Caselli: "Il covo di Riina? |Una brutta pagina" - Live Sicilia

Caselli: “Il covo di Riina? |Una brutta pagina”

"Mi sono fidato di De Caprio". La replica: "Si assuma le sue responsabilità"

PALERMO – “La mancata perquisizione del covo di Totò Riina è stata una brutta pagina. Io ero per intervenire subito, ma mi sono fidato del capitano De Caprio che lo aveva arrestato”. L’ha detto, deponendo al processo d’appello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, l’ex procuratore di Palermo, Giancarlo Caselli. L’ex magistrato ha deposto su una vicenda rimasta oscura: la mancata perquisizione della casa in cui Riina si nascondeva nell’ultimo periodo di latitanza. I servizi di osservazione allestiti dal Ros vennero disattivati dopo la cattura e il covo, non sorvegliato, venne ripulito da una squadra di uomini di Cosa nostra. Per la vicenda vennero imputati, ma assolti, dall’accusa di favoreggiamento alla mafia il generale Mario Mori, coinvolto anche nel processo trattativa, e Sergio De Caprio, detto “Ultimo”, l’ufficiale che guidò i militari del Ros nel blitz che fece finire in manette il capomafia. Caselli si insediò alla guida della procura proprio il giorno della cattura di Riina, il 15 gennaio del 1993. “De Caprio era in quel momento un eroe nazionale, che aveva messo le manette al mitico, nel senso negativo del termine, Totò Riina. Ma l’interruzione del servizio di sorveglianza che non ci fu comunicata è una brutta pagina”, ha detto. “Mori mi disse che il mancato avviso rientrava nell’autonomia decisionale e operativa della polizia giudiziaria”, ha ricordato Caselli.

(ANSA).

*Aggiornamento ore 18.26
“Quindi l’eroe nazionale per la lotta al terrorismo, giudice Giancarlo Caselli, aveva sudditanza psicologica verso il Capitano Ultimo. È questa la vera brutta pagina che emerge oggi. Chi aveva la responsabilità e il dovere di eseguire la perquisizione nel covo di Riina se ne deve assumere la piena responsabilità di fronte a se stesso e di fronte alla storia”. Lo afferma il colonnello dei Carabinieri Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Riina, replicando a quanto affermato oggi dall’ex procuratore di Palermo, Giancarlo Caselli, nella sua deposizione al processo d’appello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Secondo Caselli, “la mancata perquisizione del covo di Totò Riina è stata una brutta pagina. Mi sono fidato del Capitano Ultimo”.
(ANSA).


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