Mafia, i verbali dei pentiti |"La verità su quel delitto" - Live Sicilia

Mafia, i verbali dei pentiti |”La verità su quel delitto”

Arnaldo Santoro e Maurizio Zuccaro
Il pentito Caruana punta il dito contro Arnaldo Santoro e il boss Maurizio Zuccaro.
L'INDAGINE DAKAR
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CATANIA – Non solo vendetta, ma anche soldi e potere. Nella guerra di mafia che si è consumata nella calda primavera del 2004 a Catania ci sarebbe stato anche il lucroso affare Mdl – Deutsche Post. Antonino Sangiorgi fino a due anni prima aveva avuto rapporti “privilegiati” con la famiglia Ercolano, ma ad un certo punto avrebbe iniziato ad “agevolare” i Mirabile collegati a Nino u pazzo Santapaola e il boss di Caltagirone Ciccio La Rocca (tornato ai domiciliari durante l’emergenza Covid). Di questa competizione criminale ed economica ne pagherà le conseguenze Michele Costanzo, ucciso brutalmente il pomeriggio del 3 maggio 2004 alla zona industriale di Catania. Una raffica di pallottole al torace, alla schiena e alla testa (“il colpo di grazia”) al padroncino della Mdl. Accanto alla vittima Sangiorgi, che è rimasto ferito. Per questo delitto è stato già condannato all’ergastolo in primo grado, Lorenzo Saitta, u scheletro. Nel processo d’appello sono finite le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Dario Caruana che ha permesso di mettere alcuni tasselli mancanti sul nome dell’altro sicario e su uno dei mandanti. E, infatti, i carabinieri hanno notificato ad Arnaldo Santoro e Maurizio Zuccaro l’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla gip Simona Ragazzi. L’inchiesta Dakar (un gioco con le lettere del nome del pentito Dario Caruana, ndr) ha quindi chiuso un’indagine in cui erano rimasti degli spazi aperti. Con le dichiarazioni dell’ex soldato di Monte Po, oltre che quelle di due anni fa di Francesco Squillaci, detto Martiddina, si è arrivati a un quadro probatorio che ha passato il vaglio del gip. 

“L’omicidio Costanzo è stato commesso dopo la scarcerazione di Pippo Ercolano nel 2003”, racconta Squillaci al pm Rocco Liguori, titolare dell’indagine.  “L’omicidio è avvenuto nella zona industriale di Catania e la vitti­ ma era il titolare di una ditta di autotrasporti. Venni a conoscenza dell’omicidio in carcere a Bicocca tramite le confidenze di Ciccio Mirabile e del figlio Paolo, e di seguito anche tramite Alessandro Strano e Lorenzo Saitta”.  Nelle parole di Squillaci però c’è qualcosa che non torna con il movente. “Ciccio e Paolo Mirabile – si legge nei verbali –  mi dissero che Costanzo era in società con Alfio Mirabile e con Giovanni Nizza, e che, dopo la scarcerazione di Pippo Ercolano, Costanzo voleva sciogliere la società e met­tersi in affari con Ercolano, che conosceva da tempo.
Anche Alessandro Strano era presente quando i due Mirabile mi fecero le confidenze su questo omicidio e confermava quanto detto dai primi due.
Dopo un po’ di tempo che ero co-detenuto a Bicocca con Salvuccio Saitta, in un’occasione, tra la fine 2005 e gli inizi del 2006, parlando di questa vicenda Saitta mi disse che anche lui aveva degli interessi nella ditta del Costanzo e che era stato lui ad ucciderlo perché questi si era avvicinato a Ercolano e voleva sciogliere questa società. Saitta non mi parlò dei particolari dell’omicidio”. 

Il filo conduttore si ricolloca nella guerra tra correnti di Cosa nostra quando Dario Caruana decide di vuotare il sacco. Anzi mette a verbale le confessioni che avrebbe ricevuto proprio da Saitta e Santoro che avrebbero agito su ordine di Maurizio Zuccaro. Due generazioni del gruppo di San Cocimo. 

“Di questo omicidio mi parlò Lorenzo Saitta – dice Caruna –  nel corso di una detenzione co­mune presso il carcere di Catanzaro nel mese di maggio/giugno 2007. Con Saitta abbiamo passato tanti anni di detenzione comune a Bicocca, a Catanzaro, a Piazza Lanza e a Palmi, e tra di noi si è creata una forte amicizia tanto che lui voleva che, una volta liberi, io mi affiancassi a lui per fare affari mafiosi insieme, cosa che effettiva­ mente è avvenuta nel 2007/08. Saitta mi disse che il responsabile dell’omicidio era lui. Non fece nomi di nessun al­tro”. Ma si arriva al 2005 a piazza Lanza. “Nando Santoro, cugino di Lorenzo Saitta, mi aveva parlato di questo omicidio. Nell’occasione Nando Santoro, avendo visto che io ero molto amico con Saitta, con il quale ci scrivevamo dal carce­re, mi confidò che era stato lui con suo cugino Saitta ad uccidere Costanzo su mandato- conclude Caruana – di Maurizio Zuccaro, Pippo Ercolano e Angelo Santapaola”. L’ultimo è stato ucciso nel 2007: lupara bianca. Il boss Pippo Ercolano è morto qualche anno fa. 


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