Ore 16.58: un minuto di silenzio in via D'Amelio - Live Sicilia

Ore 16.58, un minuto di silenzio| Il ricordo in via D’Amelio

L'unico agente sopravvissuto, Antonino Vullo: "Non lasciamo soli i magistrati che indagano per la verità"
L'ANNIVERSARIO
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PALERMO – Alle 16.58, in via D’Amelio, è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime della strage del 19 luglio 1992 in cui morirono Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. La cerimonia è stata preceduta da un intervento di Antonino Vullo, l’unico agente della polizia sopravvissuto alla strage. “Dobbiamo essere vicino ai magistrati che stanno cercando la verità, e non lasciarli soli come è accaduto a Borsellino e a Falcone”, ha detto Vullo.

Insieme a un centinaio di persone, erano presenti anche il presidente della Commissione nazione antimafia, Nicola Morra, e il vicedirettore del Dap Roberto Tartaglia, ex pm del processo sulla Trattativa Stato-Mafia. Presente anche il fratello di Borsellino, Salvatore, che ha raccontato l’ultima giornata del magistrato, in quella domenica la cui normalità (Paolo Borsellino prima di morire aveva visto in tv una tappa del Tour de France) è stata definitivamente interrotta dall’esplosione di un’auto imbottita di tritolo.

“Fino a quando non avrò l’agenda rossa di Paolo non avrò pace. L’agenda è dentro le istituzioni. La verità è dentro lo Stato”, dice Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso dalla mafia. Ad ascoltarlo, quattrocento persone. Giovani delle associazioni, famiglie, qualche turista, studenti. E poi il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, l’ex pm Roberto Tartagalia, oggi vice capo del Dap, l’ex presidente del Senato Piero Grasso, il sindaco Leoluca Orlando. “Giustizia, vogliamo giustizia”, torna a urlare Salvatore Borsellino. Ma la strada verso la verità è ancora tortuosa”. “Penso che tanti percepiamo un nodo – ha detto Tartaglia – che è tutto quello che manca alla ricostruzione dei fatti. Penso al collaboratore Cancemi che parla di una riunione fatta poco prima del 19 luglio a casa di Guzzo, alla quale prese parte Riina, che aveva premura a compiere la strage, come se dovesse rispettare un impegno preso. Fino a quando non riusciremo a dare le risposte su questa accelerazione improvvisa, il nodo non si scioglierà”. “La verità su questa strage non c’è e non è detto che ci possa essere tra due anni o tre anni – ha detto Morra – Dobbiamo prendere consapevolezza che le forze contro cui combattiamo non solo irrilevanti. Mi domando in quali altre occasioni un uomo così legato a un magistrato ucciso in una strage, pur volendosi far sentire e avendo tanto da dire, non sia stato sentito dalla magistratura. Paolo Borsellino non è stato mai ascoltato dopo la strage di Capaci, questo rimane inspiegabile anche dal punto di vista giudiziario”.

Il sindaco Leoluca Orlando ha partecipato oggi alle celebrazioni. Il primo cittadino, che aveva disposto l’esposizione delle bandiere a mezz’asta negli edifici comunali per la giornata di oggi, si è recato due volte sul luogo della strage. Prima stamani, quando tra gli altri erano presenti il ministro Giuseppe Provenzano ed il prefetto Giuseppe Forlani, per un incontro commemorativo organizzato dal Centro studi “Paolo e Rita Borsellino” sotto l’albero della Pace e poi nel pomeriggio dove è stato osservato il minuto di raccoglimento in ricordo delle vittime. “Commemorare non è un valore o un disvalore un se – ha detto Orlando -, ma ciò che conta è il come si commemora. Si fa memoria parlando di vita e non di morte. L’albero della pace evoca la vita. E’ stato il grande impegno di Rita Borsellino: spiegare il sacrificio di Paolo e di chi è morto ventotto anni fa. E’ importante far leva sull’amore per la vita dei palermitani. Quella di via D’Amelio è stata l’ultima grande strage commessa dalla mafia, legata ad una trattativa che era segno che non c’era più identificazione fra mafia e Stato”.


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