Stupro di Catania: ora si cercano i video nei telefonini degli arrestati

Stupro di Catania: ora si cercano i video nei telefonini degli arrestati

Potrebbero aver ripreso le violenze

CATANIA – Giovedì mattina inizieranno gli accertamenti sui telefonini sequestrati agli arrestati per lo stupro di gruppo ai danni di una 13enne del 30 gennaio scorso alla Villa Bellini. Uno di quei dispositivi potrebbe aver ripreso la violenza o una delle fasi precedenti o successive. Secondo quanto è emerso, alcuni componenti del branco hanno mostrato delle immagini ai ragazzini, relative alle fasi in cui li stavano osservando.

Sorge da qui il sospetto che gli arrestati possano aver ripreso lo stupro. L’accertamento inizierà giovedì alle 9,30 nella sede del nucleo investigativo dei carabinieri, al Reparto Operativo di Piazza Verga. Si tratta di un accertamento tecnico irripetibile, disposto dalla magistratura. Tecnicamente, si tratta di “accertamenti sul dispositivo telefonico sequestrato” nell’ambito delle indagini.

Il Riesame respinge il ricorso

Intanto è stata confermata la misura per uno dei due minorenni coinvolti nella vicenda. Il Tribunale del Riesame minorile ha respinto il ricorso del suo legale. Ed è attesa per l’incidente probatorio in cui la vittima e il suo fidanzatino dovranno essere sentiti. L’interrogatorio si svolgerà in modalità protetta e presumibilmente, ai due ragazzi, sarà chiesto di procedere nuovamente al riconoscimento degli arrestati.

L’inchiesta dunque procede piuttosto speditamente, coordinata dalla Procura di Catania e dalll’ufficio requirente presso il Tribunale per i minorenni. Il pomeriggio di quel maledetto 30 gennaio, i due ragazzini sarebbero stati accerchiati da un branco di 7 persone, composto da maggiorenni e minorenni tutti di nazionalità egiziana. Il ragazzo sarebbe stato bloccato mentre la ragazzina violentata a turno.

Il caso ha suscitato orrore in tutta Italia. Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Anna Trinchillo. La seconda della Procura per i minorenni, diretta da Carla Santocono. I sette indagati sono difesi dagli avvocati Alessandro Fidone, Salvatore Gangi e Gian Marco Gulizia. Il fidanzatino della vittima è assistito dall’avvocato Eleonora Baratta.


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