Il centro storico di Palermo si è colorato, stamattina, dei tocchi dei neo laureati magistrali dell’università di Palermo nel giorno in cui l’ateneo li festeggia con il primo graduation day del 2018 a seguito della sessione invernale. Gli studenti delle cinque scuole con i tradizionali copricapi arancio, azzurro, rosso, verde e viola hanno sfilato dalla sede del dipartimento di giurisprudenza al Teatro Massimo percorrendo la via Maqueda. Sulla scalinata esterna del teatro i laureati hanno lanciato il tocco dopo i saluti del rettore Fabrizio Micari, del sindaco di Palermo Leoluca Ordando e dei cinque rappresentanti delle scuole.
Rivolgendosi agli studenti il rettore ha affermato: “Vedervi così soddisfatti è motivo di gioia per tutti coloro che ogni giorno operano perché questa università sia migliore. Quello di oggi è un giorno di festa: celebriamo la nostro ateneo evidenziando quel senso di gruppo e di appartenenza che è il segreto stesso dell’università. L’università è il luogo del sapere ma è anche una comunità formata principalmente dai ragazzi che in essa si riconoscono”.
“Quest’evento – ha proseguito Micari – assume maggiore importanza nell’anno in cui Palermo è capitale della cultura italiana, una città che ha fatto della cultura il suo segno caratterizzante e che, con il nostro lavoro, vuole anche per essere una città universitaria. L’Università di Palermo può crescere in una città in crescita; sotto questo profilo registriamo una crescita degli studenti Erasmus in entrata: è un risultato per l’università e per la città”. “Inoltre – ha infine concluso -, oggi posso preannunciare un altro dato rilevante. Stiamo completando le iscrizioni alle magistrali e, a dati ancora incompleti e quindi passibili di crescita, registriamo una crescita del 10 percento degli studenti che rimangono a Palermo dopo essersi formati nel percorso triennale, passando da un dato che era di 2050 al dato odierno che è di 2250. È il segno di un ateneo che riesce a convincere gli studenti del fatto che laurearsi a Palermo è la chiave per il successo nella vita e nella professione e che non un handicap per l’inserimento nel mondo del lavoro. I nostri dati occupazionali, anzi, sono paragonabili a quelli di altri e più blasonati atenei italiani”.