Puntano sul "food" e danno lavoro |Dai cinesi assunti 350 palermitani - Live Sicilia

Puntano sul “food” e danno lavoro |Dai cinesi assunti 350 palermitani

L'inaugurazione in via Aspromonte

Non solo abbigliamento e servizi, tra i commercianti cinesi ora è boom della ristorazione.

PALERMO – Tre ristoranti hanno già aperto i battenti, altri cinque lo faranno presto e si aggiungeranno alle quattrocento attività orientali che, complessivamente, si trovano a Palermo. L’economia cinese in città è in continuo fermento e cavalca, da alcuni mesi a questa parte, l’onda del “food”, pronta ad estendersi oltre i confini cittadini, da Cefalù a Castellammare, fino ad Alcamo.

Martedì sera ha aperto le porte al pubblico una nuova attività di ristorazione in cui lavorano sei palermitani. A gestirla, la giovanissima Jennifer Chen, che a soli 18 anni coordina sala, cucina e dipendenti. “Sono nata a Palermo, ho frequentato la scuola superiore qui e mi sento ormai figlia di questa città – dice -. I miei genitori sono arrivati in Sicilia più di vent’anni fa, sono dei grandi lavoratori. Amo questa attività perché mi permette di stare a contatto con la gente”.

All’inaugurazione del ristorante di cucina internazionale, nei locali dell’ex “Murrina” di via Aspromonte, ha partecipato la comunità “Cinesi d’Oltremare”, che raccoglie più di duemila adesioni e unisce le imprese che si trovano nel capoluogo. Si occupano soprattutto di abbigliamento, elettronica, casalinghi e che hanno già messo in piedi centri commerciali come quello di via Lincoln, nei locali ex Barone. “Si tratta di veri e propri punti di riferimento sul fronte occupazionale – spiega Marco Mortillaro, commercialista e direttore dell’associazione -. Basti pensare che i dipendenti palermitani con regolare busta paga sono già 350. Il numero è però destinato a crescere e conferma l’importanza dell’economia cinese in un periodo di forte crisi come quello attuale”.

Business che si espande e che necessita di locali sempre più ampi. Specie per le attività di ristorazione e per le rivendite di merce all’ingrosso, i quali titolari tentano di accaparrasi le strutture ritenute più adatte. Nel mirino ci sarebbero anche i locali di via Roma da poco riconsegnati dal Tribunale alla famiglia Niceta, a pochi metri dalla “Chinatown” della città, che si estende dalla stazione centrale a via Lincoln e traverse. Gli imprenditori però smentiscono che questa sia un’ipotesi in via di definizione: “Siamo appena stati svincolati dalla misura di sequestro con la prospettiva di rientrare in possesso dei nostri beni e già vengono fuori notizie di altri danni al nostro patrimonio? Non lo permetteremo”, taglia corto Massimo Niceta.

E proprio in via Lincoln la comunità ha già aperto uno sportello amministrativo in cui si accelera l’iter per il rinnovo dei passaporti, per il quale è attualmente necessario recarsi al consolato di Roma. “Una volta all’anno – precisa Mortillaro – vengono anche raccolti i passaporti da due delegati del consolato, evitando i numerosi viaggi verso la Capitale”.

E il Turismo nell’Isola resta una priorità, con l’apertura delle agenzie di viaggio: l’obiettivo dei commercianti asiatici a Palermo, infatti, è di facilitare gli spostamenti dei connazionali per acquistare la merce a Roma, Napoli e Prato e, allo stesso tempo, di attirare turisti asiatici in città. Negli ultimi mesi altre due medie strutture gestite da cinesi hanno contribuito al boom delle attività orientali a Palermo: si tratta, rispettivamente, di locali di 900 e 1500 metri quadrati. Si trovano in via Marco Polo, dalle parti di corso Finocchiaro Aprile e in via Ugo La Malfa.


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