Dal pellet agli attrezzi sportivi| E' boom del falso 'Made in Italy' - Live Sicilia

Dal pellet agli attrezzi sportivi| E’ boom del falso ‘Made in Italy’

I maxi sequestri dei finanzieri puntano alla tutela della sicurezza e della salute dei consumatori

PALERMO – Non più soltanto scarpe e abbigliamento. Il mercato della contraffazione sembra non conoscere limiti e si allarga puntando su prodotti di uso quotidiano e, addirittura, sull’attrezzatura utilizzata in palestra.

E’ il caso dell’ultimo sequestro effettuato dalla guardia di finanza a Palermo e in provincia di Trapani: sono stati individuati ben venti macchinari usati per l’allenamento che erano delle vere e proprie copie dei prodotti dell’azienda italiana ‘Technogym’ e costruite violando il brevetto internazionale depositato dalla casa produttrice, perché riportavano il suo marchio contraffatto e non garantivano la sicurezza d’uso agli utenti.

Si tratta di un’attività di controllo che negli ultimi anni le forze dell’ordine hanno intensificato e che punta alla repressione delle violazioni dei marchi ed altri diritti di privativa industriale, con l’obiettivo di salvaguardare il ‘Made in Italy’. Ma non solo, perché la priorità è tutelare la sicurezza e la salute del cittadino, che in questo caso rischiava di utilizzare un’attrezzatura non conforme per l’attività fisico-motoria.

Ammonta ad oltre 58 mila chili, invece, il sequestro di pellet – il combustibile ricavato dal legno – eseguito al porto di Palermo dai funzionari dell’Agenzia delle dogane e dai finanzieri: anche in questa circostanza, si sarebbe trattato di un falso made in Italy, visto che la provenienza del materiale non era chiara.

Nel dettaglio, ad eccezione del marchio e della società distributrice del prodotto i sacchetti destinati alla commercializzazione non riportavano nessuna indicazione sull’origine e la provenienza estera del prodotto, o qualsiasi altro riferimento utile a evitare qualsiasi fraintendimento del consumatore sull’effettiva origine del prodotto. Insomma, pure in questo caso, nessuna sicurezza veniva garantita.

Così come le cento confezioni di profumo sequestrate dai finanzieri ad un commerciante di Finale di Pollina, nel Palermitano: erano privi dei minimi riferimenti previsti dal regolamento CE che tutela la salute dei consumatori, ma pronti per essere venduti. Quella delle Madonie, nell’ultimo anno appena trascorso, si è rivelata una zona in cui la vendita di prodotti contraffatti è particolarmente diffusa. Basti pensare, infatti, che le fiamme gialle di Cefalù hanno sequestrato oltre 2.500 articoli pericolosi per la salute pubblica, tra giocattoli, profumi, cosmetici e accessori vari per la persona.


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