Nuova bufera doping in Italia | C'è Gibilisco tra gli accusati - Live Sicilia

Nuova bufera doping in Italia | C’è Gibilisco tra gli accusati

In corso i deferimenti per ventisei atleti della Nazionale italiana, con tanto di richiesta di due anni di squalifica per eluso controllo. Anche l'astista siracusano, oro mondiale nel 2003, è finito nel mirino dell'organizzazione antidoping italiana.

PALERMO – Sono in corso i deferimenti di 26 atleti azzurri, con richiesta, da parte della Procura Antidoping della Nado-Italia, di 2 anni di squalifica per eluso controllo. Tra gli atleti finiti nel mirino dell’organizzazione antidoping nazionale, c’è anche Giuseppe Gibilisco, il noto astista siciliano capace di conquistare un oro mondiale nel 2003 e un bronzo olimpico nell’anno successivo. I provvedimenti sono stati decisi in seguito agli sviluppi dell’indagine ‘Olimpia’ condotta dai Nas-Ros dei carabinieri di Trento, su mandato della procura di Bolzano, e agli accertamenti della stessa Procura Antidoping.  Chiesta, invece, ‘archiviazione per “mancata reperibilità” ai controlli per 39 dei 65 tesserati Fidal che comparivano nell’indagine.

Questi i nomi dei 26 atleti deferiti: Roberto Bertolini; Migidio Bourifa; Filippo Campioli; Simone Collio; Roberto Donati; Fabrizio Donato; Giovanni Faloci; Matteo Galvan; Giuseppe Gibilisco; Daniele Greco; Andrew Howe; Anna Incerti; Andrea Lalli; Stefano La Rosa; Claudio Licciardello; Daniele Meucci; Christian Obrist; Ruggero Pertile; Jacques Riparelli; Silvia Salis; Fabrizio Schembri; Daniele Secci; Daddour Slimani; Gianluca Tamberi; Marco Vistalli; Silvia Weissteiner.

“Nel ribadire la totale fiducia nell’operato della Procura Antidoping del Coni ed auspicando una rapida conclusione dell’iter giudiziario – commenta Alfio Giomi, il presidente della Fidal, come riporta la Gazzetta dello Sport – ribadisco quanto affermato il 18 settembre 2014, all’insorgere del caso. La somma di negligenze, superficialità, incompetenza, inadeguatezza e chi più ne ha più ne metta, è senza fine. Ma la vicenda riguarda tutto (o quasi) lo sport italiano e non solo l’atletica, senza che questo sposti di una virgola la nostra responsabilità.Scaricare solo sugli atleti la responsabilità di quanto è accaduto (non si tratta in ogni caso di atleti dopati) è troppo semplice. L’atleta è il punto di partenza e di arrivo di tutto il movimento, ma in mezzo ci sono tecnici, società, federazione, Coni”.


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