece rimandata.

ROMA – Parere favorevole della Procura generale sulla proposta presentata da Totò Cuffaro che prevede di finire di scontare la pena di sette anni tramite i servizi sociali. La giornata di oggi, una delle più importanti per il destino dell’ex presidente della Regione Sicilia, raccoglie, quindi, un primo risultato positivo, arrivato al termine della fatidica durante la quale è stata letta una lunga relazione su Cuffaro. La relatrice Laura Stefanelli ha infatti riepilogato il percorso di Totò Cuffaro, soffermandosi poi “su quello carcerario e sul cambiamento interiore nel corso degli anni al Rebibbia di Roma”, ha precisato l’avvocato Maria Brucale. Il futuro di Cuffaro resta così nelle mani del Tribunale di Sorveglianza, dove oggi il presidente Alberto Bellet si è riservato di decidere. La decisione sarà resa pubblica nei prossimi giorni, la data è da stabilire.

Il procuratore Elio Costa ha invece espresso il parere favorevole, ma non su Palermo. Contrariamente a quanto l’ex presidente regionale aveva chiesto tramite il suo legale Maria Brucale, la struttura non sarebbe la “Missione di Speranza e Carità” di Biagio Conte nel capoluogo siciliano, ma l’associazione Ciechi a Roma. La scelta, come ha spiegato il procuratore, dipende da un fattore di “territorialità”. Pur condividendo la richiesta dell’ex presidente della Regione, dunque, la Procura riterrebbe necessario finire di scontare la pena in una città diversa da quella in cui era stato commesso il reato. Si tratta comunque di uno spiraglio nel percorso giudiziario che Cuffaro ha sempre detto di non condividere, ma di accettare con rispetto. Un concetto che ha ribadito oggi, al termine dell’udienza dicendo “Ci tengo a sottolineare il senso di completo rispetto con il quale affronto ogni decisione nei miei confronti, anche quella di oggi”.

La richiesta di affidamento ai servizi sociali si baserebbe anche sul fatto che non ci sarebbe più alcun collegamento fra Cuffaro e i personaggi legati a Cosa nostra che lui favorì. L’ex governatore, come stabilito dalla sentenza definitiva, ha avuto rapporti con Giuseppe Guttadauro, medico e capomafia di Brancaccio, al quale fece sapere, tramite Mimmo Miceli, pure lui dietro le sbarre, che in casa sua c’erano le microspie. E sempre Cuffaro avvertì l’imprenditore della sanità Michele Aiello, poi condannato per mafia, che i magistrati di Palermo indagavano sul suo conto. Lo aveva saputo grazie ad una rete di talpe negli uffici della Procura.

Adesso, dopo quasi tre anni, l’ex presidente della Regione potrebbe lasciare la sua cella al piano terra del Carcere Rebibbia di Roma e, nella stessa città, occuparsi dei più sfortunati.


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