Quant'è difficile essere migranti. "L'ordinanza di Musumeci è illegittima"

Covid e migranti, Vassallo:| “Quell’ordinanza è illegittima”

Le politiche del governo regionale e di quello nazionale. Intervista al giurista Fulvio Vassallo Paleologo. (Foto Gasperini/Sos Mediterranee)

PALERMO – “L’ordinanza di Nello Musumeci sui migranti è, da un punto di vista formale, illegittima, perché eccede i poteri di ordinanza attualmente riconosciuti al presidente della Regione e si basa su una decisione del Tar siciliano ampiamente superata”.

Fulvio Vassallo Paleologo, componente della clinica legale per i diritti umani del dipartimento di Giurisprudenza nell’università palermitana, boccia l’ordinanza di Musumeci e le politiche del governo Pd – M5S. Lo fa analizzando i provvedimenti normativi, alla luce dei principi costituzionali e delle misure anti covid.

L’ordinanza

Il presidente della Regione Nello Musumeci è stato categorico: i migranti non devono trascorrere la quarantena a terra, ma a bordo delle navi speciali, allestite in collaborazione col governo Conte. Sono state istituite delle aree, all’interno dei porti, che non consentono ai richiedenti asilo di varcarle, se prima non superano tutti i controlli anti coronavirus. Ma quest’ordinanza, secondo Vassallo, sarebbe illegittima, perché “basata su una situazione di emergenza che oggi non c’è più”. Ma non basta: “Da un punto di vista formale mi sembra illegittima – continua Vassallo – e dal punto di vista sostanziale mi sembra pericolosa, perché, come dicono i medici, sulle navi l’impianto di condizionamento dell’aria può favorire il contagio anche se le persone vengono separate. A questo si aggiunge che l’istituzione di zone rosse non risolve il problema”.

Fulvio Vassallo Paleologo

I test

Dall’ordinanza di Musumeci emerge che tutti i migranti devono essere sottoposti a test sierologici, anche quando “non presentano alcuna sintomatologia”. “Coloro che risultano positivi all’accertamento”, vengono sottoposti all’esame dell’Rna virale”, i casi che vengono accertati come “positivi” ai test, “sono trattati quali casi sospetti secondo le linee guida impartite dal ministero della salute”. Scatta la quarantena “in luogo diverso da quello nel quale sono posti i soggetti negativi” e, in caso di “esito negativo”, “si prosegue nel regime ordinario di quarantena e, quindi, è ripetuto il tampone al termine della stessa”. Misure molto rigide, anti coronavirus, con un solo problema: perché non vengono applicate ai turisti ma solo ai migranti?

Le differenze con i turisti

“I turisti – spiega Vassallo – arrivano per scelta, i migranti sono costretti a partire. I turisti possono scegliere di non venire, i migranti no”. Il docente palermitano parte dalla distinzione sulle motivazioni che spingono, turisti e migranti, a raggiungere la Sicilia, per poi analizzare la differenza sostanziale, sul trattamento che ricevono: “Colpisce che siano caduti tutti i controlli nei confronti di chi arriva in treno o in macchina, sugli aerei si viaggia a pochi centimetri di distanza e al massimo viene controllata la temperatura. Tutto questo dovrebbe farci preoccupare molto di più dei migranti che arrivano in Sicilia”.

Questione politica

Le strategie anti coronavirus vedono, quindi, una differenza di trattamento tra migranti e turisti. La politica ha il compito delle scelte e in questo caso, coincidono con ciò che vogliono la maggioranza dei cittadini. Vassallo si rivolge al governo Conte: “Se la pancia del Paese va contro il diritto e vuole un regime di polizia oltre a negare il diritti fondamentali, io penso che un’altra parte del Paese e un governo che rispetti lo Stato di diritto, abbiano il dovere di opporsi fino a quando rimarranno in carica”.


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