I colonnelli del clan Santangelo: le richieste di pena in appello - Live Sicilia

I colonnelli del clan Santangelo: le richieste di pena in appello

Il sostituto procuratore generale ha chiesto la conferma della sentenza del gup
OPERAZIONE ADRANOS
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CATANIA –  Giocando con il nome della serie cult Narcos è venuto fuori Adranos. È questo il nome dell’operazione di polizia che nel 2018 smembrò pezzo per pezzo la cosca Santangelo-Taccuni di Adrano. La famiglia mafiosa, alleata storica dei Santapaola-Ercolano, avrebbe creato un vorticoso giro d’affari legato alla droga.

I soldi facili della droga

Il metodo, ormai rodato, per portare soldi facili nelle casse del clan. Ma tra le ‘specializzazioni’ del gruppo criminale ci sarebbe stato anche quello del racket delle estorsioni. Per non far alzare le antenne delle forze dell’ordine, il clan superando asti storici avrebbe deciso di mollare le armi e di stipulare un accordo con i rivali: gli Scalisi. Si sarebbe sancita la spartizione del controllo del pizzo all’interno del mercato ortofrutticolo. 

Un’inchiesta poderosa che ha portato alla sbarra il capomafia Alfio Santangelo e i colonnelli del clan. In primo grado, il giudice per le udienze preliminari ha inflitto pene severissime.

Una sentenza impugnata dalle difese che ha aperto il processo davanti alla Corte d’Appello arrivato al giro di boa. La requisitoria del sostituto procuratore generale Francesco Paolo Giordano è durata due udienze. Al termine il magistrato ha chiesto alla Corte la conferma della sentenza del gup. 

Questo vuol dire confermare la condanna a 20 anni per Antonino Bulla, Vincenzo Bulla, Nino Crimi, Salvatore Crimi e Gianni Santangelo. Mentre per il vecchio boss Alfio Santangelo, la condanna in primo grado è stata di 19 anni e 3 mesi. Nella cabina di regia ci sarebbe stato il nipote Gianni Santangelo e il genero Nino Quaceci. Antonio Bulla e Salvatore Crimi nel periodo di lockdown sono stati al centro del dibattito scatenato dalle scarcerazioni per l’epidemia da Coronavirus. 

Tra gli imputati anche il poliziotto infedele Francesco Palana, assistente Capo della Polizia di Stato,  che in primo grado è stato condannato a 6 anni 4 mesi e 34 mila euro di multa. Secondo la ricostruzione del processo avrebbe avuto un diretto contatto con Salvatore Crimi per rifornirsi di stupefacente da rivendere nel messinese. Tra i trafficanti alla sbarra anche Nicola Mancuso: 8 anni la pena inflitta dal gup. L’adranita è stato condannato all’ergastolo in primo grado per l’omicidio di Valentina Salamone. 

Il pg, dunque, ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado. Ecco quindi le pene inflitte dal gup, che per il sostituto procuratore generale Francesco Paolo Giordano sono da confermare:  Antonino Bulla, 20 anni, Vincenzo Bulla, 20 anni, Nino Crimi, 20 anni, Salvatore Crimi, 20 anni, Nicolò D’Agate, 13 anni 6 mesi e 20 giorni, Antonino Foti, 8 anni e 36 mila euro di multa, Salvatore Foti, 20 anni, Rosario Galati Massaro, 11 anni 4 mesi, Tindaro Giardina, 4 anni 8 mesi e 24 mila euro di multa, Antonino La Mela, 13 anni e 4 mesi, Giuseppe La Mela, 17 anni e 4 mesi, Nicola Mancuso, 8 anni, Vincenzo Nicolosi, 10 anni 2 mesi e 20 giorni, Francesco Palana, 6 anni 4 mesi e 34 mila euro di multa, Andrea Palmiotti, 10 anni 2 mesi e 20 giorni, Salvatore Piccolo 4 anni e 8 mesi e 24 mila euro di multa, Angelo Pignataro, 8 anni, Maurizio Pignataro, 14 anni 9 mesi e 23 giorni, Antonino Quaceci 18 anni, 6 mesi e 6 giorni, Salvatore Quaceci, 8 anni, Nicolò Rosano, 13 anni e 4 mesi, Vincenzo Rosano, 14 anni, 9 mesi e 23 giorni, Salvatore Sangrigoli, 10 anni 2 mesi e 20 giorni, Alfio Santangelo, 19 anni, 3 mesi e 3 giorni di reclusione, Gianni Santangelo, 20 anni, Biagio Trovato, 8 anni, Nicolò Trovato, 13 anni, Dario Valenti, 4 anni e 8 mesi e 24 mila euro di multa, Ignazio Vinciguerra, 10 anni, Antonino Carbonaro, 10 anni 2 mesi e venti giorni, Mariano Fichera, 11 anni e 4 mesi.


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