Il 'nano' e l'affare da 15 milioni|Mistero all'ex Coca Cola - Live Sicilia

Il ‘nano’ e l’affare da 15 milioni|Mistero all’ex Coca Cola

Dell'area dove doveva sorgere Decathlon parlava uno dei funzionari comunali arrestati

PALERMO – C’è un mistero da chiarire attorno allo stabilimento della ex Coca Cola a Partanna Mondello, dove Decathlon avrebbe voluto aprire il suo grande store.

Della struttura parlava Giuseppe Monteleone, funzionario del Comune di Palermo finito nei mesi scorsi agli arresti domiciliari. Monteleone in passato è stato dirigente dello sportello unico delle attività produttive. È la stessa inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari anche Mario Li Castri, altro ex pezzo grosso della burocrazia comunale, travolto dall’inchiesta.

Nel luglio 2018 Monteleone discute con la moglie. Le riferisce che è sua intenzione rivolgersi ad un altro imprenditore poiché “non è che esiste solo Giovanni Lupo”. Lupo è uno degli imprenditori finiti sotto inchiesta perché dietro il pagamento di mazzette avrebbe ottenuto una corsia preferenziale negli uffici comunali.


Alla fine della conversazione intercettata dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria e dai carabinieri del nucleo investigativo Monteleone discute di una cena in programma per il successivo 14 agosto 2018.
Ad invitarli è stato qualcuno, la cui identificazione non è ancora avvenuta e al quale Monteleone avrebbe portato un affare da 15 milioni di investimento.

La struttura presa in considerazione era proprio quella che un tempo ospitava la fabbrica della Coca Cola: “… non potevano non invitarmi… parliamo di una grande struttura di vendita al posto dell’ex Coca Cola… sta facendo il nano……”.

Ed ecco il personaggio misterioso la cui identità non è stata ancora scoperta. Di lui si conosce soltanto il soprannome, il “nano” appunto.
Ancora Monteleone: “… turtle, nome di nano, già che lui è piccolino, non è un nome di nano, t’immagini dice porta i piccioli (dice Monteleone ridendo). Il resto della conversazione è stato omissato.

Le manovre per l’affare di cui si sarebbe dovuto parlare nell’agosto 2018 sono antecedenti alla proposta avanzata da Decathlon. Nell’ottobre dello stesso anno una società locale presenta istanza di permesso a costruire al Suap: l’intenzione è di cedere il terreno con lo scopo di aprire un punto Decathlon, anche se quell’area è identificata dal Piano regolatore come D1, cioè industriale.

Sulla base della ricostruzione del Comune, è la stessa azienda a tirarsi indietro e a presentare una nuova domanda a novembre del 2019. Gli uffici comunali chiedono integrazioni documentali (a dicembre) che arrivano parzialmente e il 25 febbraio si arriva alla presentazione della terza pratica, bocciata il 20 maggio scorso a causa del parere contrario dell’Avvocatura comunale che sancisce l’impossibilità del cambio di destinazione d’uso. Un tira e molla in cui Palazzo delle Aquile si confronterà quasi sempre con la società e non direttamente con l’azienda francese.


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