Ciancio e il dissequestro: "impedimento" in Cassazione - Live Sicilia

Ciancio e il dissequestro: “impedimento” in Cassazione

La decisione sul ricorso della Procura Generale sul dissequestro dei beni in appello è stata rinviata.
IL PATRIMONIO
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ROMA – Si dovrà ancora attendere. La decisione della Suprema Corte di Cassazione sul ricorso della Procura Generale che ha impugnato il decreto di dissequestro del patrimonio di Mario Ciancio Sanfilippo emesso dalla Corte d’Appello di Catania è slittata.

L’impedimento del relatore

Ieri, per impedimento del relatore, il procedimento ha subito un rinvio ad un nuovo ruolo. La notizia, che è arrivata solo stamattina, è stata confermata a LiveSiciliaCatania dall’avvocato Carmelo Peluso, difensore dell’editore catanese.

Rinvio della trattazione

Alle parti arriverà una notifica con la fissazione della nuova data della trattazione. Essendo un processo di Misure di Prevenzione si tratta di un’udienza prettamente documentale. Infatti vengono valutati i motivi il ricorso della Procura Generale e analizzate le memorie della difesa.

Il ricorso

La Pg ha chiesto l’annullamento del decreto di dissequestro della Corte d’Appello di Catania del patrimonio societario del gruppo Ciancio, di cui fanno parte anche il quotidiano La Sicilia e le emittenti televisive. Le difese invece ritengono “il ricorso infondato”.

L’appello

I giudici di secondo grado hanno ritenuto che, nonostante l’amicizia, vicinanza e contiguità di Mario Ciancio Sanfilippo alle consorterie mafiose, non vi era la prova di un contributo attivo all’associazione mafiosa.

Il primo grado

Una valutazione che ha ribaltato il verdetto di primo grado. Il Tribunale, sezione Misure di Prevenzione, al termine del processo di primo grado aveva disposto la confisca delle società – anche editoriali – del gruppo. Decisione arriva al termine dello studio della consulenza contabile sui redditi, della lettura delle rivelazioni dei collaboratori di giustizia e l’analisi dalle indagini inerenti i centri commerciali.

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