Revocati i domiciliari per Basile | Libero, ma lontano da Palermo - Live Sicilia

Revocati i domiciliari per Basile | Libero, ma lontano da Palermo

Rosario Basile

Il patron della Ksm dovrà vivere a Milano. La difesa: "Vittima di un complotto".

La decisione del Gip
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PALERMO – Revocati gli arresti domiciliari per Rosario Basile. Il patron della Ksm, a dieci giorni dall’arresto, torna in libertà. Avrà però l’obbligo di vivere a Milano, città dove lui stesso si era detto disponibile a trasferirsi nel corso dell’interrogatorio. La decisione è del giudice per le indagini preliminari Filippo Serio che ha accolto la richiesta degli avvocati Francesca Russo, Nino Caleca, Roberto Mangano e Antonio Ingroia. Il primo round si è giocato solo ed esclusivamente sulle esigenze cautelari che, secondo il gip, possono essere garantite con l’obbligo di dimora nella città meneghina. I difensori in questa fase non hanno affrontato le questioni legate ai gravi indizi di colpevolezza. Non per questo non annunciano battaglia, convinti che Basile sia “vittima di un complotto”. Ecco perchè hanno pronto il ricorso al Tribunale della libertà per sostenere che non ci sarebbero i presupposti per applicare la misura cautelare.

Ad accusare il patron di Ksm è una sua ex dipendente, secondo cui l’uomo d’affari palermitano avrebbe organizzato un piano fatto di minacce, ritorsioni e vilolenza privata prima per evitare che venisse al mondo e poi per non riconoscere il bimbo nato dalla loro relazione sentimentale. Il gip ha anche revocato la misura interdittiva che impediva a Basile di lavorare all’Ivri, il consorzio che riunisce le società di vigilanza privata e di cui fa parte anche Ksm, per la quale però l’allontanamento resta in vigore.

L’allontanamento da Palermo, scrive il gip, “tenuto conto delle concrete modalità di svolgimenti dei fatti e degli elementi prospettati e documentati dalla difesa”, viene considerata la “misura idonea ad imporre una adeguata separazione forzata fra l’indagato e la persona offesa”. Ed ancora: “Non si può sottacere che i fattori che si collocano alla radice degli episodi criminosi appaiono, in effetti, correlati a speciali contingenze fattual (il procedimento per il riconoscimento della paternità) nell’ambito di un contesto particolare di relazioni fra Basile e la donna”. Da qui la considerazione dei legali, secondo cui anche “il giudice ha ribadito che si tratta di una faccenda privata che nulla ha a che vedere con gli interessi imprenditoriali di Basile”.

I pm avevano espresso parere negativo sulla richiesta di scarcerazione, eccependo anche, tesi non accolta dal giudice, “il potere del Basile di influenzare qualunque scelta strategica (compresa quella lavorativa) del gruppo e delle società” . Secondo l’accusa, il fatto di ricoprire cariche dirigenziali all’Ivri e il fatto che i figli legittimi di Basile siano al vertice di Ksm avrebbe consentito all’indagato di “riappropriarsi di poteri di controllo e di esercizio imprenditoriale che hanno innestato le vicende di rilievo penale”, sottolineando che le stesse vicende penali avrebbero coinvolto le “intere compagini sociali” delle imprese governate da Basile. Il giudice non ha accolto questa ipotesi, ha scarcerato l’imprenditore, facendolo rientrare all’Ivri ma non alla Ksm (dove però, sottolineano i legali, non ha incarichi operativi), ma obbligandolo a vivere a Milano, lontano dalla donna che lo ha denunciato.


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