"Carenze ambientali alla Oikos" |L'ultimatum della Regione - Live Sicilia

“Carenze ambientali alla Oikos” |L’ultimatum della Regione

Dura presa di posizione di Marino contro la Oikos: la struttura di contrada Valanghe d'Inverno rischia la chiusura. L'assessore: "Il progetto approvato e le opere realizzate non sono conformi alla legge". Gli atti in Procura.

CATANIA – C’è il rischio di “gravi danni all’ambiente”. E dunque l’assessorato regionale avvia la procedura che potrebbe portare alla chiusura della discarica. L’assessore regionale all’Ambiente Nicolò Marino apre la pratica per il rifiuto di rinnovare l’autorizzazione alla discarica gestita dall’Oikos in contrada Valanghe d’Inverno, a Motta Sant’Anastasia: la decisione è arrivata dopo la verifica compiuta dalla task force sulle discariche istituita da Marino e dal direttore generale dell’assessorato, Marco Lupo, che in una relazione di cento pagine mette in evidenza quelli che l’assessore definisce “rischi di danni all’ambiente e la carenza di provvedimenti essenziali come la Valutazione d’impatto”.
La decisione riguarda sia l’impianto di contrada Valanghe d’Inverno che quello, ormai inattivo, di Tiritì. Per quest’ultimo la decisione è estremamente severa: “Chiusura per gravi motivi ambientali della discarica, con contestuale diffida, nei confronti del gestore, a realizzare i necessari interventi di messa in sicurezza, di caratterizzazione dei comparti ambientali interessati (suolo ed acque sotterranee), di messa in sicurezza permanente e di bonifica al fine di ripristinare le condizioni di sicurezza ambientale del sito relativamente alle matrici acque, suolo e aria”. Insomma: divieto di usare la struttura, ormai esaurita, e invito esplicito a risolvere immediatamente i problemi di carattere ambientale.
Poi c’è la parte che riguarda la discarica attualmente utilizzata. Che, al momento, rimane aperta come ieri. Ma che adesso dovrà rispondere alle “gravi criticità e difformità rispetto alla normativa vigente in materia ambientale” contestate dall’assessorato con una spada di Damocle pendente: “Alla chiusura del procedimento, qualora confermate le violazioni rilevate, potrà essere addirittura disposta la chiusura della discarica”, annota lo stesso Marino.
L’elenco delle contestazioni è lunghissimo. “Mancanza obbligo del rispetto del Programma di riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica – si legge nella relazione -; tipologia dei rifiuti ammessi in discarica (nell’elenco approvato sono presenti anche rifiuti non ammessi, quali rifiuti liquidi e pneumatici); mancanza obbligo di trattamento dei rifiuti; mancanza piano di gestione operativa della discarica, piano di gestione post operativa, piano di sorveglianza e controllo, piano di ripristino ambientale e piano finanziario; mancanza coerenza del progetto con le previsioni ed i contenuti del Piano Regionale di gestione dei rifiuti; mancata indicazione nel provvedimento della delimitazione dell’area interessata dalla discarica, della categoria della discarica, dell’esplicita approvazione dei Piani, della durata della gestione post operativa, dell’obbligo per il Gestore di presentare almeno una volta all’anno una relazione sulla gestione, delle procedure di ammissione dei rifiuti in discarica”. Tutte presunte carenze che fanno trarre una conclusione alla commissione: “Il progetto approvato e le opere realizzate non sono conformi alla legge”. Tutto da sistemare, secondo l’assessorato, che con la stessa decisione ha anche bloccato la realizzazione del bioreattore progettato dall’azienda catanese.
La decisione è stata trasmessa anche alla magistratura. Le copie dei tre provvedimenti, firmati dal dirigente generale Marco Lupo, sono state consegnate ieri sera alla Procura di Catania e stamattina a quella di Palermo per valutare se esistano profili di rilevanza penale. Contro i tre provvedimenti è ammesso ricorso entro 60 giorni al Tar, o, in via eccezionale, entro 120 al presidente della Regione.
Per Marino, però, è solo l’inizio. “Stiamo procedendo a verificare tutti i procedimenti autorizzativi delle discariche private e lo stesso lavoro sarà compiuto per quelle pubbliche – annota l’assessore -. Analoga verifica è in corso per le tariffe applicate sia dai gestori privati che da quelli pubblici. Il ripristino di un sistema di legalità e di trasparenza, anche nell’attività della pubblica amministrazione, è, per il governo Crocetta, condizione imprescindibile per creare un ciclo virtuoso nella gestione dei rifiuti finalizzato raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclo dotando ogni srr dell’impiantistica necessaria”.necessaria”.


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