Nuova strage del mare | L'Oim: "Almeno 330 morti" - Live Sicilia

Nuova strage del mare | L’Oim: “Almeno 330 morti”

Tra le vittime anche alcuni bambini. A raccontarlo sono stati i nove superstiti raccolti da un mercantile italiano e giunti stamane a Lampedusa con una motovedetta della guardia costiera. La "preoccupazione" del Papa. FORSE UN ALTRO GOMMONE DISPERSO

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LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Sono quattro in tutto i gommoni partiti dalla Libia e naufragati, ognuno con un centinaio di persone a bordo, secondo quanto riportato dai superstiti della tragedia, e su un totale di 420 persone partite – compresi i 29 morti assiderati – le vittime sarebbero circa 330: lo ha detto all’ANSA Flavio Di Giacomo, portavoce in Italia dell’Oim.

“Di questi 4 – spiega Di Giacomo – uno è il gommone soccorso dalla Guardia Costiera lunedì (con 105 persone a bordo) e che ha visto la morte per ipotermia di 29 migranti. Altri due gommoni (con 105 e 107 persone) sono naufragati e i 9 sopravvissuti in mare sono stati soccorsi da un mercantile (e poi trasbordati su un rimorchiatore) e portati stamattina a Lampedusa. Il quarto gommone non sarebbe mai stato avvistato, ma i sopravvissuti affermano che a bordo ci sarebbero state altre 100-105 persone, tutte presumibilmente disperse”. “Su un totale di 420 persone partite sabato, le vittime totali, compresi i 29 di cui si è avuta notizia ieri, sarebbero quindi circa 330” aggiunge. L’Oim ha in questo momento un team a Lampedusa che sta fornendo assistenza ai sopravvissuti ospitati nel centro di accoglienza dell’isola. “I migranti sono tutti giovani uomini, l’età media è di circa 25 anni, provenienti da paesi subsahariani, in particolare Mali, Costa d’Avorio, Senegal, Niger. Per alcuni di loro la Libia era un paese di transito, mentre altri vi lavoravano da tempo, infatti parlano anche un po’ di arabo. Hanno raccontato di essere stati costretti a salire sui gommoni con la forza, minacciati da bastoni e pistole, e derubati dei loro avere da parte dei trafficanti”. “Questa tragedia conferma ancora una volta come i trafficanti trattino i migranti, soprattutto i subsahariani, come un carico umano senza valore. Hanno fatto partire oltre 420 persone con condizioni di mare assolutamente proibitive – il mare era forza 7 e c’erano onde alte 8 metri – di fatto mandando la gente a morire” conclude il portavoce dell’Oim.

I primi a raccontare della tragedia sono stati i nove superstiti raccolti da un mercantile italiano e giunti stamane a Lampedusa con una motovedetta della Guardia Costiera. I migranti erano in 105 e 107 sui due gommoni che sono stati travolti dalle onde del mare in tempesta.

I sopravvissuti, originari del Mali e del Senegal, erano in due su un gommone e in sette sull’altro; uno di loro è un minore. Hanno raccontato di essere partiti sabato scorso dalle coste libiche insieme a un terzo barcone sul quale viaggiavano i 105 profughi soccorsi da due mercantili, 29 dei quali sono morti assiderati mentre venivano trasportati a Lampedusa dalle motovedette della Guardia Costiera. I due gommoni avrebbero fatto naufragio lunedì pomeriggio, tra le 15 e le 16, dopo essere stati capovolti dalle onde del mare forza 8. I nove superstiti sarebbero riusciti a salvarsi rimanendo aggrappati disperatamente ai tubolari prima di essere soccorsi da un rimorchiatore italiano. La Guardia Costiera, che negli ultimi due giorni ha partecipato con grande impegno e spirito di abnegazione alle operazioni di soccorso che si sono svolte al limite delle acque libiche, sta valutando il racconto dei nove superstiti. La zona del naufragio, nonostante le proibitive condizioni meteo, è già stata perlustrata dalle unità intervenute sul posto e da un aereo Atr 42.

“Preoccupazione” del Papa per “le notizie giunte da Lampedusa dove si contano altri morti tra gli immigrati a causa del freddo lungo la traversata del Mediterraneo. Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime e incoraggiare nuovamente alla solidarietà, affinché a nessuno manchi il necessario soccorso”.

*Aggiornamento ore 12.20
C’erano anche alcuni bambini sulle quattro imbarcazioni cariche di migranti, salpate sabato scorso dalle coste libiche. Solo tre di loro, che erano sul primo gommone soccorso da due mercantili italiani, si sarebbero salvati. Uno di loro è un bimbo di 12 anni non accompagnato, originario dalla Costa d’Avorio, sbarcato lunedì scorso a Lampedusa insieme con altri due minori. Altri tre piccoli ivoriani erano su uno dei due battelli naufragati nel mare in tempesta. Lo ha riferito uno dei due superstiti, originari del Mali, agli operatori umanitari di Save the children: “Sul mio gommone – ha raccontato – c’erano almeno tre ragazzi della Costa d’Avorio, potevano avere non più di 13-14 anni. Anche loro sono scomparsi tra i flutti”.

*Aggiornamento ore 10.37
Un altro gommone con un centinaio di migranti a bordo, oltre ai due che hanno fatto naufragio sui quali erano imbarcati complessivamente più di 200 profughi, sarebbe disperso. Lo hanno riferito due dei nove superstiti della tragedia che erano sull’ultimo natante partito dalla Libia. I barconi salpati dalle coste nordafricane, dunque, sarebbero stati in tutto quattro. Uno, con 105 migranti 27 dei quali sono poi morti per assideramento, è stato soccorso da due mercantili; altri due gommoni con 105 e 107 profughi sono stati invece capovolti dal mare in tempesta e nove superstiti sono stati raccolti da un rimorchiatore. Del quarto gommone, con un altro centinaio di migranti, non si hanno invece notizie. Alle operazioni di soccorso e di ricerca dei dispersi stanno partecipando le motovedette della Guardia Costiera, che hanno sfidato il mare Forza 8 per raggiungere la zona del disastro e trasferire a Lampedusa i sopravvissuti, oltre a un aereo Atr 42 dello stesso corpo.

Di fronte alla strage di Lampedusa “non si può non prendere atto che l’operazione Triton è inadeguata”. Così Laura Boldrini. “L’Europa deve dotarsi di un sistema di monitoraggio e salvataggio ben più efficace di quello ora in vigore. Altrimenti ogni espressione di dolore per le tragedie avrà il segno dell’ipocrisia”, ha aggiunto. La morte per assideramento di 29 migranti nel Mediterraneo, avvenuta l’altroieri, assume oggi dimensioni dieci volte più gravi. Apprendiamo infatti dai racconti dei sopravvissuti giunti a Lampedusa che altri tre gommoni avevano nelle stesse ore preso il mare dalle coste libiche, e che su di essi hanno perso la vita altre trecento persone. Di fronte a questa strage – sottolinea la presidente della Camera in una nota – non si può non prendere atto che l’operazione Triton è inadeguata. Si confermano infatti tutte le preoccupazioni che in molti avevamo espresso sulla fine di Mare Nostrum. Come hanno sottolineato sia il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, quanto il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, l’Europa deve dotarsi di un sistema di monitoraggio e salvataggio ben più efficace di quello ora in vigore. Altrimenti ogni espressione di dolore per le tragedie avrà il segno dell’ipocrisia. Ma in attesa che l’Unione europea e gli Stati membri arrivino ad assumere le decisioni indispensabili, è urgente – conclude Laura Boldrini – che nel Mediterraneo si ripristinino operazioni più estese di pattugliamento e di soccorso tali da consentire di salvare il più alto numero possibile di vite umane”.

“Siamo chiamati, come cittadini europei, a rispondere non a un tribunale ma alla nostra coscienza per ciascuna delle vittime del Mediterraneo. Esseri umani come noi: uomini, donne e bambini aggrappati ad una speranza più che a una zattera. Agire ora è già troppo tardi”.Lo scrive Pietro Grasso.

 


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