Da Firrarello a Nino Bellia: radiografia di una vittoria

Da Firrarello a Nino Bellia|Radiografia di una vittoria

L'analisi del voto.
AMMINISTRATIVE 2020
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CATANIA – L’interrogativo è se stia lavorando già a un secondo mandato da sindaco. È lecito pensarlo, perché se ad appena 81 anni di età (ottantuno, sic) Pino Firrarello vive la sua ennesima primavera brontese, tutto è possibile. Insomma, nella città del pistacchio vince l’usato sicuro. Con il 45% dei voti, uno dei volti simbolo del berlusconismo di Sicilia, dice addio al pensionamento e torna in sella della città che lo ha già visto primo cittadino.

Già senatore, rivale irriducibile di Raffaele Lombardo e democristiano di antico lignaggio, manda gambe all’aria l’uscente Graziano Calanna (34%), che risente probabilmente delle vicende giudiziarie che lo hanno toccato durante il mandato. Firrarello si dimostra più forte anche dell’impegno civico di Giuseppe Gullotta (in passato già vicino al ras forzista), che raccoglie tuttavia il 17%.

Gli azzurri festeggiano

Forza Italia esulta e il commissario provinciale azzurro, l’assessore regionale Marco Falcone, gongola. I berluscones eleggono 3 dei sette sindaci di questa tornata ai piedi del Vulcano. Pippo Messina a Trecastagni torna a indossare la fascia tricolore dando seguito ai pronostici. Probabilmente, la mancata candidatura di Giovanni Barbagallo (Pd), che ha preferito non ricandidarsi anche se aveva le carte in regola, ha fatto sì che il centrosinistra si presentasse in maniera non competitiva alle urne. La conferma a Mascali di Luigi Messina segnala la singolare competizione nel comune ionico, dove a sfidarsi sono stati due esponenti del centrodestra. 

Bellia e Barbagallo

A San Giovanni la Punta, Ninno Bellia vince a mani basse e incassa oltre il 55%. Dalla sua parte una corazzata con dentro esponenti provenienti da più tradizioni politiche e obbedienze. Sorride a metà, o piange con un occhio, invece, il segretario regionale del Pd Antony Barbagallo. Che perde a Bronte, ma si conferma dominus incontrato di Pedara. Il suo candidato, Alfio Cristaudo, vince agilmente andando oltre il 53%. L’ex barbagalliano Antonio Fallica, nonostante lo svuotamento della sua ex maggioranza, raccoglie il 36% dei voti.

Comuni minori

Assai prevedibile la vittoria di Enzo Santonocito a San Pietro Clarenza, che va oltre il 70%. A Milo si risolve invece con un testa a testa, dove l’uscente Alfio Cosentino la spunta con il 52% (sono 41 i voti assoluti che lo separano da Giuseppe Messina). 

Pentastellati

Il Movimento cinque stelle conferma le difficoltà a raccogliere consenso nelle Amministrative, rimanendo in più di un caso fuori anche dai consigli comunali.  A Pedara Nuccio Tropi sfiora il 10%, ma non basta. Mentre a Bronte Valeria Franco resta sotto il 4%. L’esperimento di schierare due lista a San Giovanni la Punta, permette a Giusy Rannone di raccogliere quasi il 7% senza però eleggere alcun “cittadino”. Concetta Ambra, a Trecastagni, resta sotto la soglia psicologica del 5%.

Lega e Fdi

Per i partiti del centrodestra c’è da segnalare il caso Lega a San Giovanni la Punta. Nonostante il comizio di Matteo Salvini, Lorenzo Seminerio raccoglie l’11% (la lista va poco oltre il 3%). L’alleato Fratelli d’Italia supera invece il 7%. 

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