Massacrata a calci e pugni | L'atroce fine di Gilberta - Live Sicilia

Massacrata a calci e pugni | L’atroce fine di Gilberta

La donna avrebbe reagito a un tentativo di violenza e sarebbe stata uccisa a botte da un muratore.

Il delitto
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ROMA– E’ in stato di fermo l’uomo che è stato interrogato dai carabinieri in relazione alla morte di Gilberta Palleschi, la professoressa il cui corpo è stato trovato oggi in Ciociaria a 40 giorni dalla sua scomparsa. L’ uomo, un muratore originario di Sora, ha confessato. Sarebbe stato lui stesso ad indicare il luogo del ritrovamento del cadavere. Il cadavere della donna, che il giorno della scomparsa era uscita a fare jogging, è stato trovato in una cava a Campoli Appennino. Il cadavere era privo degli indumenti. Il luogo del ritrovamento dista circa 20 chilometri da dove fece perdere le sue tracce, ovvero in località San Martino a Broccostella. Gilberta Palleschi era un’insegnante di inglese e ricopriva un incarico nella sezione del Lazio dell’Unicef.

Il muratore fermato è accusato di omicidio, occultamento e vilipendio cadavere. Avrebbe ucciso a calci e pugni la donna che ha reagito ad un tentativo di stupro. Poi ha occultato il cadavere e il giorno dopo è tornato sul luogo dove lo aveva nascosto tentando di avere un rapporto sessuale. Secondo la ricostruzione l’uomo avrebbe tentato di violentare Gilberta Palleschi che ha reagito scatenandone la furia: la donna è stata malmenata e poi colpita con calci alla testa. Poi, probabilmente ancora in vita, è stata caricata su un’auto e portata alla cava dove l’uomo l’ha finita colpendola con una pietra in testa.


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