Monreale: "Il Giro d'Italia parte da qui, ma non potremo portarci nessuno"

“Il Giro d’Italia parte da qui | ma non potremo portarci nessuno”

Tassisti nel limbo: l'assenza di un protocollo d'intesa fra Comuni impedisce loro di operare a Palermo

PALERMO – Non avranno facoltà di trasportare da Palermo a Monreale gli spettatori del Giro d’Italia, la cui tappa inaugurale sarà proprio Monreale. Si tratta dei tassisti del Comune che domina la Conca d’oro, colpiti come tanti dalla crisi del coronavirus ma alle prese con altre questioni economiche e burocratiche da tempi più lontani. Lo racconta Filippo Spinnato, che ha simbolicamente ‘transennato’ la propria auto vicino al Duomo insieme ai colleghi, per dar voce all’esigenza di un mai ottenuto protocollo d’intesa fra il Comune di Monreale e quello di Palermo.

“Siamo in sette, di cui la maggior parte monoreddito – spiega Spinnato – e la prima causa dei nostri problemi è il fatto che non possiamo operare nell’area metropolitana di Palermo. La mancanza del protocollo ci impedisce di usufruire degli stalli in città, ma anche di quelli predisposti al porto, all’aeroporto e alla stazione del capoluogo. Quest’ultimo è un aspetto molto penalizzante, dato che la maggior parte dei flussi turistici transitano proprio da quelle infrastrutture. Va da sé – continua il tassista – che questo ci impedirà anche di trasportare i clienti che vorranno seguire il Giro d’Italia, ed ecco il paradosso: la tappa di partenza della grande manifestazione sportiva sarà proprio Monreale. Praticamente significa essere spettatori del nostro lavoro”.

Spinnato fa presente anche che “di fatto noi tassisti monrealesi siamo già esclusi anche dal Percorso arabo normanno, di cui il nostro Comune fa parte insieme a Palermo e Cefalù. Per ovviare in qualche modo al problema, nel settembre 2019 il Comune di Monreale ha approvato un nuovo regolamento taxi: in mancanza di accordi col Comune di Palermo, è previsto che i tassisti dell’area metropolitana lascino i clienti a Monreale una volta arrivati – dice – e diano a noi colleghi del posto la possibilità di effettuare le corse di ritorno. Cosa che però non avviene. Le nostre domande sono rivolte alle amministrazioni comunali e alla Città metropolitana: a fronte di oltre trecento taxi su Palermo, ci chiediamo come potremmo noi sette incidere negativamente sugli affari della categoria. Ecco perché invochiamo il protocollo d’intesa fra Comuni: siamo un numero quasi irrisorio e vorremmo solo lavorare come gli altri”.


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