Cosa nostra, la cupola di Adrano| I Santangelo-Taccuni alla sbarra - Live Sicilia

Cosa nostra, la cupola di Adrano| I Santangelo-Taccuni alla sbarra

Fissata l'udienza preliminare. Il Gup dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio del pm.

CATANIA – Il vecchio boss Alfio Santangelo torna davanti a un giudice. E con lui i suoi gregari e soldati. Il pm Andrea Bonomo ha chiesto il rinvio a giudizio per gli indagati dell’operazione Adranos. L’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile  ha permesso di azzerare il clan Santangelo-Taccuni, storico alleato di Cosa nostra catanese. L’udienza preliminare è fissata per la prossima settimana a Bicocca davanti al Gup di Catania.

Più diplomazia e meno pistolettate. Anche ad Adrano il volto della mafia è cambiato. Anche perché il sangue alza l’asticella di attenzione delle forze di polizia. Adrano dopo gli omicidi di qualche anno fa era diventa terra presidiata e cinturata a livello militare. E i boss, diciamolo, avevano difficoltà a muoversi. Hanno dovuto aspettare qualche tempo, e anche qualche blitz per tornare a chiudere affari. E si è deciso di scendere a “patti” anche con gli ex rivali, gli Scalisi. Un accordo che ha permesso di “controllare” le estorsioni all’interno del mercato ortofrutticolo di Adrano. Una spartizione decisa a “tavolino” e “benedetta” con un regalo che il padrino Alfio Santangelo ha donato al boss degli Scalisi. I fedelissimi del capomafia: Antonio Quaceci e Nino Crimi fino al loro arresto nel 2015, poi sostituiti da Salvatore Crimi e Gianni Santangelo.

C’è anche la droga tra gli affari della cosca. E in questo filone investigativo è coinvolto un un poliziotto infedele. Francesco Palana, assistente Capo della Polizia di Stato, avrebbe avuto un diretto contatto con Salvatore Crimi per rifornirsi di stupefacente da rivendere nel messinese. Nella sua auto, nel 2016, durante un controllo pianificato dagli investigatori furono trovate alcune dosi di cocaina.

A Bicocca dovrà presentarsi anche Nicola Mancuso, che già sta scontando una condanna per droga. Ma il suo nome è stato alla ribalta della cronaca per l’accusa di essere uno degli assassini della giovane biancavillese Valentina Salamone.

I nomi degli imputati.  Gianni Santangelo, di 35 anni, Antonino Bulla, di 35, Antonino La Mela, di 43, Vincenzo Bulla, di 34, Rosario Galati Massaro, di 34, Nicolò Trovato, di 27, Giuseppe la Mela, di 45, Nicolò Rosano, di 38, Salvatore Quaceci, di 26, Marco Ricca, di 28, Vincenzo Rosano, sorvegliato speciale di 50, Andrea Palmiotti, di 38, Ignazio Vinciguerra, di 53, Antonino Foti, di 25, Vincenzo Nicolosi, di 28, Maurizio Pignataro, di 41, Salvatore Sangrigoli, di 21, Luigi Leocata, di 48, Alfio Santangelo, di 65 anni, Antonino Quaceci, di 48, Nino Crimi, di 38, Salvatore Crimi, di 32, Francesco Rosano, di 28, Alfredo Pinzone, di 34, Nicola Mancuso, di 36, Biagio Trovato, di 28, Angelo Pignataro, di 30, Antonio Longo, 20 anni, Salvatore Foti, 49 anni.


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