Il depistaggio e l'agenda rossa | Quale fu il ruolo di La Barbera - Live Sicilia

Il depistaggio e l’agenda rossa | Quale fu il ruolo di La Barbera

In quel diario "appunti di fondamentale rilevanza", anche sulla strage di Capaci.

L'APPROFONDIMENTO
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PALERMO – “C’è un collegamento tra il depistaggio e l’occultamento dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, sicuramente desumibile dall’identità di uno dei protagonisti di entrambe le vicende”. Lo scrivono, nelle motivazioni della sentenza del processo quater sulla strage costata la vita al giudice, i giudici di Caltanissetta. Il personaggio a cui la Corte d’assise fa riferimento è Arnaldo La Barbera, funzionario di polizia che coordinò le indagini sull’attentato.

Nella motivazione della sentenza grande spazio ha avuto la storia del depistaggio delle indagini, passato attraverso l’induzione a mentire di tre falsi pentiti, e del ruolo che, nel condizionamento dell’inchiesta avrebbe avuto La Barbera, nel frattempo deceduto. La Barbera, secondo la corte, ebbe un “ruolo fondamentale nella costruzione delle false collaborazioni con la giustizia ed è stato altresì intensamente coinvolto nella sparizione dell’agenda rossa, come è evidenziato dalla sua reazione, connotata da una inaudita aggressività, nei confronti di Lucia Borsellino, impegnata in una coraggiosa opera di ricerca della verità sulla morte del padre”.

Per la corte l’agenda del magistrato, da lui custodita in una borsa e scomparsa dal luogo dell’attentato, “conteneva una serie di appunti di fondamentale rilevanza per la ricostruzione dell’attività da lui svolta nell’ultimo periodo della sua vita, dedicato ad una serie di indagini di estrema delicatezza e alla ricerca della verità sulla strage di Capaci”.


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