Graviano, le stragi, il figlio| Il boss smentisce se stesso - Live Sicilia

Graviano, le stragi, il figlio| Il boss smentisce se stesso

Il capomafia di Brancaccio racconta i retroscena della gravidanza della moglie

PALERMO – Giuseppe Graviano dice tutto e il contrario di tutto. Non nega soltanto di essere stato un criminale, uno stagista, ma si spinge fino a smentire le sue stesse parole, pronunciate nelle conversazioni intercettate due anni fa in carcere mentre passeggiava con un altro detenuto, Umberto Adinolfi.

C’è un argomento che, più di altri, fa emergere l’atteggiamento ondivago di Graviano. La nascita del figlio del boss di Brancaccio, concepito nel 1994 mentre era detenuto al 41 bis.

Graviano glissa sull’argomento, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo al processo di Reggio Calabria sul patto fra Cosa Nostra e ‘ndrangheta nella stazione delle stragi

Cose private, dice. Private non lo sono affatto se, come appare inevitabile, qualcuno ha aiutato Graviano a diventare padre aggirando in maniera plateale le ristrettezze del regime carcerario. Oggi racconta di avere approfittato della distrazione, sembrerebbe compiacente, di uno degli uomini che dovevano controllarlo a vista.

Intercettato due anni fa aveva ‘fornito’ un’altra versione dei fatti. Si gonfiava il petto quando raccontava che con la moglie si era appartato dentro il carcere. Il contenuto delle sue parole era inequivocabile, eppure ora fa la più clamorosa delle retromarce.

Non è vero, gli incontri d’amore con la donna sono frutto di fantasia. La sua fantasia, visto che era lui a parlarne. Nonostante ciò sono, anzi siamo – giornalisti e magistrati – tutti lì a pendere dalle labbra di Graviano.

Dalle labbra di uno che, a suo dire, non ha ordinato di ammazzare don Pino Puglisi, che non faceva saltare in aria i magistrati, che non ha ammorbato Palermo. Un uomo perbene, insomma. Pulito come i soldi che ha accumulato e nascosto chissà dove. Graviano in aula ha annunciato che qualcuno, pare un avvocato, sta scrivendo un libro sulla sua vita attingendo dalle carte giudiziarie. Dovrebbe intitolarsi “Madre natura”, dal soprannome di Graviano negli ambienti criminali. 

Forse è proprio un libro, che si può scegliere di comprare o meno, la destinazione delle dichiarazioni di Graviano. Di certo non nei resoconti dei processi. Ben vengano tutte le nuove indagini, a partire da quelle su Silvio Berlusconi, ma non si scommetta sulla credibilità di Graviano che mente sapendo di mentire. Da imputato può farlo, ma negare l’evidenza è troppo. O è credibile sempre, o non lo è mai.

 


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