Interdittiva antimafia annullata, ma ormai l'imprenditore si è sucidato

Cade l’interdittiva antimafia| Ma l’imprenditore si è suicidato

La tragica storia del gelese Riccardo Greco

L’interdittiva antimafia è stata annullata dopo un anno e mezzo e soprattutto dopo il suicidio del titolare dell’impresa, il gelese Rocco Greco, meglio conosciuto con il nome Riccardo.

Il Tar del Lazio (presidente Francesco Arzillo, consigliere Vincenzo Blanda e Anna Maria Verlengia consigliere estensore) annulla tutti i provvedimenti adottati dal ministero dell’Interno e riabilita l’impresa edile Cosiam. L’interdittiva fece venire meno la certificazione antimafia e precluse a Greco la partecipazione alle gare di appalto per la ricostruzione post terremoto in Abruzzo.

L’imprenditore si era ribellato al racket, denunciando e facendo arrestare i suoi estorsori. L’interdittiva antimafia per la Cosiam srl era stata emessa sul “presupposto della sussistenza del pericolo del tentativo di infiltrazione mafiosa”.

Si sarebbe trattato di una “forma prototipica di situazione a rischio di infiltrazione criminale in quanto anche soggetti semplicemente conniventi con la mafia per quanto non concorrenti, nemmeno esterni, con siffatta forma di criminalità, e persino imprenditori soggiogati dalla sua forza intimidatoria e vittime di estorsioni, sono passibili di informativa antimafia”.

I legali della società, gli avvocati Giuseppe Aliquò e Franco Coccoli, avevano chiesto l’annullamento del decreto del Ministero dell’Interno per violazione e falsa applicazione dei principi di imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa, dell’applicazione del principio di libertà di iniziativa economica, del principio di certezza del diritto. Greco fece ricorso e pochi giorni dopo la sentenza amministrativa che gli dava torto decise di suicidarsi.

Adesso si attende l’esito di un altro ricorso speculare che i legali hanno presentato al Tar Sicilia dopo che anche la prefettura di Caltanissetta aveva emesso una interdittiva nei confronti della Cosiam.

Greco aveva ribadito le sue denunce, convincendo a seguirlo anche altri imprenditori, nel corso del processo che si concluse con la condanna dei mafiosi. Anche Greco subì un processo in sede penale, ma fu assolto perché fu esclusa la sua connivenza con i mafiosi.

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