PALERMO – Una strigliata in piena regola, una tirata di orecchie bella e buona. Ieri sera il sindaco Orlando ha riunito a villa Niscemi la sua giunta per una riunione prettamente politica: oltre cinque ore in cui, a conti fatti, a parlare è stato quasi sempre il Professore. E le parole, a quanto pare, non sarebbero state delle più dolci.
Il sindaco, per dirla tutta, è scontento della sua squadra di governo: pur riconoscendo i buoni risultati in qualche settore, come il bilancio o le pedonalizzazioni, è l’andazzo generale che al primo cittadino proprio non va giù. Gli assessori, in alcuni casi, non riescono a tenere il passo del sindaco e in altri non hanno soddisfatto le aspettative. Orlando, del resto, sa che tra due anni si tornerà alle elezioni e, impegnato così com’è anche a livello regionale con l’Anci, ha bisogno ora più che mai di lasciare l’amministrazione in mani fidate. Ma, come detto, gli assessori non sempre sarebbero all’altezza del compito, specie in una città grande e complessa come Palermo dove perfino curare il verde sembra un’impresa.
Per questo il sindaco avrebbe mandato un messaggio chiaro a tutti: da oggi si cambia passo e gli assessori dovranno lavorare tutti a tempo pieno, altrimenti qualche sostituzione non potrà essere esclusa. Palazzo delle Aquile deve già fare i conti con le difficoltà di cassa e con i problemi comuni a tutti gli enti locali italiani, ma se arranca perfino in quei settori dove a mancare è solo un po’ di organizzazione o di attenzione, lo scontento dei palermitani sarà incontenibile. E le urne non sono poi così lontane.
