PALERMO – Erano “chiusi in riunione”, oppure “tra i corridoi di Palazzo dei Normanni”, o ancora “appena dietro la porta di Sala d’Ercole”. Insomma, tutti assenti giustificati. Tra i deputati della maggioranza assenti dall’Aula ieri al momento del voto sulla riforma delle Province, non uno attribuisce una motivazione politica alla propria poltrona vacante. I lavori dell’Aula erano stati interrotti intorno alle 16.30 per permettere al governo di essere presente al momento del voto e in molti dicono che poco dopo, mentre l’assessore alle Autonomie Locali, Ettore Leotta, interveniva a Sala d’Ercole alla ripresa dei lavori, si stavano dirigendo verso sala d’Ercole. Ma non hanno fatto in tempo. È andata così per Mariella Maggio (Pd), secondo cui “la mia, come quella di altri colleghi del Partito Democratico, non era assenza politica, ma data dal fatto che dopo la pausa in molti eravamo sparpagliati tra il gruppo e i corridoi. Mentre l’assessore Leotta interveniva in Aula ci stavamo avviando verso sala d’Ercole, ma intanto si era già proceduto al voto”.
Ci tiene invece a puntualizzare la sua presenza il deputato democratico Bruno Marziano, che sottolinea di avere votato, nonostante la sua preferenza non sia stata messa agli atti. “Quando l’Ars si è espressa a voto segreto – dice – ero presente e ho votato. Possono testimoniarlo le immagini televisive e gli altri parlamentari che erano con me in Aula. Per un mero errore del sistema di rilevamento del voto risulto invece assente: errore che non ho evidenziato perché ininfluente ai fini del risultato”.
“Si è trattato di un mero incidente” anche per il capogruppo Udc Mimmo Turano, assente al momento del voto. “Ero appena fuori dall’aula insieme a Margherita Ruvolo, quando siamo entrati il display segnava già chiusa la votazione. Abbiamo chiesto di poter votare, ma non è stato possibile farlo. Non c’era alcuna volontà politica nel non esprimere la nostra preferenza”.
Si trovavano invece a palazzo d’Orleans i deputati di Sicilia Democratica assenti dall’Aula, come sottolineato dal capogruppo Salvatore Lentini: “Avevamo avuto un incontro col presidente Crocetta e l’assessore Caleca, con cui abbiamo discusso proprio di Province, oltre che su alcune dinamiche da approfondire a proposito della legge di stabilità, ma noi siamo compatti sulla riforma delle Province”.
E se in molti sono pronti a scommettere che in realtà in alcuni casi le assenze fossero politiche, legate probabilmente ai mal di pancia che l’elezione di Giuseppe Lupo a vicepresidente dell’Ars ha provocato, anche il capogruppo Pdr, Giuseppe Picciolo, assicura che lui e alcuni dei suoi non fossero presenti perché “era in corso una riunione di gruppo, per un approfondimento tecnico proprio sulle Province”. Ma sulla vicepresidenza dell’Assemblea ammette: “Noi sull’elezione di Lupo abbiamo avuto un atteggiamento molto chiaro, proprio perché credevamo che la scelta dovesse andare al centrodestra. Chiaramente quando si è creato il binomio Formica-Lupo, è chiaro che abbiamo votato a favore dei nostri alleati politici. Sicuramente questa elezione ha avvelenato i pozzi e ha interrotto il dialogo col centrodestra che invece, dobbiamo riconoscerlo, aveva già dimostrato un’apertura nei nostri confronti, come nel caso del mutuo”.
Minimizza, infine, l’accaduto Michele Cimino (Pdr), assente perché ad Agrigento “per lavorare alle liste elettorali”. “Sono situazioni che possono accadere – precisa -, in queste settimane ci sono gli impegni elettorali, la finanziaria, insomma non ne farei un caso. Sono convinto che questo è un episodio che si supererà in fretta”.
