Cascio, Granata e Pistorio sul 118: |"Giustizia non è fatta" - Live Sicilia

Cascio, Granata e Pistorio sul 118: |”Giustizia non è fatta”

La sentenza d'appello più favorevole rispetto al primo grado non soddisfa i tre politici:  “Questa è una sanzione ingiusta, pagheremo un prezzo sopportabile ma non è fatta giustizia piena"

PALERMO – La sentenza d’appello della Corte dei Conti che ha visto ridurre dai 700 mila euro a testa a circa 35 mila euro le somme dovute da 17 politici siciliani non lascia tutti soddisfatti. La vicenda è quella della fornitura di ambulanze e delle assunzioni alla Sise, la società che gestiva il 118, oggi Seus. Ieri la notizia di una riduzione di circa il 96 per cento della somma dovuta, oggi una conferenza stampa convocata una conferenza stampa congiunta convocata dal coordinatore regionale di Ncd Francesco Cascio, del segretario regionale dell’Udc Giovanni Pistorio e del coordinatore nazionale di Green Italia, Fabio Granata. Per Giovanni Pistorio: “Questa è una sanzione ingiusta, pagheremo un prezzo sopportabile ma non è fatta giustizia piena. E’ una sentenza quella di secondo grado totalmente ingiusta a cui si è posto parzialmente rimedio. Dovremmo avere un’assoluzione piena ma non essendoci il terzo grado per la Corte dei Conti il giudice ha tentato di emanare una sentenza salomonica che ha restituito a noi una serenità e non ha smentito del tutto i giudici di secondo grado. Abbiamo operato l’implementazione che era necessaria e che avevamo il dovere di fare. Per garantire la sicurezza nel territorio le ambulanze devono arrivare in città entro 5 minuti e nel territorio extraurbano entro 20, anche per garantire la massima sicurezza dai Nebrodi alle Madonie e in ogni zona anche disagiata dell’Isola. Le 256 ambulanze sono idonee e necessarie, abbiamo superato controlli e ispezioni in ogni grado di giudizio. È stato infatti confermato – aggiunge l’ex assessore alla Sanità – che non è stata fatta nessuna ambulanza in più per motivazioni clientelari. Sono convinto di avere sempre agito bene e correttamente ma il giudice contabile nel secondo grado ha commesso un errore e non vorrei che avesse assecondato certi umori popolari che vogliono il politico sempre colpevole”.

Dello stesso avviso anche Francesco Cascio: “Abbiamo aspettato che la giustizia facesse il suo corso in questi anni, adesso però vogliamo ristabilire la verità il messaggio che deve passare è che noi non l’abbiamo franca ma questa è una sentenza che ci ripaga soltanto parzialmente di un servizio che abbiamo reso alla Sicilia. Perché il servizio del 118 in Sicilia è eccellente. Siamo consapevoli delle scelte che abbiamo fatto: prima morivano i pazienti in attesa che arrivassero le ambulanze, oggi no, le ambulanze arrivano in 7 minuti. Il nostro – prosegue Cascio – è ritenuto dalle linee guida del Ministero della Salute uno dei migliori servizi d’Italia. Avremmo dovuto pagare una cifra spropositata e continuare la nostra vita con questa spada di Damocle per noi e per i nostri figli. Abbiamo preso atto di una vicenda durata due anni in cui sono stati coinvolti solo i politici e non i burocrati. Adesso regaliamo alla Regione questi 40 mila euro che paghiamo ingiustamente ma esco da un incubo che poteva condizionare tutta la mia vita”.

Fabio Granata ha già pagato la somma: “Non potevamo continuare a stare zitti: in questi anni non abbiamo detto nulla mentre assistevamo al saccheggio di una regione e ad ogni nefandezza. Mi sono trovato in questo cono mediatico del 118. Un castello di carta che non doveva essere montato ma aveva il nome di Cuffaro più 17. Le ambulanze sono sempre state ritenute congrue, tutte le forze politiche hanno ratificato che il numero delle ambulanze erano necessarie per coprire bene il servizio. Numero confermato poi sia dall’assessore Massimo Russo e dall’attuale Lucia Borsellino. Non ci sono state assunzioni come invece è stato detto ma abbiamo ottenuto un risparmio dalla diminuzione delle ore di lavoro per i dipendenti, da 36 a 30 ore”.

Le somme dovute saranno, per la precisione, 35 mila euro ciascuno, per Salvatore Cuffaro, Antonio D’Aquino, Francesco Scoma, Francesco Cascio, Mario Parlavecchio, Giovanni Pistorio, Santi Formica, Antonio Dina, Giuseppe Basile, David Costa, Giuseppe Arcidiacono, Giancarlo Confalone e Angelo Stefano Moschetto. Altri 28 mila euro ciascuno per Fabio Granata, Innocenzo Leontini, Carmelo Lo Monte e Michele Cimino.


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