Rosalba ed Elena, le mani strette|"Aiutami a trovare mio figlio" - Live Sicilia

Rosalba ed Elena, le mani strette|”Aiutami a trovare mio figlio”

Terrasini, l'incontro tra i familiari delle vittime e il ministro Bonetti. Cosa si sono detti.
'NUOVA ISIDE'
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TERRASINI (PALERMO)- Una casa di pescatori, da qualche parte, a Terrasini. Gente onesta, con la vita bruciata dal sole e salata dal mare. E il mare c’è, la fuori, da qualche parte.

Qui si incontrano due mamme. C’è Rosalba Cracchiolo che ha perso suo marito Matteo e suo figlio Vito nel naufragio del peschereccio ‘Nuova Iside’. Matteo è tornato sulla terraferma, con l’amatissimo cugino Giuseppe, per essere ancora una volta salutato. Vito è laggiù, forse nel relitto già individuato a millequattrocento metri di profondità. C’è Elena Bonetti, due figli, Ministro della Repubblica per le Pari opportunità e per Famiglia, una di quelle persone che avevano una carriera avviata, un lavoro brillante e la serenità, ma hanno scelto la politica come servizio: questo almeno raccontano di lei. Rosalba stringe le mani di Elena e sussurra: “Aiutami a ritrovare mio figlio. Tu sei una mamma”.

Una casa di pescatori, simile alle altre. Il banchetto dei liquori. Il gusto di un arredamento sobrio. Le foto felici di matrimoni e altri eventi. Lì in mezzo scodinzola Niku, il dolcissimo canuzzo di casa. Qui i parenti di Rosalba si sono riuniti. Alle due verrà il ministro e non vogliono mancare, per la richiesta che è una spina nel cuore. Recuperate il peschereccio, costi quel che costi. Fate di tutto per rintracciare ciò che resta di Vito. Sua madre ha il diritto di piangerlo da vicino.

C’è un altro Vito, nonno del ragazzo scomparso. Pescatore anche lui. Un comandante. Il capostipite. “Io e i miei fratelli siamo tutti vivi – racconta -. I pescherecci li ho messi su io con fatica, ma con amore”. Molti anni fa erano ormeggiati a Lampedusa i Lo Iacono. Pure Rosalba era lì con suo papà, ovviamente pescatore. Incontrò Matteo. Si riconobbero. E non si lasciarono più.

Un clima sottile di attesa. L’avvocato Aldo Ruffino cerca di infondere calma. Lui sta affrontando la questione, a fianco della famiglia, come se fosse una cosa sua. E’ un legale appassionato, determinato. “Noi vogliamo verità e giustizia e vogliamo che il corpo di Vito torni da sua madre”. E’ andato a Roma con i familiari, l’avvocato Ruffino promette che non smetterà di lottare. C’è un’inchiesta sull’affondamento della ‘Nuova Iside’. C’è l’ipotesi di una collisione con una nave al largo di San Vito Lo Capo. Verità, giustizia e un corpo per l’addio. Non sembra che chiedano molto, in fondo.

Nel suo puntuale dossier l’avvocato Ruffino ha scritto: “Le famiglie dell’equipaggio chiedono allo Stato italiano di procedere, così come già efficacemente fatto in simili circostanze, al recupero del relitto della ‘Nuova Iside’ dove, verosimilmente, si trova all’interno Vito Lo Iacono, ad oggi ancora disperso, con la speranza di mitigare, ove possibile, lo strazio e il dolore di una mamma, di una compagna e dei familiari tutti”. Casomai – dicono qui – si procederà a una raccolta di fondi privati. Ma sarebbe uno schiaffo per lo Stato.

Movimento alla porta. Ecco il ministro Bonetti, con il senatore Davide Faraone e il sindaco di Terrasini Giosuè Maniaci. Il ministro siede. Ascolta. Stringe le mani di Rosalba. Parole non di circostanza. “Sono anche io una mamma. So cosa vuol dire aspettare con ansia un figlio. Qui vi dico che il Paese è con voi e che lo Stato c’è”. Tutti mantengono il più religioso silenzio. Ancora parole e non soltanto parole che colano calde e confortano un po’ il gelo. Saluti discreti.

Siamo quasi al congedo. Rosalba stringe, di rimando, la mano di Elena: “Aiutami a ritrovare mio figlio. Lo Stato ci aiuti”. Matteo e Vito sono insieme sul ripiano di un tavolino, in forma di fotografia. Sorridono.


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