Il suo nome è Anna Rosa | Chi è la dirigente "scomunicata" - Live Sicilia

Il suo nome è Anna Rosa | Chi è la dirigente “scomunicata”

Ma chi è Anna Rosa Corsello, nell'occhio del ciclone per le vicende del click day. Ecco un ritratto della "Signora del lavoro".

Il personaggio del momento
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Dall’occupazione giovanile all’occupazione giovanile. Sono passati più di trenta anni da quando Anna Rosa Corsello è entrata nei ranghi della pubblica amministrazione. Ed è una storia basata lungo quella linea retta senza fine che altro non è se non il dramma dei ragazzi che cercano lavoro in Sicilia. Perché anche la dirigente “dimissionaria” che ha sfidato Nelli Scilabra, nel corso dei tragicomici lavori della commissione parlamentare di ieri pomeriggio sul flop day del piano Giovani, è stata precaria, ed ha seguito la trafila di leggi e leggine per mettere piede dentro i palazzi della burocrazia. Allora si trattò di un canovaccio analogico, ma in perfetta continuità con la smania digitale che ora ha portato al flop del click day.

Perché, nel riavvolgere il nastro della storia, si scopre come Anna Rosa Corsello abbia mosso i primi passi nella pubblica amministrazione con uno status che oggi si definirebbe “precario”. Era la fine degli anni Settanta e già i legislatori scrivevano norme su norme per placare la sete di lavoro di una terra mai in grado di offrire chiavi di sviluppo occupazioni concrete, stabili e durature. Erano gli anni della legge 285, dedicata ai giovani, quando Anna Rosa Corsello diventa “collocatrice”. Lavora in comando presso l’ufficio di collocamento di Cefalù. E’ una stagione di transizione. Quelle funzioni, il lavoro e la formazione, erano ancora statali.

In Sicilia, grazie al pensiero autonomista – che in quell’occasione veste i panni dell’onorevole socialista Piccione – si otterrà la devoluzione delle funzioni svolte dagli uffici del Ministero del lavoro che passeranno così – siamo all’incirca a metà degli anni Ottanta – sotto il controllo di Mamma Regione. Così, saranno in tanti a finire nei ranghi della pubblica amministrazione grazie a quella legge varata a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta. Il semaforo verde per l’ingresso definitivo di Anna Rosa Corsello nella PA regionale arriva con un corso-concorso che aprirà il portone della burocrazia a centinaia di giovani precari siciliani. Pensiero ed azione di quel progetto portarono la firma di Angelo Capitummino, esponente della sinistra Dc negli anni Ottanta, poi transitato senza troppa fortuna, in tempi di Seconda Repubblica, nelle fila di quel che oggi è il Pd.

Dopo avere diretto l’ufficio di collocamento di Cefalù, la dirigente finita in mezzo al clamore del click day, a metà degli anni Novanta farà un decisivo passo di carriera. Quell’ufficio di Cefalù crescerà a dismisura sino ad assumere le competenze su una vasta area del comprensorio madonita. Con le leggi che cambiano di legislatura in legislatura, in quel periodo vengono introdotti i servizi Scica, contenitori che accorpano il collocamento al lavoro vero e proprio con l’occupabilità in agricoltura e sono organizzati in modo da raggruppare almeno sette od otto comuni. Grazie all’esperienza al collocamento, Anna Rosa Corsello verrà assegnata alla guida dello Scica di quella zona. E si tratta anche di avanzamenti di carriera in termini burocratici, passi che consentiranno alla dirigente di arrivare sino all’ottavo livello. Dopo l’esperienza di Cefalù, sotto il primo governo Cuffaro, la Corsello sbarca a Palermo per dirigere quella polveriera che è l’ufficio di collocamento cittadino. La nomina è firmata da Stancanelli.

 Metodica, precisa e gentile, ma di una gentilezza che negli scontri dialettici diventa un rasoio acuminato, Anna Rosa Corsello ha una cura maniacale nello sviluppare le sue pratiche e tenerne ampia documentazione. Per informazioni, chiedere a Nelli Scilabra. Non ha un “padrino”politico vero e proprio e sembra proprio che non l’abbia mai avuto. Dialoga e lascia dialogare, diventando così il fulcro di chi, in Sicilia, vuole navigare nel mare magnum della normativa sul lavoro.

Dopo le esperienze dirette nella pubblica amministrazione, Anna Rosa Corsello, sempre in epoca cuffariana, finisce nelle stanze dei bottoni, diventando capo di gabinetto dell’assessore Incardona. La materia è sempre quella: il lavoro e la formazione professionale. Anche con la presidenza Lombardo manterrà ruoli di primo piano, andando a dirigere il Cas. Intanto arriva anche la grana del rinvio a giudizio per peculato: avrebbe utilizzato l’auto di servizio in maniera un po’ troppo “disinvolta”: più di 500 viaggi per un totale di 122.601 chilometri. La tratta, sempre quella: Palermo-Cefalù (città della quale la dirigente è originaria).

Passano gli anni e si cementa l’asse di ferro con l’altro potere rosa della Regione Siciliana, Patrizia Monterosso, passata alla guida della burocrazia siciliana con la nomina a segretario generale. Nell’ottobre del 2012, il ticket rosa passerà indenne la rivoluzione targata Saro Crocetta. Almeno, per quel che riguarda la Corsello, fino all’altro ieri, con il drammatico faccia a faccia. Finito con l’assessore Scilabra in lacrime.

 

La nota

Ringraziando per l’articolo con cui nel tratteggiare le mie esperienze lavorative sottolinea l’importanza delle cose che ho fatto desidero tuttavia precisare che non provengo dal bacino del precariato siciliano in quanto vincitrice di un concorso pubblico svoltosi nel 1981 al ministero dei lavori pubblici ove risultai la prima d’Italia.
Sono transitata alla regione per effetti di una norma statale di decentramento amministrativo di funzioni e compiti attribuiti al ministero dei lavori pubblici.
Grazie ancora

Annarosa Corsello


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