Fuoco amico su Bianchi | Ma l'assessore non molla - Live Sicilia

Fuoco amico su Bianchi | Ma l’assessore non molla

Tre esponenti della maggioranza, Pippo Di Giacomo, Michele Cimino e Pippo Gianni, attaccano nel giro di 24 ore il responsabile dell'Economia. Che sarebbe venuto ai ferri corti anche con la collega Lucia Borsellino sul "caso Aliquò". Sullo sfondo la partita del rimpasto. Ore di riflessione per Bianchi, ma l'idea di dimettersi sembra rientrata. Per il momento.

PALERMO – L’amianto ha fatto esplodere definitivamente i rapporti tra pezzi di maggioranza e pezzi di governo. “Si dimetta”. Sono, ormai diverse le voci che chiedono all’assessore all’Economia Luca Bianchi di fare un passo indietro. E queste ore sono state caldissime. Non solo riguardo agli equilibri tra i deputati e la giunta. Ma anche all’interno dell’esecutivo stesso, dove non sarebbe affatto buono il clima tra due assessori “di peso” come Lucia Borsellino e, appunto, l’economista romano. E Bianchi in questi minuti avrebbe persino pensato di raccogliere l’invito e togliere il disturbo. Insomma, l’assessore si è stancato. E le recenti polemiche rappresentano solo l’ultima puntata di una storia che aveva messo a dura prova l’assessore. A cominciare, qualche mese fa, dall’esito di una direzione Pd che aveva sancito il “ritiro” degli assessori democratici dalla giunta. In quel caso Bianchi si dimise, ma le dimissioni rientrarono. E l’assessore non ha preso bene nemmeno le reazioni alla mega-impugnativa alla Finanziaria. Infine, le vicende Seus e quella riguardante la legge sull’amianto avrebbe spinto Bianchi davvero a un passo dalle dimissioni. Rientrate, pare. Almeno per il momento. Bianchi potrebbe lasciare subito dopo l’approvazione della cosiddetta “Finanziaria-bis”.

La legge sull’amianto, insomma, avrebbe agito da definitivo innesco per una polemica che trova, probabilmente, la propria reale origine altrove. Nella vicenda che riguarda, ad esempio, la nomina di Angelo Aliquò alla direzione generale della Seus. Una nomina in tutti i modi osteggiata prima dagli organismi della società che gestisce il 118, e ieri persino dall’assessorato all’Economia che avrebbe chiesto un ulteriore parere, proprio nelle ore in cui Aliquò si accingeva all’insediamento. Al centro di queste vicende, come indicato dallo stesso Aliquò, c’è sempre Giulio Guagliano: presidente dimissionario del Consiglio di sorveglianza Seus e capo di gabinetto di Luca Bianchi. Probabilmente non un caso. E a dire il vero, in quell’occasione, furono diversi gli esponenti politici che parlarono espressamente di una “cricca” della quale farebbero parte anche strettissimi collaboratori del presidente della Regione Crocetta “spinti da oscuri interessi personali”.

Proprio Bianchi, ieri, – stando ad autorevoli indiscrezioni – avrebbe ricevuto in assessorato la visita di Lucia Borsellino. L’assessore alla Salute aveva già apertamente e ufficialmente manifestato il proprio malcontento su tutte le “manovre” che avrebbero rallentato la nomina di Aliquò, da anni suo stretto e fidato collaboratore. Ieri, però, come detto, ecco un altro inaspettato stop. Già, perché la nomina di Aliquò, qualche giorno fa, stava per “saltare” a causa della proposta al manager di un contratto annuale. Una proposta poi rientrata, dopo le dimissioni appunto di Guagliano da Seus. Al contratto triennale, successivamente riproposto, Aliquò ha detto di sì. Ma ieri l’assessorato all’Economia ha chiesto un ulteriore parere riguardo a quella nomina all’Autorità garante sulle società partecipate. Un fatto che avrebbe mandato l’assessore Borsellino su tutte le furie. Da lì, la visita in via Notarbartolo. E una vivace – pare – discussione con Bianchi. “Non sono ancora il direttore generale”, si limitava ieri a spiegare Aliquò, durante una riunione con l’assessore alla Salute e il presidente della commissione Sanità Digiacomo. Che oggi ha attaccato apertamente l’assessore Bianchi. Il “movente” dell’affondo? Come dicevamo, la legge sull’amianto.

“Ritengo grave ed ingiustificato – ha detto il deputato Pd – quanto accaduto in merito a quel disegno di legge. La mancata copertura finanziaria per l’esercizio 2014 ad una normativa molto importante ed attesa da molti anni in Sicilia, per altro già esitata dalla commissione Sanità nel maggio scorso, è assolutamente intollerabile. Non comprendo – ha proseguito Digiacomo – la colpevole inerzia dell’assessorato al Bilancio che ha ignorato la necessità di esitare il disegno di legge per dare una risposta urgente ai gravi problemi derivanti dall’inquinamento da amianto che ogni anno causa circa 80 decessi in tutta la regione”.

Quel disegno di legge, infatti, è ancora fermo per la verifica della copertura Finanziaria. “Dei 21 milioni di euro necessari per la copertura – continua il parlamentare PD – la maggior parte incide sui fondi comunitari del PO FESR, per cui appare ancora più incomprensibile l’ostracismo manifestato dall’assessore Bianchi che, considerato quanto accaduto con le norme sanitarie inserite nella Legge di Stabilità, tutte impugnate dal Commissario dello Stato, – ecco la stoccata finale di Digiacomo – dovrebbe adesso valutare l’opportunità di dimmettersi”.

Ma la posizione di Digiacomo – esponente della maggioranza – non è affatto isolata. Anzi. Sulla questione-amianto proprio in Aula è intervenuto anche il deputato Pippo Gianni. Anche lui, tra gli alleati del governo Crocetta. “Stamattina – ha detto ieri Gianni a Sala d’Ercole – mi è stato comunicato e sollecitato che la Comunità europea, in ordine alle risorse stanziate per l’amianto, tenderebbe a revocarne il finanziamento. Ci sono migliaia di persone che stanno morendo per l’amianto. Ci sono migliaia di persone che potrebbero lavorare. E’ notizia di questa mattina di montagne di eternit ovunque, con tante persone che vengono avvelenate. Solo oggi hanno chiuso centocinquanta imprese e si sono persi seimila posti di lavoro nell’edilizia. Questa legge – ha aggiunto il deputato del gruppo Misto, ma riferimento del ‘Centro democratico’ di Tabacci – può consentire di non perdere i venti milioni di euro che abbiamo preso dalla PAC, perché così è, di far lavorare un bel po’ di migliaia di persone, di evitare che altrettante migliaia di persone corrano il rischio di morire per tumori ai polmoni causati dall’amianto”. A quel punto Gianni ha anche chiesto una sorta di corsia preferenziale per l’esame del ddl. Ma Ardizzone gli ha ricordato appunto che quel ddl è ancora fermo per la verifica, da parte dell’assessorato, della copertura finanziaria. “In Commissione Bilancio – ha protestato allora Gianni – l’assessore per l’Economia aveva garantito che già da ieri avrebbe mandato la copertura finanziaria che poi è la stessa che c’era prima. Ora, se l’assessore continua su questi errori, da un lato si fa bocciare la finanziaria, dall’altro non mantiene gli impegni, forse è meglio che si dimetta”.

E sono due. E non finisce qui. Perché poche ore prima, la stessa richiesta a Bianchi di fare un passo indietro era giunta anche da Michele Cimino. L’ex assessore al Bilancio non è andato per il sottile: “Come si può, – si è chiesto – dopo una clamorosa bocciatura della finanziaria, per l’assessore Bianchi ed il suo staff, non pensare di rimettere il mandato?”. Dimissioni. Quando si avvicinano i giorni caldi del rimpasto. Quando anche la figura – che sembrava intoccabile dell’assessore all’Economia – verrà messa in discussione. Sempre che il passo indietro non lo faccia lo stesso Bianchi. Come fece già qualche mese fa.


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