Il comitato per la Legalità: |"Ci aspettavamo più ordine" - Live Sicilia

Il comitato per la Legalità: |”Ci aspettavamo più ordine”

Il portavoce Renato Camarda: "Positivo ci è sembrato il lavoro svolto dal nuovo capo vara Claudio Consoli”. Sul caso della candelora degli ortofrutticoli: "Solidarietà ai giornalisti"

Bilancio Festa di sant'agata
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CATANIA – “Che la morte di Roberto Calì e Andrea Capuano non siano inutili”. Roberto Camarda, esponente di Libera e portavoce del comitato per la Legalità nella festa di sant’Agata, si è presentato stamani in conferenza stampa con in mano le foto dei due cittadini catanesi venuti a mancare – rispettivamente nel 2004 e nel 2010 – in circostanze connesse alle processioni in onore della patrona cittadina. Un gesto simbolico e che giustifica l’impegno di questi anni in favore di un ripensamento di alcuni aspetti della stessa festa e, perché no, della città. Ma di foto stamani in aula A5 dell’ex Monastero dei Benedettini ce n’erano ben altre. Si tratta di un vero e proprio dossier che racconta per immagini le tante – forse fin troppe – incongruenze della gestione dell’evento targato 2015.

A partire dal ruolo dei portatori dei ceroni. “Anche quest’anno – ha spiegato Camarda – sono stati determinanti per i ritardi nei tempi della festa”. Il riferimento va in particolare a un episodio che – riferiscono – proviene da “una fonte autorevole”. Si tratta di un fatto presumibilmente avvenuto alle 3 del mattino del 6 febbraio in via Caronda. “Quando un giornalista – racconta il portavoce – ha riferito ad alcuni portatori che li si accusava di essere in buona parte responsabili dei ritardi, questi in ritorsione hanno costituito un vero e proprio blocco, che ha impedito per diverso tempo l’avanzata della processione”.

Il dossier fotografico presentato alla stampa.

Ma la questione dei “torcioni” va ben oltre la dinamica di un singolo episodio. Il vero problema insisterebbe sul mancato rispetto delle ordinanze che proibivano l’accensione dei ceri e lo stazionamento degli “arrusti e mancia”. Un quadro “sotto gli occhi di tutti”. Dove l’aggravante sarebbe un’altra: “Ha colpito molto la presenza di automobili della Polizia municipale accanto ai ceroni accesi e ai venditori abusivi, senza che in generale, venisse presa alcuna iniziativa”. E ancora: “Il messaggio che giunge alla popolazione è che, di fronte a evidenti azioni contro la legge, la forza pubblica rimane inerte”.

Non è rimasta inerte invece la stampa. Che sulla vicenda riguardante la presunta annacata della candelora degli ortofrutticoli nei pressi del Bastione degli infetti ha sollevato un caso nazionale. A cui è seguito però l’annuncio di querele. “Offriamo la nostra solidarietà ai giornalisti” dice Camarda. Tutto ciò in attesa dei “risultati dell’investigazione della squadra Mobile”. Ma anche che il processo in appello sull’ipotesi di infiltrazioni nella festa sia celebrato.

Un passaggio polemico è destinato alla Curia. “Apprezziamo le iniziative della Chiesa, ma chiediamo che la chiesa si esprima con uguale decisione anche sui problemi legati alla legalità”. E puntano il dito sulla mancata menzione di questi temi nell’omelia di piazza Stesicoro. “Non pensiamo – insistono – che ci si possa chiudere nel recinto delle proprie competenze dirette”.

Insomma, un bilancio tra ombre ma anche qualche luce che non sia però dei torcioni. “Positivo ci è sembrato il lavoro svolto dal nuovo capo vara Claudio Consoli”. Parole col segno più anche per il Comune, che ha effettuato “una rapida pulizia della città”. Plauso inoltre per la Guardia di Finanza “che tra il 2 e il 5 febbraio ha portato a elevare decine di multe per venditori senza autorizzazioni e parcheggiatori abusivi”. Infine, fanno sapere, “abbiamo registrato una maggiore serenità religiosa e un maggior ordine intorno al fercolo”.

 


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