I bisogni al tempo della crisi| Quando si taglia la carta igienica - Live Sicilia

I bisogni al tempo della crisi| Quando si taglia la carta igienica

Il taglio della spesa nelle aziende e negli uffici pubblici porta al progressivo rarefarsi della carta igienica nei bagni. Accade, raccontano le cronache, anche alla Regione siciliana

PALERMO – Non è certo l’effetto più negativo della crisi. E parlarne potrà sembrare a qualcuno una insopportabile divagazione rispetto a fenomeni di maggiore drammaticità ed impatto. Chi studia l’economia del quotidiano questo effetto, sia pure non inserendolo nella lista delle priorità da risolvere, deve però registrarlo.

E’ di questi giorni la notizia dell’imbufalimento di un tranquillo gruppo di turisti francesi i quali, date le condizioni di totale impraticabilità delle toilettes del Teatro Greco di Taormina (sporche e prive di carta igienica come in altri siti culturali siciliani) guadagnando l’uscita del Teatro hanno buttato in faccia ai dipendenti regionali in servizio i biglietti di ingresso.

Partiamo da quello che si avverte a prima sensazione.

Il taglio della spesa nelle aziende e negli uffici pubblici porta al progressivo rarefarsi della carta igienica nei bagni. A catena, questa “scarsità” si ripercuote nei gabinetti dei bar e delle stazioni di servizio, nelle toilettes dei treni. Le leggi economiche non falliscono: quando si avverte la progressiva indisponibilità di un bene il consumatore inizia ad accumularlo indipendentemente dal suo effettivo bisogno, con metodi illegali

Cambiano comportamenti di domanda e di offerta: nelle scuole gli studenti si arrangiano mentre i docenti devono chiedere il prezioso rotolo in segreteria assicurandone una modica utilizzazione e comunque una pronta restituzione. Una volta, invitati in una casa bene era d’obbligo mettersi in tasca sbadatamente un cucchiaino d’argento; ora è il rotolo l’oggetto del desiderio. Tra poco la carta igienica diverrà un accessorio da portare in tasca grazie a un apposito contenitore. Come il cellulare e le chiavi di casa. E sarà bene che una voce amica, al momento di serrare la porta, ti urli il salvifico memorandum: ti sei ricordato della carta igienica?

Nelle stanze della regione Siciliana il problema è ben conosciuto, non certo nei bagni cinque stelle extralusso di assessori e direttori, ma già nei “servizi” usufruiti dai loro collaboratori, cui un osservatore benevolo assegnerebbe un rating, al massimo, di due stelle. Per quanto riguarda i bagni accessibili al pubblico siamo storicamente sotto soglia.

Per un apparentemente incomprensibile corto circuito burocratico, se si blocca la spesa regionale viene automaticamente a mancare la carta igienica nei luoghi deputati. Ed anche un suo bene succedaneo: la carta per fotocopie. Ma non sarebbe possibile costituire, nei tempi di abbondanza, scorte adeguate, così da evitare il nervosismo palpabile diffusosi nelle nobili sale del Parlamento siciliano quando venne a registrarsi (colpa del Commissario dello Stato?) la mancanza dell’essenziale genere di conforto? Fu necessario correre al rimedio: immediatamente sospese, annunziò un burlone sulla rete, tutte le sedute di gabinetto.

Se, come si è detto, al momento gli onorevoli siciliani sono legittimamente preoccupati, occorre ricordare che per l’acquisto della carta igienica e della carta da lettere la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica hanno previsto una spesa pari a 45 milioni di euro. L’appalto è stato aggiudicato alla ditta Carlo Colombo e permetterà al Parlamento di fare scorta di carta igienica fino al 2030. La domanda sorge spontanea. E se si approvasse la riforma costituzionale per ridurre a 150 i senatori, e a 500 i deputati, che fare del surplus? Nel dubbio è prevalsa la prudenza: fino ad oggi, nella storia della Repubblica, non è mai capitato che, come è invece accaduto a Palazzo dei Normanni, che Palazzo Madama e Montecitorio rimanessero sprovvisti di beni di prima necessità. Deputati e senatori costano ai contribuenti italiani 2215 euro al minuto: lesinare proprio sulla carta igienica sarebbe segno d’avarizia e di crudeltà mentale.

Andiamo ora a vedere la domanda e l’offerta di carta igienica nei dossier ufficiali. Il rapporto Coop sui consumi del 2013 ha messo in evidenza le variazioni dei consumi nel nostro Paese, inserite in un contesto europeo e internazionale, e i cambiamenti apportati dalle famiglie ai loro comportamenti d’acquisto, che riflettono il risultato di una crisi economica di cui non si intravede la fine: come conseguenza della contrapposizione fra salari e stipendi fermi e una fiscalità arrivata nel 2012 al valore massimo degli ultimi trent’anni, il calo del reddito disponibile reale nell’arco degli ultimi sei anni è arrivato al -10,2%. La disoccupazione ha raggiunto livelli massimi (12% nei primi mesi del 2013, ai massimi dal 1977) e, mentre nei Paesi europei i consumi hanno di nuovo superato i livelli pre-crisi, in Italia l’81% della popolazione dichiara di aver cambiato le proprie abitudini di consumo per risparmiare sulla spesa (la media europea è del 63%). Gli italiani, adattatisi ad uno stile di vita più parco, non solo riducono la spesa alimentare (2.400 euro pro capite e -14% il calo dei volumi dal periodo pre-crisi del 2007) ma riducono drasticamente il consumo in quello che si potrebbe definire l’ambito “privato”. Una delle rinunce investe proprio la carta igienica (-9% dal 2008).

Sul versante della produzione, il mercato della carta igienica è peraltro fortemente condizionato dal consumatore. Il design ha acquisito un’importanza crescente: i prodotti sono goffrati, incollati, stampati e profumati, e i decori vengono mutati di continuo. Tutto questo determina la necessità di soluzioni che permettano una produzione sempre più sofisticata, nonché l’adattabilità agli input del mercato attraverso indagini sui consumatori, l’utilizzo di macchinari a controllo computerizzato che consentano di programmare qualunque tipo di prodotto si voglia realizzare, che siano a funzionamento continuo e per la manutenzione dei quali bastino poche unità di personale. L’automazione degli impianti del settore si è diffusa, ottenendo il passaggio dalla fine della macchina continua alla spedizione senza l’intervento dell’uomo (ridotto al minimo se non del tutto eliminato), nell’intento di controllare meglio i prezzi al consumo. La concorrenza è forte, e solo le aziende dotate di una tecnologia avanzata hanno probabilità di successo, sempre qualora rispondano alle richieste dei consumatori e, in questo frangente, il prezzo basso è imperativo. Anche se, pur nel rallentamento dell’economia, la carta igienica rimane un bene di prima necessità, si è già assistito al cambiamento delle abitudini di acquisto dei consumatori, migrati verso gli hard discount. Ai produttori non rimane che riempire gli scaffali di prodotti a basso costo.

Non tutto il male viene per nuocere. Ogni anno vengono usati 84 miliardi di rotoli di carta igienica, pari a 21 milioni di tonnellate di carta; per fabbricarla occorrono 50 milioni di tonnellate di legname, derivato dall’abbattimento di circa 500 milioni di alberi.

Al di là della considerazione che in buona parte del pianeta mancano, più che la carta, i servizi igienici, s’impone, dunque, un’ultima notazione: una “cattiva” carta igienica nuoce severamente all’ambiente.

Secondo Greenpeace gli americani, nonostante la maggior sensibilità ai temi ecologici, sono tra i maggiori consumatori mondiali di carta supersoffice: solo il 2% dei produttori d’oltreoceano utilizza infatti materiale riciclato, a paragone del 20% dei marchi europei, a danno delle foreste secolari del Canada e del Sud America. Inaspettatamente, la crisi economica si è rivelata un vantaggio per l’ecologia: sembra che secondo le ultime stime negli USA le vendite di carta pregiata siano diminuite di oltre il 7% , a vantaggio della carta riciclata, sicuramente più dura sulla pelle ma più leggera per l’ambiente e il portafogli. E mentre, specie in pubblicità, si decantano metri di morbidezza in carta igienica, un’azienda giapponese, la Nakabayashy di Tokyo, ha messo sul mercato il primo riciclatore di carta da ufficio, capace di riconvertire, con doppio risparmio, i fogli usati da stampanti e fotocopiatrici in carta da toilette. La macchina, che ha , purtroppo, il non trascurabile difetto do costare 80.000 euro, può produrre circa 2 rotoli l’ora a partire da 1800 fogli A4 e pesa 600 kg.

E’ il caso di dire che gli amici (dell’ambiente) si riconoscono al momento del bisogno.

Come è d’uso il governo regionale non trascura il problema e sta varando un provvedimento regolativo in chiave di legalità. Un apposito ufficio repressione frodi, stabilito il consumo medio di carta igienica per adddetto, redigerà standard e budget. Al momento, le proposte di differenziare il consumo per status (uno strappo per il precario e via via fino a mezzo rotolo per il massimo dirigente), non si sono ancora tradotte in emendamenti.

 

 


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