Il 'dazio' del clan Scalisi Le condanne in Appello LiveSicilia.it

Il ‘dazio’ del clan Scalisi|Le condanne in Appello

La sentenza della Corte: diverse riforme e anche un'assoluzione.
PROCESSO ILLEGAL DUTY
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CATANIA – Ad Adrano, almeno fino a qualche anno fa, se volevi fare affari dovevi pagare il dazio al clan Scalisi. Una sorta di ‘tassa’ che gli alleati dei Laudani pretendevano soprattutto per alcuni settori. In particolare la cosca avrebbe avuto il pieno controllo del mercato delle uova, della carne e anche della macerazione delle arance. Questa la fotografia inquietante che è emersa dalla maxi operazione ‘Illegal Duty’ scattata nel 2017 e che ha raso al suolo i vertici della famiglia mafiosa. Ma oltre la ‘tassa territoriale’, il clan aveva un giro molto florido di estorsioni e – grazie a una sorta di accordo con i Santangelo – gestiva anche la droga. Il processo abbreviato scaturito dall’indagine inoltre ha permesso di ‘fotografare’ lo scacchiere criminale degli Scalisi anche attraverso i collaboratori di giustizia (Nicola Amoroso si pente proprio alla fine del primo grado). A dirigere le fila, il boss Giuseppe Scarvaglieri che sta affrontando il processo ordinario.

Il processo d’appello

La Corte d’Appello di Catania ha ridimensionato, per alcune posizioni, la pesante sentenza che era stata inflitta dal gup nel 2018. A molti imputati sono stati riconosciute le attenuanti generiche. La pena inflitta a Giuseppe Mannino, difeso dall’avvocato Francesco Messina, è stata rideterminata a 11 anni di reclusione (in primo grado erano stati 20 anni). Sconto di 2 anni per uno dei ‘vertici’: Alfredo Mannino, difeso dall’avvocato Salvo Pace, è stato condannato a 18 anni. Ridotta a 12 anni la condanna comminata a Vincenzo Valastro, assistito da Francesco Marchese (erano 20 agli anni inflitti dal gup). Ridotta a 8 anni e 8 mesi la condanna di Vincenzo Pellegriti, difeso dall’avvocato Turi Liotta e da non confondere con il pentito di Biancavilla. Confermate le pene a 8 anni di reclusione per Agatino e Antonio Leanza, difesi dall’avvocato Pietro Scarvaglieri, e a 12 per Sebastiano Salicola, assistito dall’avvocato Maria Lucia D’Anna. Biagio Mannino assolto da due imputazioni (per non aver commesso il fatto) e rideterminata la pena in continuazione a 1 anno e 6 mesi. È anche arrivata l’assoluzione di Nicola Santangelo, difeso dall’avvocato Sergio Ziccone. 

Le pene riformate 

Ma sono diverse le pene rideterminate dalla Corte: Nicola Amoroso (collaboratore di giustizia) 10 anni, 6 mesi e 20 giorni, Vincenzo Biondi, 18 anni e 4 mesi (riconosciuta la continuazione con altra sentenza), Emanuel Bua, Alfredo Bulla, Angelo Bulla, Angelo Calamato, 5 anni e 4 mesi, Pietro Castro, 6 anni, Gaetano Di Marco, collaboratore di giustizia, 4 anni e 6 mesi (riconosciuta continuazione con altra sentenza) Salvatore Di Primo, 6 anni e 8 mesi, Antonino Furnari, 12 anni e 6 mesi e 20 giorni, Pietro Giuseppe Lucifora, 8 anni e 4 mesi, Pietro Maccarrone, 7 anni e 8 mesi (quale aumento per continuazione sentenze) Alfredo Mannino, 18 anni, Biagio Mannino, 1 anni e 6 mesi (aumento per continuazione altra sentenza e assolto per le altre contestazioni) Giuseppe Mannino, 11 anni, 1 mese e 10 giorni (esclusa la qualità di capo promotore) Vincenzo Pellegriti, otto anni e otto mesi di reclusione, Agatino Perni, 5 anni e 2000 euro di multa, Alfredo Pinzone, 4 anni e 1000 euro di multa, Mauro Giuliano Salamone, 6 anni, Salvatore Severino, 1 anni e 10 mesi (sentenza di non luogo a procedere per reato limitato alla condotta fino al 16.06.2010), Giuseppe Sinatra, 8 anni e 8 mesi (riconosciuta la continuazione), Vincenzo Valastro, 12 anni (esclusa la qualifica di capo promotore per la droga)

L’assoluzione

Nicola Santangelo è stato assolto dalla Corte d’Appello “per non aver commesso il fatto”. 

Le conferme 

La Corte d’Appello di Catania ha confermato invece le altre posizioni: Emanuel Bua, 1 anno e 4 mesi (ritenuta la continuazione), Alfredo Bulla, 20 anni, Angelo Bulla, 12 anni, Angelo Calamato, 8 anni, Pietro Castro, 8 anni, Massimo Di Maria, 10 anni, Alfio Lo Curlo, 8 anni, Alessio La Manna, 12 anni, Agatino Leanza, 8 anni e 8 mesi e 2800 euro di multa, Antonino Leanza, 8 anni e 4 mesi, Giuseppe Maccarrone, 11 anni e 4 mesi, Pietro Maccarrone, 8 anni (ritenuta la continuazione con una sentenza definitiva), Sebastiano Salicola, 12 anni, Carmelo Scafidi, 2 anni (ritenuta continuazione con altra sentenza), Salvatore Scafidi, 12 anni, Pietro Severino, 2 anni (ritenuta la continuazione con altra sentenza), Claudio Zermo, 5 anni e 4 mesi. 

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