Extracomunitari lasciati a terra |"Non è razzismo, ma disservizi" - Live Sicilia

Extracomunitari lasciati a terra |”Non è razzismo, ma disservizi”

Getta acqua sul fuoco il sindacalista della Fast - Confsal dopo l'episodio denunciato su Facebook.

l'episodio sul bus Etna trasporti
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4 min di lettura

CATANIA – La notizia ha avuto rilievo nazionale. Complice il clima degli ultimi mesi e la non edificante azione dell’autista che avrebbe lasciato passeggeri di chiara origine africana a terra, nonostante avessero pagato il biglietto. Ma c’è chi giura che non si sia trattato di razzismo, ma dei comuni, continui, disservizi del bus che collega Catania a Taormina. È quanto afferma Ugo Crisafulli, sindacalista della Fast Confsal che in una nota rappresenta una storia differente da quella che, partita da una denuncia su Facebook, ha fatto il giro dei giornali, secondo cui l’autista dell’autobus della compagnia Etna diretto a Taormina non avrebbe fatto salire tre cittadine extracomunitarie mentre l’uomo che era con loro, era sul mezzo per mostrare al conducente proprio il titolo di viaggio.

“Prendiamo atto – scrive Crisafulli in una nota – dell’accanimento mediatico, denigrante per l’autista e per la stessa azienda che giornalmente trasporta migliaia di passeggeri di varie nazionalità comunitarie ed extracomunitarie, e teniamo a precisare che, dalle informazioni in nostro possesso, nessun viaggiatore extracomunitario è stato lasciato a terra”. Parla di strumentalizzazioni, il sindacalista, che racconta come questi episodi siano all’ordine del giorno e che abbiano come “vittime” cittadini di ogni nazionalità, costretti a subire un disservizio più volte denunciato.  “Sii è volutamente strumentalizzare ciò che tutti i giorni succede nel capolinea di Catania e non solo – prosegue Crisafulli – ma ovviamente in questo momento e facile additare chiunque di razzismo, poi poco importa se quotidianamente avvengono dei disservizi nei confronti dei nostri pendolari e delle fasce deboli”.

Secondo il sindacalista, il “bus” in questione era partito regolarmente dall’aeroporto di Catania con una decina di viaggiatori “che peraltro avevano pagato un biglietto speciale per raggiungere velocemente Giardini Naxos è Taormina” – afferma Crisafulli. “Giunto alla fermata in transito – prosegue –  l’autista come ogni mattina succede, ha trovato un ingente numero di viaggiatori muniti di bagagli di vario genere”. Alcuni di loro, stando sempre a quanto riportato dal sindacalista, “tra cui quelle poi rimaste a terra per circa dieci minuti – continua –  erano sprovvisti di titolo di viaggio e pertanto non sono stati ammessi a bordo”. Gli altri, invece, sarebbero stati fatti salire.

“Dopo le operazioni di carico viaggiatori e bagagli, iniziate le operazioni di manovra – prosegue – sono arrivati i viaggiatori che, nel frattempo, si erano recati alla biglietteria per acquistare il biglietto, ma il mezzo era già in movimento e l’autista ha correttamente deciso di proseguire la marcia”.

Già il direttore dell’azienda Etna trasporti, parlando con l’Ansa aveva escluso si trattasse di razzismo, “anche perché – dice il direttore Mario Nicosia – nel pullman c’era già persone straniere e se l’autista fosse stato razzista non avrebbe fatto salire nemmeno loro”. Ma Crisafulli va oltre, evidenziando come siano tanti e ben altri i disservizi sui quali montare una “reale” polemica.

“Rimarchiamo che l’autobus in questione avrebbe dovuto partire dal Capolinea di via D’Amico, per poi raggiungere l’aeroporto imbarcare i viaggiatori è proseguire per Giardini Naxos e Taormina transitando per l’asse servizi e non per il centro città come avvenuto – afferma Crisafulli, che solidarizza con l’autista tacciato di razzismo. “che da decenni trasporta extracomunitari da Catania a Giardini Naxos senza aver mai mancato di rispetto a nessuno”. Ma alcuni testimoni smentiscono questa versione, anche perché il pullman sarebbe partito con diversi posti vuoti.

Intanto infuria la polemica e le prese di posizione di chi, in particolare, non riesce a credere che la comunità catanese sia diventata quella che questa storia sembra rappresentare. Come Sonia Messina, esponente del Pd locale, che al riguardo scrive una lettera aperta al sindaco Pogliese, per chiedere di chiarire la propria posizione rispetto ad alcuni “colleghi”  onde evitare derive razziste anche in una città che, per storia e tradizione, è sempre stata aperta e accogliente.

“Che l’Italia stia attraversando un periodo buio, tra aggressioni e intolleranza nei confronti dell’ uomo “non italiano” (di colore non riesco proprio a dirlo!) è evidente – scrive. Gli episodi si moltiplicano e anche la Sicilia, terra di pace e accoglienza, sembra investita dal virus del razzismo. L’altro ieri a Partinico, ieri a Catania con la “supercheria” di lasciare a terra persone munite di regolare biglietto. Mi chiedo che e Le chiedo, Signor Sindaco, noi catanesi, da che parte stiamo? Lasciamo andare e vedere fin dove si spinge l’ondata di violenza? Molti sindaci si stanno rifiutando di applicare le norme anti “vu cumprá” sulle spiagge italiane, Lei che ne pensa? Pensa davvero che i vigili urbani debbano spendere il loro tempo emettendo multe contro l'”uomo nero” credendo di metterci in sicurezza, chiudendo un occhio, poi, sul posteggiatore abusivo della spiaggia o sul chioschetto che non ci fa lo scontrino. Le mie sono parole semplici, domande dirette che probabilmente non avranno risposta ma che non riesco a non fare in questo lunedì di una torrida estate!”.


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