Vecchio Palermo, Zamparini dettava la linea, Giammarva "consapevole"

“Giammarva era consapevole”| Ecco perché è stato condannato

Le motivazioni della condanna in primo grado dell'ex presidente del Palermo

PALERMO – Il suo sarebbe stato un apporto consapevole ancor di più perché Giovanni Giammarva non era solo il presidente del vecchio Palermo, ma un professionista esperto. Ecco perché è stato condannato.

Così scrive il giudice Michele Guarnotta nella motivazione della sentenza con cui lo scorso giugno ha condannato Giammarva a 8 mesi e 10 giorni, con il beneficio della sospensione delle pena, per false comunicazioni alla Covisoc: “L’imputato era consapevole della falsa rappresentazione patrimoniale della Us Città di Palermo e nella veste di presidente del Palermo Calcio ha contribuito alla commissione del reato”.

Nello stesso processo sono assolti due ex sindaci, Michele Vendrame e Andrea Favatella, difesi dagli avvocati Renato Alberini e Massimo Motisi, per i quali i pubblici ministeri Dario Scaletta e Andrea Fusco stanno valutando il ricorso. Chi farà certamente ricorso è il legale di Giammarva, l’avvocato Antonio Gattuso.

Giammarva è rimasto in carica dieci mesi, ma secondo il giudice sarebbe stato sempre e comunque Maurizio Zamparini a dettare la linea, mantenendo “i pieni poteri”. Furono mesi caldissimi, poi culminati nella cessione ad Arkus Network e nel crac del Palermo, sulle cui ceneri è nata una nuova società.

I conti sarebbero stati gonfiati, inserendo soprattutto un credito inesistente di 40 milioni per la cessione del marchio alla Mepal e poi alla Alyssa Sa con sede in Lussemburgo.

Secondo Guarnotta, Giammarva era “consapevole della falsità del credito Alyssa”. Zamparini gli diceva (le intercettazioni dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria sono riportate nella motivazione): “Noi abbiamo sistemato le cose, abbiamo cominciato a pagare i primi 11 milioni e mezzo (…). Le strade erano due, o fare delle plusvalenze sul marchio o vendere i giocatori con le plusvalenze. Operazioni come (queste le) facciamo nel calcio per dare la possibilità ai club di rifinanziarsi”.

Giammarva, commercialista più volte nominato dal Tribunale di Palermo come esperto, sarebbe stato a conoscenza delle manovre per nascondere alla Covisoc, l’organismo di vigilanza sulle società di calcio quotate in borsa, la reale situazione patrimoniale: “Non ci si può iscrivere al campionato”», disse a Zamparini il 28 maggio 2018.

Non è passata la difesa di Giammarva, secondo cui la Covisoc era a conoscenza de passaggio Mepal-Alyssa. Il giudice Guarnotta conclude che “sebbene non fosse in quel momento il soggetto tenuto a effettuare le comunicazioni alla Covisoc” delle due l’una: o Giammarva “ha comunque portato un ben preciso e consapevole contributo causale e morale, avendo approvato lo stato patrimoniale e la relazione semestrale, che contenevano le informazioni di cui egli conosceva la consistenza e le finalità decettive”, oppure “si è prestato a quanto ideato da altri, con relativa minore intensità del dolo”.

Il vecchio Palermo è stato dichiarato fallito, ma una prima volta il Tribunale respinse l’istanza della Procura. Per questa vicenda è in corso un procedimento a Caltanissetta.


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